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Flaminio Bertoni, genio della Due Cavalli

Un ritratto del designer varesino che ha trovato all'estero, più che in patria, la sua consacrazione artistica. Il progetto di uno spazio espositivo permanente da dedicare a sculture, disegni e dipinti.

Inaugurata il 15 marzo al Beaubourg, si è chiusa il 18 giugno una grande retrospettiva degli "Anni Pop" dedicata ai maggiori artisti e designer attivi tra il 1956 e il 1968.
Cinquecento le opere esposte alla mostra parigina, Italia rappresentata da una piccola pattuglia e a dare lustro al nostro design il varesino Flaminio Bertoni.
Con i suoi modelli Citroën Bertoni è entrato nella storia mondiale dell'auto, ma il Paese e la sua città natale hanno cominciato a scoprirlo solamente alla fine del secolo scorso, a più di trent'anni dalla morte.
A dire il vero Flaminio Bertoni, emigrato due volte in Francia, la seconda nel 1931 per restarci definitivamente, aveva fatto molto per passare inosservato: annuali e brevi le apparizioni in Lombardia per salutare il figlio Leonardo, un rapporto caldo, affettuoso ma molto riservato con gli artisti varesini del suo tempo, totale invece l'indifferenza verso la città e quel mondo del lavoro che non avevano saputo valorizzare la sua dimensione creativa, già interessante addirittura all'inizio dell'attività lavorativa intrapresa come quindicenne apprendista falegname presso la Carrozzeria Macchi.
Il distacco forte ci fu anche dall'Italia ufficiale, non dalla cultura del Paese nel quale Flaminio Bertoni aveva studiato a fondo, sin da ragazzo, storia e arte.
Sta di fatto che non rinnegò le sue radici quando, già mitico in Francia per avere disegnato la rivoluzionaria Traction Avant e per essere il leader dei progettisti Citroën, due volte durante la seconda guerra mondiale finì in carcere per non aver rinunciato alla cittadinanza italiana.

La storia mondiale del design automobilistico deve a Bertoni quattro modelli, tre dei quali di altissimo profilo: la Traction Avant, o TA, che gli italiani avrebbero conosciuto meglio nell'immediato dopoguerra, la 2CV, amatissima da tante giovani generazioni e rimasta in produzione per ben 40 anni, infine la DS che al suo apparire rappresentò una grande svolta culturale; anche l'Ami6, l'ultima creatura, offrì innovazioni progettuali che sarebbero durate nel tempo.
Tecnici francesi nel 1922 in visita alla Carrozzeria Macchi si erano accorti delle qualità del giovane varesino e lo avevano invitato a Parigi: Bertoni sarebbe andato Oltralpe, ma dopo due anni avrebbe interrotto per motivi familiari la sua prima positiva esperienza in terra di Francia. All'inizio degli Anni Trenta non avrebbe avuto comunque remore a lasciare per sempre Varese: non lo avevano gratificato né il lavoro alla Carrozzeria Macchi, né una successiva intensa attività di libero professionista e di insegnante alla scuola "Giuseppe Bernascone".
Emigrato a Parigi, Bertoni non avrebbe trascurato l'attività artistica verso la quale l'aveva incitato Giuseppe Talamoni, eminente personaggio della cultura varesina.
Flaminio scultore ottenne nella sua città il primo importante riconoscimento delle sue doti di artista nel 1930, un anno prima di partire per la Francia, dove si sarebbe affermato lasciando una traccia davvero profonda se, oggi, hanno esposto una sua opera alla rassegna mondiale allestita al Beaubourg.
Dal limbo italiano e varesino Flaminio Bertoni è uscito per la tenacia del figlio Leonardo, che non aveva mai accettato che il genio del padre fosse onorato solamente all'estero.
Una mostra, organizzata dalla Provincia di Varese nel 1997, fece accorrere oltre 4.000 visitatori, mentre giornalisti attenti richiamarono più volte l'attenzione sullo spessore di un artista incredibilmente ignorato. Flaminio Bertoni sarebbe stato anche designato, con votazione via Internet, curata dal quotidiano telematico Varesenews.com, varesino del secolo. Il figlio Leonardo ha fondato l'"Associazione Internazionale Flaminio Bertoni", che ha lo scopo di recuperare e promuovere a Varese e in Italia un artista e un designer di alto profilo.
Ci si è già attivati per uno spazio espositivo permanente da dedicare a sculture, disegni e dipinti, c'è un archivio immenso solo parzialmente esplorato, ma soprattutto si vuole legare il nome di Flaminio Bertoni a un annuale, grande appuntamento artistico strettamente connesso al design dell'auto.
Da Parigi la Citroën ha già fatto sapere di essere pronta a valutare il progetto. Potrebbe allora essere decisiva in questa iniziativa la presenza della Varese ufficiale a fianco dell'"Associazione Internazionale Flaminio Bertoni". Perché sarebbe davvero spiacevole vedere emigrare per la terza volta un concittadino a lungo dimenticato benché protagonista del design internazionale.

1903 - Flaminio Bertoni nasce a Masnago, in una abitazione dell'attuale via Piemonte.

1918 - Muore il padre ed è costretto a lasciare gli studi per lavorare alla Carrozzeria Macchi. Comincia come falegname, ma le sue idee originali presto richiamano l'attenzione dei dirigenti.

1925 - Dopo due anni di esperienze in aziende francesi ritorna a Varese: sarà ancora alla Macchi, poi aprirà uno studio in proprio e si occuperà anche di arte, ma ha in mente altri sbocchi per il suo futuro e nel 1931 ritorna a Parigi.

1934 - Progettista alla Citroën, in una sola notte scolpisce il rivoluzionario modello della TA: è la fama.

1940 - Scoppia la guerra mondiale, ma decide di restare in Francia come cittadino italiano: lo arresteranno per due volte.

1948 - Bertoni sbalordisce il mondo dell'auto presentando la 2CV.

1949 - Eccolo laureato in architettura. Ha studiato per puntiglio: non poteva essere privo di un titolo accademico il maestro di tutti i progettisti Citroën.

1955 - Nuovo trionfo con la DS, ovvero un avveniristico salotto su quattro ruote e tante soluzioni d'avanguardia.

1961 - La Citroën nel 1961 gli chiede un'auto di concezione nuovissima utilizzando però il telaio della 2CV: nasce così la generosa e comoda Ami6.

1964 - Flaminio Bertoni muore dopo un'intensa giornata di lavoro. La Francia si inchina davanti a lui, ma già lo aveva fatto attribuendogli grandi riconoscimenti di carattere scientifico e culturale.

Giovanissimo, Flaminio Bertoni realizza un modellino d'auto che, quando verrà loro presentato, ai carrozzieri tradizionalisti farà arricciare il naso; così come faranno fatica ad assimilare un rivoluzionario concetto di Bertoni: è la meccanica che deve essere al servizio della carrozzeria e non viceversa.
La cultura artistica e l'abilità di scultore favoriscono l'innata creatività di Bertoni e diventa un grande vantaggio anche la presentazione dei modellini: quando Monsieur Citroën vede la TA, ideata da Flaminio nel corso di una notte di febbrile lavoro, decide all'istante di realizzarla.
Saranno 726.529 le Traction Avant prodotte dalla fabbrica parigina, 6.956.944 invece gli esemplari della 2CV, 1.330.755 quelli della DS, mentre l'Ami6 toccò quota 1.039.384.
Oggi possono sembrare numeri non da record, ma occorre ricordare che il mercato dell'auto solo di recente ha conosciuto la globalizzazione. Le idee e il design di Flaminio Bertoni hanno raggiunto fantastici traguardi artistici e industriali.

06/21/2001

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