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Anche il settore pubblico ha "sete" di scienziati

L'utilità delle competenze tecnico-scientifiche fuori dal settore produttivo. La testimonianza del sindaco di Varese, Attilio Fontana, per quanto riguarda l'attività di un ente locale: il capoluogo varesino. Che insieme alla Provincia, ha dato il patrocinio all'Orientagiovani.

Il "vento della scienza" deve soffiare anche a Varese. Trovo interessante e soprattutto ricco di spunti l'appuntamento nazionale di Orientagiovani, quest'anno ospitato nella nostra città. La formazione è fondamentale, così come a priori la scelta dell'università. In effetti assistiamo a un decremento di iscrizioni alle facoltà tecniche. E questo porta ripercussioni nel mondo del lavoro, venendo spesso a mancare figure professionali ad alta specializzazione scientifico-matematica. Sempre meno ingegneri, chimici e fisici, insomma. L'ingresso nel mondo del lavoro è un momento delicato per i giovani che completano il ciclo di studi e che si trovano a dover rendere operative le conoscenze finora acquisite in ambito scolastico. Supportare tali conoscenze con un intervento di orientamento al lavoro aiuta gli studenti delle classi quarte e quinte ad affrontare questo momento con sicurezza ed efficacia. Anche coloro che dovranno scegliere un corso di studi universitario hanno bisogno di capire - al di là delle proprie attitudini o preferenze - quale itinerario formativo avrà un maggiore appeal sulle aziende. E torniamo al vento della scienza. Rifacendomi a un' indagine Istat emerge che le lauree in materie tecnico-scientifico in senso ampio hanno un buon "rendimento" sul mercato del lavoro. A tre anni dalla laurea, il 75% dei laureati "scientifici" ha trovato un lavoro continuativo.Quindi, almeno per quanto riguarda la possibilità di trovare lavoro, la percezione negativa che i giovani dimostrano di avere nei confronti dei corsi di laurea scientifici, non trova effettivo riscontro nei dati. Anzi, queste competenze costituiscono la condizione per un'occupabilità sostenibile nel tempo.
Posso portare l'esperienza di un ente pubblico, impegnato innanzitutto nella crescita, nell'innovazione e nel mantenimento di standard elevati, nell'offerta di servizi ai cittadini che vedono - all'interno degli uffici - il lavoro di funzionari, capi area, dirigenti con una preparazione scientifica. Spesso pensiamo alla matematica, alla chimica e alla fisica come a materie ostiche, di difficile "applicazione". Non è così. In Comune, decine e decine di pratiche passano attraverso le mani di ingegneri e tecnici. Tutti i giorni. Le competenze scientifiche e tecniche insomma non servono solo per il settore produttivo. Per Varese tale assunto è riscontrabile in maniera molto tangibile perché presenta alcune caratteristiche peculiari: è una città capoluogo di provincia, è una città che si sviluppa su un suolo che comprende collina e montagna, è una città con un grande patrimonio storico-artistico, è una città stimata in una zona di pregio ambientale. Servono quindi competenze in campo urbanistico per fare una programmazione del territorio con una visione comprensoriale, di ampio orizzonte. Per l'anagrafe del suolo servono capacità di gestione della rete infrastrutturale cittadina e una seria programmazione della sua estensione con capacità di affrontare problemi di una certa complessità. Importante è anche il settore artistico, che richiede attenzione e sensibilità per rispettare e valorizzare il patrimonio urbanistico, dalle ville ai parchi.
Oppure penso ad un piano di risanamento "scientifico" che è sotto gli occhi di tutti, legato al Lago di Varese che è tornato in buona salute, grazie al lavoro di anni degli enti locali. I risultati sono per i cittadini in primo luogo, che potranno riappropriarsi di un bene comune, di una risorsa ambientale fino ad oggi messa da parte. Cosa c'è dietro? Il lavoro di ricercatori, di tecnici, di chimici e di fisici, di biologi e di botanici. Negli anni '60 le condizioni del lago erano già gravissime a causa dell'inquinamento da reflui e per gli scarichi industriali che vi confluivano. Nel decennio successivo la situazione era peggiorata al punto da far considerare agonizzante il bacino, con notevoli morie di pesci dovute alla mancanza di ossigeno nelle acque provocata dall'eutrofizzazione. I valori misurati davano in quegli anni un contenuto di ossigeno quasi nullo e valori di fosforo e di azoto di oltre 5 volte quelli tipici di acque definibili "sane". Gli interventi per il risanamento non sono stati brevi, certo. Sulla scorta degli studi effettuati dall'Istituto dell'Ambiente del Centro Comune di Ricerca di Ispra che, dopo avere "fotografato" la situazione, indicò le linee guida del risanamento individuando nella ossigenazione di tre aree del lago e nel prelievo diretto delle acque negli strati più profondi del lago (prelievo ipolimnico), dove la mancanza di ossigeno era quasi totale i due sistemi più efficaci in relazione ai risultati, all'impatto ambientale degli interventi e, naturalmente, a parametri economici sostenibili.
Insomma, investire nella scienza è una scelta saggia sia per gli studenti, sia per le imprese. Come sindaco del capoluogo mi impegnerò per la sensibilizzazione e la "propulsione" del vento della scienza, dentro la scuola e dentro la società civile.

11/06/2006

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