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Una provincia a tutta moto…

A Varese si può trovare il meglio della produzione a livello internazionale. Un distretto non solo con le moto ammirate dagli appassionati, ma anche con componenti e accessori d'alto profilo.


L'origine è in quella capacità di lavorare il metallo che fa della provincia di Varese un territorio dove"chi opera nella meccanica può trovare, sicuramente meglio che in altre zone d'Italia, tutte le competenze e i materiali di cui ha bisogno", per dirla come un imprenditore quale Giovanni Magni che nella sua officina di Samarate produce delle moto di gran lusso e prestigio, veri oggetti di culto per gli appassionati di tutto il mondo.
E' dalla meccanica, dunque, che - come per altri settori: l'aeronautica o le macchine utensili, tanto per citare due esempi - trae sviluppo il distretto varesino della motocicletta.
Una filiera produttiva vera e propria, dove accanto ai costruttori del prodotto finito - e stiamo parlando di marchi che rappresentano la migliore tradizione della moto a livello internazionale - ci sono delle aziende di componentistica di alto profilo, che riforniscono i produttori di maggior rilievo. E in più, chi garantisce al mercato i caschi più innovativi e altri accessori di gran qualità.
Le cifre del distretto varesino della moto sono assolutamente rilevanti: si parla di oltre 1.500 dipendenti e di una cinquantina di aziende. Numerose sono quelle che producono componenti singoli (cavalletti, cerchi, manopole, utensileria varia…). Spesso si tratta di aziende di piccole dimensioni.
Di maggiore entità sono, invece, quelle imprese che operano nel mercato della produzione di parti meccaniche, quali trasmissioni e ingranaggi.
Tutta l'attività, comunque, è caratterizzata da una qualità assai elevata, che quasi sempre colloca queste aziende ai vertici dei rispettivi settori.

Una moto al passo della new economy
Alla Schiranna, in riva al Lago di Varese, l'economia digitale - quella che sfrutta le grandi opportunità offerte dalla telematica e da Internet, in particolare - è ormai di casa, in grado di affiancarsi e integrare al meglio le altre procedure.
"In pochi mesi abbiamo già venduto on line duecento modelli della Husky Nox, una moto estrema, a metà fra il fuoristrada e la pista, che con il marchio Husqvarna viene prodotta in un numero limitato di esemplari" dicono negli uffici a fianco dello stabilimento sul quale dalla fine degli anni Novanta troneggia il simbolo della MV Agusta, ricco di fascino e capace di suscitare grandi emozioni negli appassionati delle due ruote a motore di tutto il mondo.
"Non abbiamo, comunque, nessuna intenzione di mettere da parte i canali distributivi tradizionali, tutt'altro - si precisa in quella che resta la casa di una serie di moto ammirate a livello internazionale -. Internet sicuramente rappresenta un aspetto significativo della strategia aziendale, che dimostra la volontà di rispondere al meglio alle esigenze dei consumatori, ma di certo rimaniamo cauti. I nostri rimangono prodotti che si vuole vedere, toccare e provare".
Dalla minuteria metallica - il settore in cui la capacità e l'intuito di Giovanni Castiglioni, a partire dagli anni Cinquanta, hanno fatto dapprima nascere e poi assumere un ruolo di gran rilevo alla Cagiva (acronimo di Castiglioni Giovanni Varese) - l'azienda approdò nel 1978 alle moto con l'acquisto da AMF-Harley Davidson Italia della proprietà dello stabilimento lacuale.
Oggi, l'impresa guidata da Claudio Castiglioni - ormai completata la trasformazione avviata nel 1997 con un piano industriale da 70 miliardi d'investimenti e con il passaggio dalla ragione sociale "Cagiva Motor" a quella "MV Agusta Motor" nella seconda metà del 1999 - dà lavoro a 620 dipendenti, con la nuova struttura produttiva di Cassinetta di Biandronno che si è affiancata allo stabilimento della Schiranna e al centro di produzione di telai in acciaio e alluminio di Morazzone, la cui attività iniziò nel 1990.
E sempre a Morazzone, dal 1996 opera anche il "Crimson Design Center", diretto dal designer argentino Miguel Galluzzi, mentre l'antenna tecnologica del gruppo resta a San Marino con il Centro di Ricerche Cagiva (CRC).
"Siamo un'azienda che con grande sforzo ha rinnovato completamente le sue strutture produttive e la gamma dei prodotti - precisa lo stesso Claudio Castiglioni -.
Con i nostri tre marchi Cagiva, Husqvarna e MV Agusta abbiamo mantenuto due modelli di piccola cilindrata: la gloriosa 125 Mito Placet Cagiva e la 125 Husqvarna.
Il resto sono solo grandi moto: dai 600 ai 1.000 cc".
Esemplari unici per design e tecnologia, come la MV Agusta F4: una 750 cc realizzata in 300 esemplari numerati nella versione oro, già tutti venduti (il numero 55 è stato donato al Re di Spagna, Juan Carlos), e ora in commercio nella sua versione stradale.
"Le cifre sembrano dare ragione al nostro sforzo.
Nel 2000 abbiamo raggiunto il traguardo dei 320 miliardi di fatturato, rispetto ai 59,3 del '97 e ai 213,3 del '99.
Le moto consegnate, invece, hanno toccato quota 29mila.
Ma i numeri importanti sono attesi per quest'anno.
Il fatturato dovrebbe salire a 440 miliardi con 35mila motociclette vendute, di cui 6.100 MV Agusta".
Resta il nodo dell'indebitamento.
Per supportare il progetto di ristrutturazione aziendale, MV Agusta Motor ha dovuto far ricorso pesantemente ai prestiti.
Nel consolidato '99, il totale dei debiti, al netto dei crediti, ammonta a 218 miliardi.
"Ma dall'alto dei 440 miliardi di fatturato previsti per il 2001 - rassicura Claudio Castiglioni - cominceremo a vedere i ritorni importanti sugli investimenti che abbiamo sostenuto: potremo così godere gli effetti dell'economia di scala su cui è stata ridisegnata l'azienda.
Ed entro tre anni contiamo di approdare in Borsa".

Componenti e accessori d'alta qualita'
Quello della motocicletta in provincia di Varese è un settore a forte integrazione verticale. La produzione a valle della MV Agusta, realtà economica di grandi dimensioni, è integrata a monte sia da aziende meccaniche di medie dimensioni, per quanto riguarda la produzione di organi di trasmissione, sia da imprese di piccole dimensioni, in riferimento all'attività di produzione di componenti per motori, ma anche di elementi in plastica.
"E' comunque sicuro - sottolineano alla Trasmissioni Chiaravalli di Cavaria con Premezzo, che, insieme alla concorrente BEA Ingranaggi produce componenti per la trasmissione del moto - che tutta l'attività del comparto è caratterizzata da un'elevatissima qualità".
Varese in questo contesto rappresenta una nicchia di mercato apprezzata in tutto il mondo: "Abbiamo raggiunto dei livelli qualitativi tali che perfino i giapponesi ci hanno chiesto di andare a produrre a casa loro i pezzi che, poi, vengono montati sui marchi del Sol Levante famosi ovunque.
Pezzi come il pignone, la corona e la catena che servono per la trasmissione alla ruota della potenza espressa dal motore.
Non solo, perché anche sulla moto che Loris Capirossi guida durante i Gran Premi classe 500 ci sono componenti prodotti nelle unità del Varesotto".
Nel Motomondiale ci sono, inoltre, le visiere dei caschi realizzate dalla Omnia Plastica di Busto Arsizio, un'azienda leader a livello internazionale nei trattamenti superficiali della qualità ottica.
La capacità di vendere i propri prodotti sui mercati esteri, in verità, è una competenza comune a gran parte delle aziende del settore: dai fonditori che creano i monoblocchi dei motori, agli stampatori di plastica.
I cerchi per moto, che a Saronno nascono alla Beretta Cerchi, sono destinati in buona parte a produttori del resto d'Europa, così come i raccordi per tubi del freno che la Meccanica Finnord realizza a Jerago con Orago.
Produzioni di gran rilievo sono, poi, quelle relative alle parti staccate delle moto: Ariete e Bozzetti sono due nomi di prestigio per ciò che riguarda le forcelle, i cavalletti, i poggiapiedi e i pedali per il cambio.
E per chi, cavalcando la sua moto, vuole proteggersi dal freddo, c'è il marchio Gialì, un'azienda di Lavena Ponte Tresa che crea guanti e altro abbigliamento da moto con sistemi riscaldanti.

Quelle "fuoriserie" su due ruote
Sono un centinaio di moto l'anno: tutti pezzi unici, curati in ogni minimo particolare, che fanno la gioia degli appassionati di motocicletta di tutto il mondo.
Il marchio Magni è ormai diventato sinonimo di "gioielli su due ruote" per chi ha la fortuna di poter cavalcare quei potenti mezzi che escono da un capannone che si trova a Samarate, nella frazione San Macario.
"Le nostre moto sono delle autentiche fuoriserie" non si nasconde Giovanni Magni, erede di una tradizione avviata alla fine degli anni Settanta dal padre Arturo.
Una passione infinita per i motori e la sensibilità che occorre nelle scelte determinanti perché un progetto abbia successo: sono queste le componenti che fanno dei cinque modelli della Magni attualmente in produzione - tutti di cilindrata compresa tra 1.000 e 1.200 cc - delle vere e proprie "chicche", richieste soprattutto dagli stranieri.
"Il 95% della nostra produzione è destinata all'estero, con particolare riferimento al Giappone, dove esiste anche un 'Magni Owner Club' che conta 150 iscritti".
La ditta Magni è il frutto dell'esperienza accumulata da Arturo Magni in 25 anni di lavoro presso il reparto corse più titolato del mondo: fu infatti il Direttore Sportivo della MV Agusta all'epoca dei trionfi di Giacomo Agostini e Mike Hailwood.
Quando l'azienda di Cascina Costa decise di ritirarsi dalle competizione agonistiche, Arturo Magni insieme ai figli iniziò la nuova attività. Era il 1977.
Dapprima si dedicò alle trasformazioni delle stesse MV Agusta; poi, nel 1980 il gran passo: la costruzione della prima moto, utilizzando un motore Honda 900 a quattro cilindri.
Seguono anni di successo crescente, caratterizzati da modelli dalle linee raffinatissimi e dalla meccanica perfetta.
I motori sono quelli della Moto Guzzi e, con l'ultimo modello, della Suzuki: un quattro cilindri a quattro tempi montato sulla Magni sport 1.200 S.
"Ancor oggi, ogni moto è controllata pezzo per pezzo - assicura Giovanni Magni -. Vogliamo che i nostri acquirenti abbiano la sicurezza di aver tra le mani un prodotto a elevatissima qualità".
I clienti Magni sanno di essere dei privilegiati: solo loro possono provare le sensazioni che garantisce la guida di una moto unica al mondo, prodotta a Samarate.

02/15/2001

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