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Malpensa: chi rema contro

Un aeroporto che alla nascita portava con sè infinite aspettative e l'ambizione di essere un hub di sicuro successo. Ma, ad oggi, Malpensa non sembra essere amata, nonostante i numeri dell'indotto siano di tutto rispetto.


"Grandi potenzialità inespresse" (a essere benevoli). "Un hub di serie B" (se al contrario non si lesinano le critiche). A quattro anni dalla sua apertura, Malpensa resta un aeroporto nella bufera e le polemiche sul ruolo e sui risultati raggiunti dallo scalo lombardo non accennano a placarsi.
Il recente convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Milano per fare il punto sull'attività di Malpensa quattro anni dopo la fatidica inaugurazione del 25 ottobre 1998 ne è l'ennesima conferma.
Su Malpensa - è proprio il caso di dirlo - se ne sentono di tutti i colori: ciò che colpisce gli osservatori è il clima rovente, quasi da rissa, che subito s'innesca quando si discute pubblicamente di questo aeroporto.
Vediamo allora, con l'aiuto di alcune cifre, di tracciare un bilancio per quanto possibile oggettivo di Malpensa. Tenendo presente il giudizio netto espresso da Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, nel corso del convegno di Milano: "Malpensa - ha detto Formigoni - non ha ancora raggiunto l'obiettivo strategico per cui è nata e cioè quello di essere un grande hub per lo sviluppo e la competitività della Lombardia e dell'Italia. Il rischio è che Malpensa resti un aeroporto bello e grande, che indubbiamente sta funzionando meglio rispetto al passato, ma solo su scala regionale, tagliando fuori Milano e la Lombardia dal flusso degli investimenti stranieri”. Ma è proprio così?
I RISULTATI 4 ANNI DOPO
"In quattro anni di attività - ricorda Giorgio Fossa, presidente della Sea (il gestore dello scalo) - l'aeroporto ha realizzato 73 milioni di passeggeri”. Con la sua apertura nell'ottobre 1998, spiega Fossa, il sistema aeroportuale milanese (Malpensa + Linate) è passato dai 18 milioni di passeggeri l'anno (1997) ai 25 milioni circa con cui si chiuderà il 2002, l'anno più difficile per il trasporto aereo a livello internazionale.
Secondo Fossa, il contributo che l'infrastruttura di Malpensa ha generato emerge con chiarezza dalle cifre: si è sviluppato, infatti, un traffico completamente "nuovo" sul sistema Milano, traducibile in oltre 7 milioni di passeggeri aggiuntivi all'anno, prevalentemente legati al traffico intercontinentale. Senza Malpensa, questo cospicuo flusso di nuovi viaggiatori avrebbe alimentato altri grandi scali europei (hub concorrenti di Malpensa), facendo perdere a Milano, alla Lombardia e al Paese significativi incrementi di competitività.
Anche sul piano operativo, come ha riconosciuto lo stesso Formigoni, i miglioramenti sono stati notevoli. Malpensa, per lungo tempo maglia nera tra i grandi aeroporti europei, ha risalito vertiginosamente le classifiche sulla puntualità: oggi i voli che partono da Malpensa risultano più puntuali di quelli che decollano da altri hub già consolidati e blasonati come Parigi, Londra, Roma e Madrid.
"Inoltre - afferma Fossa - Malpensa è diventato un polo occupazionale di 13mila persone impegnate quotidianamente nel sito (erano 3mila nel 1995). Malpensa ha generato un indotto significativo: il valore economico stimato è di circa 4.500 miliardi l'anno di vecchie lire”. Da sottolineare che questi risultati sono stati ottenuti da Malpensa in un quadro estremamente incerto dal punto di vista normativo (con una serie di decreti che si sono succeduti di volta in volta modificando l'assetto del traffico dell'hub) e con la forte opposizione da parte di interessi stranieri, che vedevano - e vedono tuttora - in Malpensa un pericoloso concorrente.
I FRENI ALLO SVILUPPO
Il bilancio dunque non sembra essere così negativo. Resta il fatto che per quanto riguarda il numero dei collegamenti diretti verso destinazioni intercontinentali - elemento caratterizzante per un aeroporto che ambisce al titolo di hub (cioè di snodo del traffico aereo) - Malpensa ne conta 51 rispetto ai 137 di Londra, ai 130 di Francoforte, ai 128 di Parigi e ai 98 di Amsterdam. Roma Fiumicino vanta 53 collegamenti diretti verso mete intercontinentali. Qualcosa evidentemente non funziona. E proprio Fossa è il primo a riconoscere che oggi l'aeroporto "non è ancora sviluppato nelle sue potenzialità”.Le ragioni di questo fenomeno vanno ricercate nei seguenti fattori: la crisi senza precedenti che ha colpito il trasporto aereo dopo i tragici eventi dell'11 settembre 2001 (si tratta di un fenomeno generale); la situazione di
difficoltà della compagnia di riferimento italiana, cioè l'Alitalia, che da un anno a questa parte ha ritirato molti degli investimenti già previsti su Malpensa, riducendo drasticamente frequenze e collegamenti.
Spiega Fossa: "Sono 400 i voli settimanali soppressi alla fine dello scorso anno da Alitalia, fra cui i collegamenti con Pechino, Hong Kong, Los Angeles, San Francisco, mai ripristinati nonostante la forte domanda su queste destinazioni (in media questi voli avevano un coefficiente di riempimento del 75% con punte dell'80/90%). Nei primi otto mesi del 2002 Alitalia ha ridotto del 23% il numero dei voli su Malpensa rispetto allo stesso periodo del 2001. Le altre compagnie, italiane e straniere, complessivamente hanno registrato invece un aumento dell'1,8%, nonostante il perdurare della crisi del settore a livello internazionale. Fra gli stranieri, sono da segnalare alcuni nuovi collegamenti inaugurati e alcune nuove compagnie aeree approdate a Malpensa: Doha con la Qatar Airways, Johannesburg con South African, Beirut con la Mea, Atlanta con Delta, Salvador de Bahia con Varig (che ha spostato su Malpensa tutti i suoi voli effettuati anche da Fiumicino)”.
Sotto accusa finisce anche l'accordo che lega Alitalia con Air France. Accordo che dovrebbe svilupparsi in maniera armoniosa sull'asse degli hub di Parigi, Roma e Milano e che invece, secondo alcune critiche, sembra accrescere sempre di più il flusso di passeggeri italiani verso lo Charles De Gaulle. "Si contano 67 voli al giorno dagli aeroporti italiano verso Parigi Charles De Gaulle, di cui ben 50 voli partono dal Centro-Nord: non credo che tutti questi passeggeri vadano a vedere la Tour Eiffel"dice Fossa.
LA DIFESA DI ALITALIA
"Su Malpensa si sta facendo molto rumore per nulla”. Francesco Mengozzi, amministratore delegato di Alitalia, cita Shakespeare e taglia corto sulle critiche di un disimpegno di Alitalia su Malpensa. "La compagnia - afferma Mengozzi - continuerà a investire su questo aeroporto: sarebbe folle, dal punto di vista aziendale, abbandonare l'area del Paese in cui si genera la maggior domanda di traffico aereo”. A riprova che la compagnia di bandiera sta investendo su Malpensa, Mengozzi cita gli investimenti di Alitalia per l'ampliamento della flotta a lungo raggio con l'acquisto dei nuovi Boeing 777. "Alitalia - aggiunge Mengozzi - sta facendo tutto il possibile. Piuttosto sarebbe da verificare se anche le altri parti in causa stiano facendo altrettanto”. E qui inizia nuovamente il rimpallo delle responsabilità. "Su Malpensa - ribatte Formigoni - Alitalia fa un passo in avanti e due indietro. Sarebbe ora che sulla questione intervenisse il Governo al massimo livello”.
IL RUOLO DI LINATE
Ci si domanda: la presenza di Linate (circa 8 milioni di passeggeri l'anno) danneggia Malpensa? I dati reali di cui dispone la Sea dimostrano che il numero di passeggeri che utilizzano Linate per fare scalo su altri hub europei è minimo: nei primi otto mesi del 2002, le persone partite da Linate per effettuare il transito in aeroporti europei in prosecuzione per altre destinazioni intercontinentali sono state solo 150mila (pari al 4% del totale delle persone in partenza). Quindi, il vero motivo dell'utilizzo di hub europei è la scarsità di collegamenti intercontinentali da Malpensa.
QUALE SOLUZIONE?
Ma se Alitalia non è in grado di assicurare questi collegamenti come si può uscire dall'impasse, stante il vincolo degli accordi bilaterali tra i Governi per autorizzare le nuove rotte intercontinentali?
Quello che il Governo potrebbe fare, in qualità di azionista di riferimento della compagnia pubblica, è pretendere che a Malpensa, Alitalia si faccia da parte, quantomeno sul fronte dei voli intercontinentali, lasciando ad altri vettori i diritti che ha in esclusiva su molti collegamenti. Diritti che non esercita e che forse, nonostante le rassicurazioni di Mengozzi, non sarà mai in grado di esercitare.

11/21/2002

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