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La dove il lago luccica (e tira forte il vento)

Un percorso di starordinaria bellezza da Macagno a Garagbiolo alla ricerca del come eravamo

Metti una giornata di vacanza fra lago e montagna, immerso in un panorama di straordinaria bellezza, semplice da raggiungere eppure poco frequentato, dove sole, silenzio e solitudine (tre "s" che valgono più di quel che sembrano) la fanno da padrona: ecco l'itinerario adatto per singoli e famiglie, perché si può raggiungere il punto di partenza anche col treno (linea Milano-Gallarate-Luino, fermata Maccagno) ed il percorso si snoda nei boschi ma senza allontanarsi troppo dalla strada, per altro poco trafficata.
E' chiaro, però, che tanti pregi richiedono almeno un po' di fatica: l'arrampicata, per la quale bastano un paio di scarponcini con la scuola a carroarmato, presenta punti piuttosto impegnativi, per i quali un pizzico di allenamento torna senz'altro utile. Da ultimo: portatevi pure qualcosa da mangiare, ma i punti di ristoro non mancano, così come numerose sono le fontanelle d'acqua potabile.
Dunque eccoci al piazzale della chiesa di Maccagno, cento metri di fronte alla stazione ferroviaria. Si attraversa la strada e, sulla destra, ecco la bella inquadratura di una scalinata di metà Ottocento, degno avvio di quella che, sino alla Grande Guerra, costituiva l'unica via di acceso ai borghi e alle frazioni sparsi sul lato a solatìo della Val Veddasca, su fino al passo Forcora e al confine elvetico di Indemini, mille metri sopra.
Noi non arriveremo tanto in alto, ma la salita si presenta subito impegnativa, ancorché magnifica perché si addentra fra case, orti, giardini, edicole votive (ora in rifacimento per quanto riguarda la parte pittorica), con lo sguardo che, passo dopo passo, si allarga dai muri di sasso al Verbano, ai castelli di Cannero, a Cannobio e alla sua valle, fin sulle montagne dell'Ossola e della vicina Svizzera: e si comincia a capire come mai, da queste parti, tanti stranieri (specie tedeschi) vi abbiano messo radici.

Da notare poi anche il lastricato del sentiero, quasi sempre ancora ben tenuto, i muretti a secco a sostegno di prati e gradoni un tempo intensamente coltivati oppure utilizzati a pascolo dove oggi il bosco ha preso il sopravvento. Dieci minuti di camminata e si giunge a Veddo. Ci si inoltra, lasciando la carrozzabile sulla sinistra, nel centro storico con la fontana, la rizada ed il piccolo santuario rurale dedicato alla Madonna della Neve. Si prosegue, indifferentemente a destra o a sinistra, ed eccoci nei pressi della villa La Capuccina, dove una pietra miliare indica la direzione Campagnano a due terzi di miglio, vale a dire circa un chilometro. Dieci minuti ed ecco di nuovo la strada, che attraversiamo puntando diritti, quindi ancora l'asfalto, che lasciamo dopo cento metri salendo a destra, e che ritroviamo poco sopra per poche decine di metri, in quanto il sentiero torna subito a salire in mezzo alle case, sempre sulla destra. Ancora un breve tratto ed eccoci in piazza Solera a Campagnano.
Ci si inoltra nel borgo prendendo a sinistra e, dopo pochi metri, dov'è ancora una vecchia targa turistica del Touring Club Italiano (peccato sia tutta arrugginita!), il sentiero spiana e conduce subito alla chiesetta di San Rocco, bel punto panoramico (e ventoso) sul lago. Dopo aver preso fiato (siete nel punto più alto del percorso, circa 500 metri), voltatevi: di fronte è la strada asfaltata per Garabiolo. Niente paura: incontrerete forse due automobili e poi si tratta di percorrerla in pochi minuti. Percorso mezzo chilometro avete sulla destra la chiesa settecentesca di San Martino, che a sud mostra una grande meridiana del 1783. Ripresa la strada, in un quarto d'ora eccoci a Garabiolo, esattamente al cartello stradale: venti metri più in basso ecco il bel sentiero che in quaranta minuti, senza mai uscire sulla carrozzabile, riporta nella piazzetta di Veddo che abbiamo attraversato un'ora prima. Da qui si torna al punto di partenza per la stessa strada.


Le valli del Luinese
abitate stabilmente
a partire dal IX secolo d.C.

Conosciute sin dalla preistoria, le valli del Luinese vennero abitate in modo stabile attorno al IX secolo d.C., quando sorsero gli attuali centri abitati il cui comune denominatore è sempre stata la povera economia rurale, basata principalmente sull'allevamento ovicaprino, tuttora vigente, e la coltivazione del bosco. La Val Veddasca è la più ampia e conosciuta assieme alla laterale Val Dumentina, punteggiate da decine di minuscoli centri, qualche residuo pascolo e boschi di faggi e castagni a perdita d'occhio. Località che un turismo discreto, lontano dalle attrazioni alla moda, ha contribuito a mantenere in vita e rivalutare. Dal punto di vista industriale, la zona è conosciuta per l'impianto idroelettrico di Roncovalgrande, in territorio del comune di Maccagno. Mediante pompaggio nelle ore notturne e nel giorni festivi di basso carico, esso accumula nel serbatorio del lago Delio, 900 metri sopra, le acque prelevate dal Verbano, per poi utilizzarle generando corrente nelle ore diurne.

Il nome del ristorante "Torre Imperiale"
ricorda l'intervento di Ottone 1°
che nel 962 liberò Maccagno dall'infeudazione

Certo, due panini assaporati in santa pace in uno qualsiasi dei molti punti panoramici offerti dal percorso, ci possono sempre stare. Se, invece, di ritorno dalla passeggiata svolta di buon mattino, complice l'aria fresca che sale dal lago, oppure di pomeriggio, quando il sole cala dietro i monti e indora il lago, volete chiudere in bellezza con un pranzo o una cena come si deve, le offerte non mancano.
A Maccagno potete fidarvi del "Torre Imperiale", che trovate sulla sinistra della strada che ritorna a Luino. Aperto tutto l'anno,
il nome ricorda l'imperatore Ottone I°, che nel 962 liberò il borgo dall'infeduazione e concesse la prerogativa di battere moneta. A dettar legge sono i pesci di lago: il lavarello (ormai introvabile nella sua forma originale), il persico oppure le trote che ancora abbondano lungo il Giona e i suoi affluenti. Sono offerti come secondi e anche primi piatti, magari affogati nel risotto, ma sempre a prezzi accettabili. Buono l'ambiente, da poco ristrutturato e c'è anche la possibilità di alloggiare.

03/06/2000

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