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Sanità e Università: Varese, polo d'eccellenza

Le ricadute della ricerca sanitaria sull'attività ospedaliera. Le 32 scuole di specialità che favoriscono il rapporto tra Università e strutture sanitarie del territorio. La facoltà varesina di Medicina e Chirurgia tra le prime a sperimentare forme d'insegnamento a distanza.

E' un rapporto che si vuole sempre più stretto quello che - grazie alla Facoltà di Medicina dell'Università dell'Insubria - in provincia di Varese lega la ricerca sanitaria all'attività ospedaliera, con ricadute positive sul piano clinico:
"Senza dubbio questo è il settore principale - spiega il Preside, Professor Paolo Cherubino - in cui deve trovare applicazione la missione di Medicina: assistenza, didattica e ricerca in una stretta sinergia sono al tempo stesso tre diritti come tre doveri di chiunque appartenga alla nostra Facoltà".
Dopo aver consolidato in circa trent'anni di presenza il proprio ruolo a livello accademico, Medicina volge ora lo sguardo al futuro, proponendo innovazioni importanti: "Siamo tra i primi in assoluto ad aver sperimentato fin da quest'anno accademico il modello della teledidattica: gli studenti possono scaricare alcune di quelle che erano le tradizionali lezioni d'aula direttamente dal loro pc grazie alla nostra rete intranet e così possono appropriarsi degli insegnamenti nelle situazioni e negli orari a loro più comodi.
Gli spazi di tempo così liberati ci permettono d'allargare la didattica a momenti di discussione e confronto diretto tra gli stessi studenti e i docenti piuttosto che a seminari interdisciplinari e interattivi. Credo che questo sia un modo interessante di sfruttare le potenzialità offerte dalla tecnologia per migliorare l'offerta didattica".
Intanto sul versante della ricerca, Varese investe per quanto riguarda sia quella di base che quella clinica: "In verità, quest'ultima preferisco chiamarla ricerca sui risultati clinici o discussione critica degli stessi. Pensiamo al mio campo, quello ortopedico. Nel trapianto di cartilagine siamo stati tra i primi a muoverci in Europa con una metodica che abbiamo avuto la possibilità di studiare qui, nei nostri Istituti di Morfologia e di Biochimica. Dalla ricerca di base abbiamo traslato i risultati sul piano clinico definendo dei protocolli operativi che sono stati adottati in tutto il mondo, dall'Australia agli Stati Uniti ".
Allo stesso modo, si situano su di un versante avanzato della ricerca i settori della biochimica e della microbiologia. Senza trascurare le protesi d'anca assolutamente innovative ideate a Varese e il successo dell'équipe guidata dal Professor Renzo Dionigi, attuale Rettore dell'Università Insubria, che già una decina d'anni fa riuscì ad eseguire un autotrapianto di fegato.
Proprio nelle ultime settimane, poi, la nostra città ha ospitato la prima riunione del gruppo di utilizzatori clinici di OP1:
"E' una delle proteine che fanno ossificare l'osso. Superata la fase della sperimentazione, stiamo cercando di dare delle indicazioni cliniche per il suo utilizzo. In generale, stiamo lavorando con molta attenzione sull'ingegneria dei tessuti: è un campo che ci vede all'avanguardia".
Questo modello applicativo può essere ampliato a un po' tutto quello che è il rapporto tra l'Università e le strutture sanitarie della nostra provincia.
Uno strumento che favorisce questa sinergia sono le ben 32 Scuole di Specialità per laureati operative in Facoltà. E altre tre sono in attesa dell'attivazione da parte del MIUR, il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca.
"Ciascuna Scuola di Specialità ha comunque una convenzione di base con l'ospedale di Cicolo di Varese, che così si ritrova 297 specializzandi a disposizione dei suoi reparti.
Il consiglio della singola Scuola, poi, ha la possibilità d'avviare altre convenzioni con le varie strutture sanitarie del territorio, necessariamente quelle ad elevata qualità" .
E' proprio ciò che è accaduto, facilitando la diffusione dei risultati della ricerca e della didattica universitaria agli ospedali di varie località della provincia nonché ad alcune case di cura private.
"Nei prossimi mesi, inoltre, grazie alla disponibilità del nuovo Direttore Generale credo che s'arriverà a una forma di collaborazione anche con l'azienda ospedaliera Sant'Anna di Como".
Non solo, perché accanto al corso di Medicina e Chirurgia, come noto della durata di sei anni, e alle Scuole di Specialità, l'offerta formativa della Facoltà prevede anche delle lauree triennale per operatori d'area sanitaria: attualmente sono presenti a Busto Arsizio e Como, nel caso degli studi per diventare infermieri, sempre a Busto Arsizio e a Bosisio Parini per la fisioterapia e, infine, ancora a Bosisio Parini, nel Comasco, per le lezioni riservate ai futuri educatori professionali.
"Una presenza sul territorio che s'allargherà il prossimo anno con i corsi in Scienze Motorie, che prenderanno il via a Saronno, e per assistente sanitario, destinati a Gallarate".

DIONIGI: I CENTRI DI ECCELLENZA
Ecco i centri di eccellenza in campo medico presso l'Ospedale di Varese, generati dalla Facoltà di Medicina, secondo il Prof. Renzo Dionigi, primario di Chirurgia e Rettore dell'Università Insubria.
Centri di eccellenza per la ricerca di base e clinica:
- Dipartimento di Scienze Biomediche sperimentali e cliniche diretto dal Prof. Giancarlo De Luca (ricerche sul tessuto connettivo);
- Istituto di Anatomia Patologica diretto dal Prof. Carlo Capella (ricerche sull'istochimica delle endocrinopatie).
Centri di eccellenza per l'attività clinica:
- Divisione di Chirurgia generale diretta dal Prof. Renzo Dionigi (chirurgia oncologica maggiore);
- Divisione di Ortopedia e Traumatologia diretta dal Prof. Paolo Cherubino (nuovi materiali negli impianti protesici):
- Divisione di Medicina Interna diretta dal Prof. Achille Venco (ipertensione arteriosa);
- Divisione di Otrinolaringoiatria diretta dal Prof. Paolo Castelnuovo (chirurgia endoscopica di pertinenza ORL).
I criteri adottati per la definizione di "eccellente" sono:
- per gli Istituti di Ricerca di base e clinica una notorietà internazionale dovuta alla produzione scientifica;
- per le cliniche, l'essere riconosciute quale punto di riferimento nazionale ed internazionale per il trattamento di determinate patologie, quindi con pazienti che giungono non solo da diverse parti dell'Italia, ma anche dall'estero.

03/27/2003

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