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"Imprese forti, divine e grandi"

L'intenso e affettuoso rapporto che lega il cardinale Branda Castiglioni a Castiglione Olona. Una storia da riscoprire, anche ammirando le bellezze messe in luce dai recenti restauri.

Il nesso che lega la persona al luogo, e viceversa, si coglie immediatamente, intrinsecamente.
Ma non basta avvertire che il cardinale prese nome dal borgo avito. Quanti altri casi si danno di famiglie denominate dal paese di origine? Va, invece, rilevato, e fortemente, che Castiglione Olona, senza quel vigoroso suo figlio, sarebbe stato un paese come tanti altri al piede delle Prealpi, lungo la valle dell'Olona, anche se si fatica a trovarlo sulla carta geografica e a raggiungerlo agevolmente per carenza di appropriata segnaletica turistica.
Vero è, invece, che esso si segnala nel contesto non solo dell'Italia settentrionale ma dell'Europa centrale per l'assoluta rarità delle sue testimonianze storico-artistiche, pienamente imbevute della cultura del tardo-gotico europeo e nel contempo rese moderne dall'impronta dell'umanesimo cristiano del quale il prelato era altissimo interprete.
La premessa dovrebbe servire ad ingolosire il lettore poco avvezzo ad addentrarsi nei percorsi della storia dell'arte del primo Quattrocento specialmente se attinenti alle nostre zone, perché più di una persona sembra restia a considerare importanti i segnali lasciati qui da noi e preferisce cercarne altri altrove, spesso di minor rilevanza. Ecco, dunque, le opere che da sole daranno conto di quanto ho inteso anticipare. Prima di dirne nello specifico occorre delineare brevemente chi fu il cardinale Branda Castiglioni, perché ciò potrà servire ad intendere al meglio quanto fece realizzare nel borgo antico. Citerò alcune delle parole che furono dette al momento nel quale la sua salma fu riposta nel sepolcro di pietra, dove tuttora si trova, nel presbiterio della Collegiata di Castiglione Olona. In quell'occasione il suo segretario, un prete moravo, Giovanni da Olmutz, che ne aveva condiviso la vita per diciotto anni, ebbe a scrivere su di una pergamena, che si conserva nell'archivio della parrocchia: "Egli macchinava sempre imprese forti, divine e grandi…".
Particolare degli affreschi restaurati nella Collegiata e nel Battistero di Castiglione OlonaIn questo passaggio è la molla di quella persona: il mettere in moto imprese capaci di resistere nel tempo, di lasciare un segno, di derivare da una Fede che le alimentava, di renderle evidenti come una città sul colmo di una montagna che non si nasconde alla vista degli uomini ma è un segnale luminoso mandato attraverso le opere buone compiute di modo che si possa rendere grazie a Dio. Imprese di quel genere alle quali prese parte attiva furono, per dire solo delle più rilevanti, il Concilio di Pisa, convocato per sanare lo scisma della Chiesa occidentale; quello di Costanza, che, per inciso, fu indetto il 30 ottobre del 1413 nella chiesa di Santo Stefano di Viggiù alla presenza dell'imperatore Sigismondo e dei legati pontifici; quello di Basilea che si sarebbe chiuso a Roma dopo esser stato trasferito a Ferrara e poi a Firenze, nel corso del quale, a Firenze, la chiesa di Grecia si unì alla Romana; la missione di Legato pontificio in Ungheria per sopprimere gli abusi della chiesa locale e per far costruire nuove chiese nella zona di confine con i Turchi o per fondare una Università a Budapest in funzione anti-hussita dal momento che quella di Praga era passata nelle mani di Giovanni Huss e dei suoi seguaci. Quando, nel 1435, il Branda pensò di esser vicino alla fine della sua esistenza (ma sarebbe vissuto fino al 1443, a novantatre anni), si fermò per più tempo a Castiglione e diede definitivo assetto al progetto che aveva avviato nel precedente decennio, quando aveva fatto costruire la Collegiata in stile gotico lombardo.
Chiamò l'amico pittore Masolino da Panicale, che per lui aveva lavorato in San Clemente a Roma, e gli fece affrescare il Battistero e le volte dal presbiterio della Collegiata; fece erigere l'edificio della Scolastica: una scuola di musica e di retorica per servire all'educazione dei chierici alla cui educazione avrebbe provveduto a proprie spese con borse di studio pluriennali; il Pio Albergo dei Poveri, ovvero una luogo di carità nel quale sovvenire alle esigenze degli indigenti, dando così luminoso esempio di una attenzione all'umanità tutta che gli derivava da una fede vissuta intimamente ma operosamente attivata nelle opere alle quali non mancava di assicurare l'adeguato sostegno economico-finanziario per più decenni. Come non bastasse, in Collegiata raccolse tesori di arte sacra, purtroppo depredati nei primi anni del Cinquecento dalle soldataglie del cardinale di Sion, affinché fornissero prezioso corredo liturgico allo splendore della chiesa dedicata alla Madonna ed ai Santi Lorenzo e Stefano, ed allestì una biblioteca, anch'essa dispersa, che assieme alle altre fatte costruire e dotare di codici sia a Pavia sia a Budapest rappresenta una segno distintivo di altissimo valore perché il suo costruire biblioteche rispondeva ad una missione civilissima: raccogliere il sapere degli antichi e renderlo promotore del futuro mediante una educazione partecipata a chi aveva i talenti per farlo ma mancava di soldi per sostentarsi ed ai quali il cardinale dava modi e mezzi per crescere e mettersi al servizio della chiesa. La sua impronta venne lasciata anche con altre prestigiose fabbriche, servite per la sua famiglia, per la sua corte in senso umanistico ante-litteram come il suo Palazzo, quello dei Famigliari, la Chiesa del Santissimo Corpo di Cristo, modernissimo segnale di architettura brunelleschiana in chiave masoliniana. Esse incrementano il valore della sua testimonianza e rendono assolutamente indifferibile una visita attenta all'antico borgo per rendere omaggio ad un principe della Chiesa che fu uomo di Fede e di arte impareggiabile. Aggiungete, infine, come ulteriore stimolo alla curiosità, la novità assoluta della riscoperta di un affresco di scuola masoliniana resa possibile nel corso dei restauri promossi dalla Parrocchia, sotto controllo della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici, per mano di Pinin Brambilla Barcilon, famosissima nel campo per aver curato l'Ultima Cena di Leonardo a Santa Maria delle Grazie in Milano.
Orbene, sull'arco trionfale che segna il passaggio dalla navata centrale al presbiterio della Collegiata, è tornata alla luce, sotto la decorazione tardo ottocentesca in stile neo-gotico, la Dormitio Virginis, ovvero la scena che propone al fedele il momento del sonno della Madonna che non morì come creatura umana ma fu assunta in cielo in corpo ed anima. Una scena che completa magistralmente il ciclo delle immagini di Masolino che sulle vele del presbiterio aveva espresso con indicibile eleganza e rara raffinatezza i momenti gaudiosi della Vergine. L'opera, che pare di mano di Paolo Schiavo, un allievo e collaboratore del maestro toscano, è l'ultimo regalo del Cardinale Branda che nel suo borgo ha lasciato impronte degne di studio, di ammirazione e perché no, di stimolo per comportarsi nei nostri tempi con la sua capacità di macchinare "imprese forti, divine e grandi…".

    Il Museo di Palazzo Branda si amplia

    Si sono presi degli sciovinisti. Parliamo dei consiglieri comunali di Castiglione Olona che hanno deciso di acquistare l'intero Palazzo Branda Castiglioni (nella foto in basso) allo scopo di ampliare gli spazi museali allestiti nella porzione già di proprietà municipale dagli inizi degli anni '70 e visitati da 20.000 persone ogni anno. Sciovinisti perché il Comune ha deciso di esercitare il diritto di prelazione che spetta agli enti pubblici in caso di alienazione di beni di interesse architettonico e artistico. Il proprietario, l'ex calciatore del Milan Boban, aveva raggiunto un accordo per la vendita ad una coppia di inglesi. Ma il Comune ha fatto valere quel diritto, previsto da una legge del 1912 e ha ottenuto il via libera dal Ministero dei Beni culturali.
    Nella polemica contro il Comune - intentata da Alessandro De Nicola su "Il Sole 24 Ore" del 15 giugno scorso - si è detto che l'amministrazione civica intendeva acqistare ad un prezzo inferiore a quello pattuito (si è parlato addirittura di "confisca" e di "esproprio"), danneggiando così il venditore. Il diritto di prelazione prevede invece la sostituzione dell'acquirente pubblico a quello privato a parità di offerta. Dopo alcune schermaglie giudiziarie, il Comune è entrato in possesso delle chiavi lo scorso 3 novembre. "Questa acquisizione - afferma il sindaco Pier Giorgio Luini (nella foto) - ci consente di arricchire la porzione strettamente monumentale del museo aggiungendo, agli spazi già aperti al pubblico, altri come l'androne e il porticato del Palazzo, sui quali si affacciano una cucina del '400 e un vano precedentemente adibito a laboratorio di un artigiano restauratore. Inoltre, potremo dotare il museo di spazi accessori e raggiungere gli standard di sicurezza oggi previsti. Insomma, il museo di Palazzo Branda avrà in futuro un respiro più ampio."
    I Castiglione d'Italia: un nome ed un'identità
    dalla Valle d'Aosta alla Sicilia
    Un volume, promosso dall'Associazione Nazionale Città di Castiglione, dedicato a tutti gli omonimi paesi Castiglione d'Italia, che apre proprio con la nostra Castiglione Olone definita "isola di Toscana in Lombardia". Per riscoprire, usando le parole dell'introduzione di Francesco Chiucchiurlotto, presidente dell'associazione "un'identità uguale e diversa nello stesso tempo".
    Il fil rouge dell'identità del toponimo per valorizzare la storia e l'arte di venti comuni, una storia di rapporti, scambi e conoscenza.

    11/20/2003

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