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Birra Poretti, gusto Liberty

Il viaggio "liberty" di Varesefocus continua, in questo numero, con la Birreria Poretti che, nella vicina Valganna, è un interessante esempio di archeologia industriale e un autentico gioiello di questo stile, in cui funzionalità e architettura si sono perfettamente fuse creando un complesso significativo dal punto di vista sia produttivo che artistico .


LA FABBRICA DI BIRRA PORETTI
La storia della Birreria Poretti è legata al nome di Angelo Poretti che, nel lontano 1877, acquistò un terreno in prossimità delle Grotte della Valganna, su cui sorgeva un vecchio stabilimento, e costruì la sua fabbrica di birra.
Poretti scelse intenzionalmente questa zona sia perché era vicina al fiume Olona, sia perché qui esisteva una sorgente d'acqua naturale, la Fontana degli Ammalati, famosa per le sue virtù terapeutiche e per la sua pura bontà. Elemento essenziale per la produzione della birra, l'acqua di quella sorgente fu così utilizzata come base della Birra Poretti, una birra in ogni senso fatta "in casa".
Le prime birre vennero prodotte l'anno successivo, nel 1878; il successo fu enorme e immediato presso tutta la popolazione: la birra venne commercializzata ad un prezzo conveniente, alla portata di tutti.
Con l'aumento della produzione e l'aggiornamento del ciclo di lavorazione, si necessitava l'ammodernamento e l'ampliamento dell'intero complesso industriale. Il progetto venne affidato nel 1898 agli architetti Alfred e Richard Bihl di Stoccarda, specialisti in grandi impianti produttivi, e fu caratterizzato dal modernismo in voga a quei tempi. Gli architetti tedeschi portarono a Varese un esempio della funzionalità e del decorativismo dello Jungendstil (nome dello stile liberty in Germania e nei paesi del Nord Europa). I lavori occuparono il primo ventennio del nuovo secolo: in questi anni scomparve Angelo Poretti e il controllo dell'azienda passò nelle mani dei suoi successori, i nipoti Edoardo Chiesa e Angelo Magnani.

IL COMPLESSO PRODUTTIVO
Il nucleo più antico della fabbrica si trova vicino al corso del fiume Olona e costituisce la parte più interna del complesso, il quale attualmente si estende per una vasta area compresa tra la collina e la strada provinciale. Esso è formato dai diversi edifici adibiti alle varie fasi della lavorazione della birra (sala di cottura, centrale termica, cantine di fermentazione e di deposito) e dalla torre per la raccolta dell'acqua. Quest'ultima è ancora adibita alla sua originaria funzione e, per la sua altezza, costituisce un punto di riferimento visivo nel paesaggio circostante. Tutto il complesso è caratterizzato da un'originale tinteggiatura gialla e grigia che crea un certo ritmo cromatico dal punto di vista decorativo e strutturale: fasce e cornicioni, insieme a teste leonine e di creature fantastiche, scandiscono un' architettura connotata da linee orizzontali e verticali.
Le facciate degli edifici sono divise in modo regolare da serie di finestre dalle grandi vetrate, importanti per la ventilazione degli ambienti.
Elementi decorativi come lesene, grottesche, mascheroni, medaglioni con frange, gocce e conchiglie rimandano al mondo classico e della natura.
L'antica sala di cottura, detta anche Sudhaus, venne costruita nel 1907; il pregevolissimo ambiente interno è oggi utilizzato come salone di rappresentanza: completamente rivestito di piastrelle sagomate, presenta grandi e lucidi tini di rame, testimoni di una storia straordinaria e piena di successo. Esternamente, la facciata della Sudhaus si distingue, oltre che per le curate decorazioni, per i ferri battuti della pensilina e delle ringhiere della torre per le scale, non prevista nel progetto originario. Il tutto è abbellito da una decorazione a festoni di luppolo che simbolicamente allude all'origine e alla produzione della birra.

LA VILLA MAGNANI
In prossimità della Birreria sorge Villa Magnani, la casa padronale che venne costruita nel 1903 per volontà di Angelo Magnani, nipote di Angelo Poretti e successivo proprietario a capo dell'azienda.
Per progettare la sua villa, Magnani chiamò a Varese l'architetto toscano Ulisse Stacchini (Firenze 1871-Sanremo 1947) che, famoso per aver vinto nel 1912 il concorso per il progetto della Stazione Centrale di Milano, diede con questa opera prova del suo gusto orientato allo stile d'oltralpe, austriaco-secessionista.
La villa si trova in una posizione più elevata rispetto alla fabbrica, in un parco ideato sempre dall'architetto: essa oggi è sede amministrativa e di rappresentanza dell'azienda.
L'edificio, dalla sobria architettura e dai volumi importanti, si sviluppa in senso verticale, partendo da un basamento in pietra bugnata. L'intonacatura dei parametri murari è intervallata da fasce e fascioni orizzontali di mattoni; le aperture delle finestre illuminano le pareti della casa, a volte con tagli particolari, a forma di trapezio. La torretta, invece, è stata realizzata successivamente, con la copertura dell'originaria terrazza.
Molti e vari sono stati gli elementi decorativi utilizzati da Stacchini: il mondo naturale, in particolar modo floreale e vegetale, è stato plasticamente preso a modello per gli stipiti, i capitelli e le cornici.
Degni di nota sono i ferri battuti dai motivi geometrici e la scala che dalla villa porta al parco: dagli archi in pietra, che ne costituiscono la base, fuoriescono volti femminili di semplice ed elegante bellezza.

UN SUCCESSO…A TUTTA BIRRA
Gli eredi di Angelo Poretti seguirono egregiamente l'esempio del fondatore; la rinnovata veste estetica dello stabilimento si accompagnò ad un continuo e costante rispetto della qualità del prodotto.
La Birreria Poretti venne infatti concepita e realizzata su un progetto, per così dire, unitario, tenendo conto sia della funzionalità degli spazi sia dell'omogeneità del linguaggio architettonico. Le necessità strutturali e l'immagine estetica di rappresentanza si unirono in un insieme dal perfetto equilibrio e dalla giusta complementarietà.
A quel periodo risale anche una prima e ben riuscita azione pubblicitaria per promuovere la birra "made in Varese": uno dei più conosciuti manifesti raffigura, sullo sfondo cittadino in cui spicca il campanile di San Vittore, una donnina, ben vestita e sorridente, che siede vicino ad una botte dove ci sono calici traboccanti di birra e ne innalza altri due spumeggianti sopra il suo capo. Opera dei maggiori illustratori dell'epoca, questi manifesti rappresentavano, oltre al prodotto pubblicizzato, anche panorami varesini, invitando implicitamente l'osservatore a venire a conoscere le bellezze artistiche e naturali della nostra zona, meta turistica rinomata nei primi decenni del secolo scorso.
La dinastia dei Poretti uscì di scena nel 1939, quando l'azienda passò nelle mani della famiglia Bassetti di Gallarate, già proprietaria della birreria Spluga a Chiavenna. Nel 1982 il cinquanta per cento della società venne acquistato dal gruppo danese Carlsberg-Tuborg, che dal 2002 ne ha il pieno controllo.

IL CAVALIER PORETTI, UN CORAGGIOSO E ABILE IMPRENDITORE

Angelo Poretti lasciò la nativa Vedano Olona e partì con tante speranze in cerca di fortuna. La trovò in Austria ed in Boemia facendo il costruttore di linee ferroviarie. In queste terre apprese anche l'arte di fabbricare la birra. Tornato a casa con molta ricchezza decise di dedicarsi alla produzione di questa bevanda, grazie anche alla possibilità di far arrivare dalla Boemia i macchinari adatti, lo speciale luppolo che dà aroma alla birra e un maestro specializzato nei procedimenti di lavorazione e di fermentazione. Nel 1881 la Birra Poretti venne acclamata in occasione dell'Esposizione Industriale di Milano e successivamente ricevette premi in molte fiere europee: il suo proprietario fu nominato nel 1884 presidente del Comitato Permanente dell'Associazione Produttori di Birra. Poretti fu anche promotore della ferrovia elettrica Varese-Luino.
Le prime testimonianze della produzione di birra risalgono all'epoca dei Sumeri. Nel Codice di Hammurabi (1728-1686 a.C.) si trova la più antica legge che regolamenta la produzione e la vendita di questa bevanda.

06/14/2007

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