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Una passione sfrenata

Anche in provincia di Varese il rally è particolarmente seguito e praticato. Non solo su sentieri sconnessi ma anche sulle nostre strade.

Batte a nord il cuore degli appassionati varesini di rally. Sulle rampe del Cuvignone o lungo i tornanti del Sette Termini a sfiorare la Linea Cadorna e i Bedrun, i grandi bedere, le betulle, che in questi territori abbondano disegnando suggestive zone boscose. Montegrino, Cugliate Fabiasco e con alle spalle lo specchio del Verbano. Insomma nel cuore del Luinese, ma anche in Valganna, a due passi da Varese e a un soffio dalla Svizzera, su strade che si avvitano e salgono, i rallisti di "casa nostra" continuano a scrivere pagine importanti di questo sport motoristico, di cui spesso ci si ricorda che esiste solo in occasione di tragici incidenti.
Se si parla di pericolo con un rallista la risposta che si riceve è spiazzante: "Le nostre curve non sono violente". Lapalissiano il riferimento agli stadi, dove non rombano le vetture e dove le derapate non sono di casa. Eppure anche lì il morto ci scappa (anche troppo spesso).
"Il rally è guida, istinto e divertimento", spiega Alberto De Bernardi, storico pilota varesino e oggi in forza al Rallye sport club, una scuderia varesina "e poi l'atmosfera lungo le strade, ma soprattutto ai box, dove non mancano momenti di puro svago". Ma i rally non si fanno solo dove le strade si arrampicano oppure su fondi sconnessi, infangati e impossibili da percorrere per tutti, ma non per i rallisti. Il Rallye sport club infatti ha messo il proprio marchio anche sul Formula Rally Città di Gallarate. Niente dislivelli, quindi, ma tante emozioni comunque. In zona Sciarè, nella città dei due galli, si snoda un percorso di 1.030 metri, allestito rispettando tutte le norme di sicurezza e che fin dalla prima edizione, con oltre 60 vetture in gara, è subito diventato un must tra le gare del Nord Italia richiamando più di 2.000 persone tra il pubblico. L'altra perla del Rallye sport club guidato dal presidente Nicola Ferrari e lo Slalom Luino Montegrino. E' questa una gara in salita, valida nel 2005 per il Campionato italiano Slalom e che si snoda per 2.950 metri d'asfalto, lungo la statale 228. "Varese non è Imola. Però - spiega Nicola Ferrari - abbiamo una grande tradizione di rally. Merito di chi con passione dedica tempo a questo sport, ma anche del territorio e delle strade della nostra provincia. I rally varesini sono infatti sempre apprezzati sia dai piloti che dal pubblico. Su oltre 200 gare nazionali solo 8 sono valide per il Campionato italiano "Slalom" e solo 11 per il "Formula rally". Bene, tra queste ci sono la Luino Montegrino e il Città di Gallarate".
E se da un lato l'ambiente è un punto di forza del rally in quanto contribuisce alla spettacolarità, dall'altro però è anche uno dei limiti più grandi. Il motivo lo spiega Andrea Sabella, altro rallista storico varesino e tra i responsabili di Varese Corse, la seconda scuderia nostrana e anche dell'Associazione sportiva Laghi Varese Corse. "Da noi i rally si possono fare e con grande successo. L'abbiamo già dimostrato. Il problema è che in alcune zone creano un po' di disturbo nei giorni delle manifestazioni. Le strade del resto sono quelle che si percorrono tutti i giorni e per questo cerchiamo di scegliere zone poco urbanizzate. I percorsi poi non sono frutto della pura fantasia degli organizzatori, ma di un compromesso tra le esigenze di questo sport e il rispetto di chi vive e lavora sulle strade dove si gareggia". Sabella poi apre la storia del rally in provincia di Varese: "Sono ormai più di 40 anni che si fa. Ricordo la 333 minuti, gara importante che sconfinava anche in Svizzera, poi l'Aci Varese, il Città Giardino e infine quello dei Laghi, giunto alla quindicesima edizione e oggi valido per la Coppa Italia". Sabella, pilota della Varese Corse, ma anche direttore sportivo di Seat sport Italia, rivela che "i tracciati più affascinanti sono quelli che salgono al Cuvignone e a San Michele". Non solo. Spiega anche come Varese abbia fatto scuola: "Nel Rally ronde, una prova speciale da ripetere quattro volte e dove alla fine si scarta il risultato peggiore per stilare la classifica. Sono stato tra quelli che l'hanno fatta nascere prendendo spunto dal passato e organizzando qui la prima edizione. Si disputa da cinque anni e ora esiste anche un campionato ufficiale con Varese che è stata una delle tappe importanti di questa specialità".

Tra Tuning e formazione
L'altra faccia del rally. O meglio le altre sfumature di chi ha un'unica passione: quella dei motori. Tuning e corsi di formazione. Sono queste le altre due sezioni che formano il cosmo del Rallye sport club di Busto Arsizio.
Il tuning è ormai una passione assai diffusa tra i giovani che amano personalizzare la propria vettura. L'occhio poco avvezzo a queste metamorfosi meccaniche, potrebbe confondere le auto da tuning con quella da rally. Ma non è così. Alettoni, cerchi cromati, volante in pelle e tutte le altre diavolerie dentro la scocca o sotto il cofano, vengono apportate per poi partecipare a concorsi di bellezza nazionali o internazionali. Il club tuning del Rallye sport vanta oltre 150 iscritti in tutta Italia ed è tra i primi venti più numerosi del Belpaese. La peculiarità principale è di essere monomarca. In un anno organizza ben 5 raduni e partecipa a numerose kermesse motoristiche tra le quali Autokit show a Imola e Monza. Due appuntamenti must per gli appassionati.
Interessante anche la parte dei corsi di formazione, organizzati con la finalità di dare maggior consapevolezza alla passione per i motori. L'appuntamento teorico e pratico più importante è il corso per navigatori rally, ai quali vanno aggiunte le lezioni di educazione stradale e guida sicura. Il corso di navigatore è diretto ad aspiranti agonisti ed è giunto alla terza edizione. L'appuntamento motoristico in aula è patrocinato dall'Automobil Club Italiano e al termine dei momenti teorici i partecipanti svolgono il test su una vettura da gara.

02/24/2006

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