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Varese capitale della ricerca. Una scommessa da vincere

Dal progetto Galileo all'EBRI: lo scorso anno la nostra provincia si è candidata a sede di importanti iniziative scientifiche. E' nel 2002, però, che si compiranno le scelte decisive.

Una buona notizia è giunta proprio nello scorcio finale dello scorso anno: durante il vertice di Laeken, in Belgio, l'Unione Europea ha dato nuovo slancio al progetto Galileo, superando così gli ostacoli frapposti dai Paesi nordici, in particolare dalla Gran Bretagna.
Entro marzo la Commissione ridefinirà lo studio per dar vita al primo sistema di radio-navigazione satellitare tutto promosso dal Vecchio Continente. Nel giugno del 2002, poi, arriverà la decisione finale sulla sede dell'agenzia che dovrà gestire l'iniziativa. E fra le località che hanno avanzato la propria candidatura c'è Varese.
Una proposta che si è fatta autorevole lo scorso 3 dicembre, quando - in occasione della terza edizione delle "International Economic Conferences Varese" (IECV) organizzate da Formas, azienda speciale della Camera di Commercio, con l'Università Cattaneo e l'Università dell'Insubria - è toccato al Presidente dell'ente camerale Angelo Belloli dichiarare che "…grazie al patrimonio di tradizione, ma soprattutto alla ricchezza di strutture scientifiche e di realtà imprenditoriali di cui dispongono, Varese e il suo territorio possono avanzare a giusto titolo la candidatura a svolgere un ruolo di primo piano nell'ambito del programma comunitario Galileo".
Un'ipotesi subito rilanciata da Roberto Formigoni: "Mi fa piacere sottolineare proprio qui, nella storica capitale dell'industria aeronautica italiana - ha detto il Presidente della Regione - che l'aerospaziale e il satellitare s'inseriscono perfettamente in un contesto lombardo caratterizzato dal connubio fra tecnologie avanzate, servizi di altissimo livello e new economy".
Ma che cos'è esattamente il progetto Galileo?
Fino a oggi il pianeta Terra è controllato da due sistemi di satelliti di navigazione: il Gps (Usa) e il Glonass (Russia), entrambi di carattere militare.
L'Unione Europea vuole rendersi indipendente dal duopolio per motivi di sicurezza ma anche economici. Le applicazioni, infatti, sono moltissime: non solo il controllo delle rotte di navi e aerei, come già accade, bensì anche il salvataggio di dispersi in mare o montagna e il controllo dei flussi di traffico su autostrade e grandi città. Fino ai navigatori montati dalle automobili più prestigiose: si indica al computer di bordo la destinazione (precisa sino al numero civico) e poi non si deve far altro che seguire le indicazioni fornite, passo per passo, dal sistema ad alta tecnologia.
La struttura principale di Galileo sarà formata da circa 30 satelliti disposti su tre orbite intorno al pianeta a un'altezza di circa 23 mila chilometri. Entro il 2005 dovranno essere sviluppati le componenti terrestri e i satelliti, da lanciare in orbita nel 2007, così che dal 2008 la rete potrà essere pienamente operativa.
Il progetto Galileo, che vedrà il coinvolgimento di partner privati, è tra i più ambiziosi dell'Unione Europea: lo stanziamento previsto è di circa 330 milioni di euro. Il nostro Governo, poi, ha garantito un sostegno finanziario considerevole (oltre 300 milioni di euro) e, perciò, la scelta di una sede italiana appare assai probabile. Da qui l'ipotesi di una candidatura varesina. Tanto più importante perché l'iniziativa - vista la possibilità fornita alle aziende coinvolte di offrire servizi di valore aggiunto in ogni angolo del globo - sembra in grado di poter determinare un giro d'affari di oltre 500 milioni di euro. Dopo che già era stato lanciato il piano per portare sul nostro territorio il grande laboratorio europeo sul cervello (European Brain Research Institute/Ebri) voluto dal Premio Nobel Rita Levi Montalcini, Varese si propone, quindi, per un'altra iniziativa di altissimo profilo.
Due candidature che, peraltro, non risultano isolate nel contesto di una città e una provincia che nei mesi scorsi hanno mostrato, sempre più, di voler investire sulla ricerca scientifica e sulla cultura, puntando a diventare luogo d'incontro di cervelli a livello mondiale. Non è difficile fare un elenco ricco di realtà significative, a iniziare dal ruolo ormai consolidato assunto dalle due Università presenti in provincia, la Cattaneo e l'Insubria. Di massimo rilievo appaiono anche la presenza a Ispra del Centro Comune di Ricerca, che con i suoi 1.500 addetti è il più importante dell'Unione Europea, l'impegno del Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento e della Tecnocity di Busto Arsizio oltre all'attività scientifica svolta nei centri-studi di numerose imprese private. Per passare poi all'apertura al pubblico non più tardi del settembre 2000 della Galleria d'Arte Contemporanea di Villa Panza."Stanno maturando i frutti della riconversione industriale e delle trasformazioni avviate negli anni passati" è l'opinione del Professor Francesco Boccia, docente dell'Università Cattaneo, che ha elaborato uno studio sull'impatto che le tecnologie avanzate potranno avere in provincia di Varese. "Si vanno affermando nuove identità, nuove imprese dove conta sempre di più non 'chi ha' ma 'chi sa'. Certo, occorre attirare iniziative importanti e risorse economiche in una logica di marketing territoriale così da garantire linfa vitale a questo processo". In tal senso, i progetti Galileo ed EBRI costituiscono due eccellenti opportunità. Le pedine per favorire il loro approdo nel Varesotto sono state mosse. Adesso più che mai è necessario che tutti i soggetti politici, gli enti locali si muovano assieme per far sì che il 2002 sia l'anno in cui si possa dire vinta la scommessa di una Varese "capitale della ricerca".

01/18/2002

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