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Il legno sull'acqua

I rari esemplari di barche di legno impegnano nella loro manutenzione e gratificano, negli sguardi ammirati dei turisti, gli amorevoli proprietari che dedicano, a questi gioielli, le medesime attenzioni che si danno a una figlia. E una manifestazione appena svolta sul Lago Maggiore ha riunito tutti gli appassionati.



Gli oggetti più delicati sono spesso i più preziosi, quelli a noi più cari non nel senso materiale del termine, ma soprattutto in quello affettivo. Vivendo in un territorio arricchito dalla presenza di laghi quale il territorio varesino, possiamo facilmente "curiosare" tra le barche ormeggiate in un porto qualsiasi e può capitare di scambiare qualche parola con un appassionato di nautica, certi che questi ci racconterà, con malcelato orgoglio, gli innegabili pregi e le dettagliate caratteristiche della propria imbarcazione. Ma se per caso, sempre aggirandoci nel medesimo porticciolo, notiamo qualcuno armeggiare indaffarato attorno ad una barca di legno e se questi avrà voglia e tempo per parlare, ci si troverà di fronte ad un appassionato sognatore d'altri tempi. Il proprietario di una barca di legno ci parlerà di "lei" come di una persona in carne ed ossa, di una figlia, o almeno di "una di famiglia". Ne enumererà i pregi con orgoglio decantandone la linea, la maneggevolezza, le caratteristiche dello scafo, se a fasciame o compensato, addentrandosi quindi nell'oscuro mondo del linguaggio tecnico e lasciando intuire all'ascoltatore la finezza dei lavori di mantenimento eseguiti. Si sa, le figlie danno spesso grattacapi. Un oggetto, quanto meno, dovrebbe essere più facile da trattare, ma nello specifico caso di una barca di legno, le preoccupazioni legate alla sua cura sono molte e non trascurabili. Sicuramente il legno, seppur tagliato, piegato e modellato fino a fargli prendere la forma di uno scafo, poi trattato ed impermeabilizzato, si mantiene sul confine tra il mondo inanimato degli oggetti e quello animato delle creature viventi. Il legno sente le stagioni e accusa le improvvise variazioni climatiche così come la mancanza di moto in acqua. Il proprietario di una barca in legno deve scongiurare il rischio di marcescenze ed essiccamenti, verniciare con cura ogni sua parte, farle prendere aria, evitare lunghe rimesse forzate in luoghi umidi e caldi. In poche parole è necessaria una certa dedizione, passione e tempo libero. Fin qui però si è parlato solo di doveri e responsabilità. Sicuramente ad ognuno di questi appassionati è capitato il giorno in cui guardare con invidia il proprio vicino di porto che con una passatina di straccio sul ponte di vetroresina è pronto per l'uscita in barca. Ma le soddisfazioni durature sono anche quelle che si prendono con maggior lentezza. E dopo lunghi preparativi, la prima mattina di bel tempo sarà tale da ricompensare tutti gli sforzi compiuti. Si mette fine alle giornate di lavoro passate in coperta a bonificare pozzetti, golfari, cornici e tutte quelle altre parti soggette a pericolose infiltrazioni, per prendere il largo cullati dalle onde del lago. E forse proprio perché memori delle ore passate chini sulla propria barca, il navigar sarà più dolce!
Sicuramente una gita al lago con un'imbarcazione di legno ha il sapore e l'intensità di un'esperienza unica. L'atmosfera che crea il colore del legno tutto intorno, il buon profumo che sprigionano le assi riscaldate dal sole, gli scricchiolii dovuti a piccoli assestamenti del legno, danno maggior conforto di qualsiasi altra imbarcazione. Ci si sente più rilassati e a proprio agio su una barca di legno e si ha come l'impressione di aver sotto mano qualcosa di vivo, docile e domestico. A volte, quando la folla estiva dei turisti lacustri ha lasciato il posto a chi il lago lo vive in ogni stagione dell'anno, la sensazione che si prova a bordo di una di queste barche è simile ad un viaggio nel tempo. Si naviga verso l'isolino Virginia sul lago di Varese, o incontro all'isola Pescatori sul lago Maggiore, oppure ai piedi del severo Eremo di Santa Caterina del Sasso e ci si può immaginare calati in un altro tempo, un'altra dimensione, più umana e tranquilla, nostalgica e addolcita dai voli fantastici che la nostra immaginazione compie quando si trova nelle condizioni migliori per lasciarsi trasportare dalle impressioni dei sensi. Un appassionato di imbarcazioni di legno qualche giorno fa mi disse: "Avere una barca di legno, e a maggior ragione se è d'epoca, significa non andare praticamente più in barca. Ma quando la porti fuori, quando senti il motore che canta e tutto è al suo posto, ti dà una soddisfazione tale che te la porti dentro per una vita". A difesa di questo modo di vivere il proprio tempo libero sul lago e a difesa delle imbarcazioni di legno antiche e non, vorremmo segnalare l'esistenza di una meritevole associazione nata nel Luglio 2002 "Il legno sull'acqua" che ha per scopo la valorizzazione delle imbarcazioni d'epoca e classiche in legno, la loro conservazione ed il loro restauro, nonché la promozione e la diffusione del patrimonio tecnico e culturale della nautica del Lago Maggiore. L'Associazione, che vive dell'entusiasmo del suo presidente e dei suoi associati, per lo più proprietari di imbarcazioni di legno, fa riferimento al Riva Club Lago Maggiore e organizza a Ranco tra fine agosto e i primi di settembre una manifestazione interessante legata alla nautica. Quest'anno la seconda edizione della manifestazione "Il legno sull'acqua" è stata dedicata alle imbarcazioni da corsa a remi, a vela e a motore, un'occasione unica per ammirare diverse splendide imbarcazioni e per potersi avvicinare a questo mondo così affascinante.

L'associazione culturale "Il Legno sull'acqua"
Angera (Va) in Via Varesina 7
tel. 0331 976802 fax 02 55213026 - cell. 335 6893569
e-mail: legnosullacqua@hotmail.it

09/23/2004

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