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In vacanza con la sacca da golf

Un esordio promettente per il primo Expo internazionale del golf, ospitato a Malpensafiere e che ha promosso Varese come una delle province maggiormente votate, per strutture e numero di praticanti,a questo sport.

La passione del golfista non va mai in vacanza. Il golfista sì e non è mai un turista per caso, bensì un viaggiatore consapevole che sceglie la meta di relax in base alla presenza di impianti di golf. Proprio il turismo abbinato alla pratica del golf è stato uno degli argomenti principe del Primo salone internazionale del golf e non solo per la massiccia presenza di tour operator che hanno partecipato al workshop a loro dedicato, ma anche perché di "viaggi e green" si è parlato in termini di rilancio economico per l'Italia e la provincia di Varese, territorio di buona tradizione golfista. La stagione vacanziera 2004 è stata archiviata come una delle più difficile a partire dal dopoguerra. Ma nonostante la crisi il mercato del turismo golfistico ha tenuto le posizioni conquistate. Lo dicono i dati: il numero di coloro che impostano le proprie vacanze in base all'esistenza di campi da golf erano è infatti passato dagli 8 milioni del 1989, ai 15 del 1998, ai 20 milioni del 2003. Le proiezioni del 2006 prevedono un costante aumento e fissano il dato a 25 milioni di turisti golfisti. In Italia il mercato dell'incoming golfistico-turistico è ancora agli albori e le realtà italiane riescono ad arrivare sul mercato internazionale solo in maniera sporadica. Uno dei motivi è la mancanza di coordinamento del movimento golfistico. Eppure non mancano certo le potenzialità visto che nel Belpaese vi sono più di 300 impianti da golf. Nel panorama italiano l'avanguardia in questo momento è rappresentata dall'Emilia Romagna, che ha attuato un progetto, grazie a un contributo regionale, il quale ha coinvolto le strutture golfiste e quelle ricettive per poi travalicare i confini del mercato turistico nazionale. Un mix questo di capitale pubblico e privato che ha portato nelle strutture emiliane aderenti all'iniziativa un incremento del 70 per cento nella stagione in cui l'Italia ha avuto un'emorragia turistica pari a 3 milioni. Numeri questi, che aggiunti all'annunciata riforma dell'Enit e all'aumento dei fondi per la promozione del turismo in Italia permettono di guardare al futuro con ottimismo, ma solo se i soggetti pubblici e privati interessati sapranno "fare sistema". Ciò significa che il pubblico dovrà investire e il privato dovrà studiare forme di consorzio e garantire punti accessibili, accoglienza e manutenzione degli impianti 12 mesi all'anno. Insomma il golf, fino a questo momento considerato uno sport d'elite, potrebbe diventare un traino del rilancio economico, grazie anche all'indotto.

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