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Le attese di imprenditori e lavoratori

Che cosa si aspetta dai nuovi parlamentari il mondo dell'economia e del lavoro varesino?

CARLO BOTTINELLI
(Presidente dell'Unione delle Associazioni Commercianti della Provincia di Varese)
La richiesta più immediata è che ci sia maggiore attenzione verso il nostro territorio. Nel passato, anche recente, abbiamo ottenuto poco o nulla: tante promesse, parole, fatti ben pochi.
Emblematica è la situazione disastrosa sul piano delle infrastrutture: mancano strade, ferrovie…
In particolare, ai futuri parlamentari chiedo maggiore attenzione per le zone di montagna, che stanno impoverendosi sempre di più.
Occorrono iniziative per invogliare la gente a rimanere: oggi ci sono zone in cui non è possibile, per esempio, acquistare beni di primaria necessità. Eppure si tratta di paesini bellissimi, con grandi tradizioni che, però, stanno scomparendo.
Poi, è ovvio, ci sono i problemi più evidenti. Basti pensare soltanto alla questione carcere di Varese: ci avevano raccontato della possibilità di trovare una soluzione, sennonché abbiamo scoperto che la nostra città era soltanto fra le riserve nella classifica delle risorse economiche messe a disposizione dal Ministero. E' stato un caso emblematico!
Ci si deve rendere conto, insomma, che il Varesotto non può più vivere solo sulle spalle di un passato sia pur glorioso.
La classe politica locale deve mettersi in moto per riportare il Varesotto nelle parti alte delle classifiche nazionali.

GIORGIO MERLETTI
(Presidente dell'Associazione Artigiani della Provincia di Varese)
Decentramento amministrativo, attuazione del principio di sussidiarietà, progressiva detassazione e grande attenzione ai problemi del territorio: sono questi i grandi temi.
Si tratta di nodi fondamentali per permettere la crescita e lo sviluppo non solo del mondo produttivo, ma di tutta la società, e che vanno affrontati con la massima urgenza.
Dai parlamentari eletti nel Varesotto ci aspettiamo, naturalmente, un'attenzione particolare ai problemi storici del territorio: in primo luogo, la carenza o inadeguatezza delle infrastrutture, grave freno al decollo dell'economia e della competitività messo ancor più in evidenza dall'aumento di traffico legato a Malpensa.
Non dovrà essere dimenticato il frontalierato e le sue ripercussioni sul tessuto produttivo delle zone di confine.
Nel momento in cui verranno affrontate le riforme strutturali a livello nazionale ci aspettiamo che siano operate scelte compatibili con le esigenze delle piccole imprese, che rappresentano la stragrande maggioranza del tessuto produttivo del nostro Paese.
Qualche esempio? Un mercato del lavoro più flessibile; uno spostamento della contrattazione dal "centro" al territorio per offrire risposte più funzionali alle condizioni produttive e professionali delle diverse realtà produttive; un riequilibrio dello stato sociale nella direzione di una maggiore libertà di scelta dei cittadini; una grande attenzione alla formazione, che deve essere organizzata ascoltando anche le necessità delle imprese e una progressiva riduzione della spesa pubblica.

MARINO VAGO
(Presidente dell'Unione degli Industriali della Provincia di Varese)
Un impegno maggiore del passato per la difesa e la promozione della nostra provincia.
Vorrei poter trovare tra i nostri futuri parlamentari innanzi tutto la consapevolezza che il livello di benessere raggiunto dal Varesotto non può essere considerato come una conquista acquisita per sempre.
La competitività si misura oggi a vari livelli: quello del Sistema Paese, quello delle imprese, ma anche quello territoriale.
Ne consegue che, se altri territori diventano più appetibili del nostro - perché, ad esempio, possiedono una migliore dotazione di infrastrutture - il rischio è che le nuove iniziative imprenditoriali vadano ad insediarsi altrove e che quelle già insediate possano decidere di trasferirsi.
Abbiamo perciò il dovere di preservare in tutti i modi la competitività del nostro territorio e per fare questo è necessario fare coalizione.
Ecco allora il secondo auspicio: vorrei che, con la consapevolezza di fare qualcosa di utile per la provincia che li ha eletti, tutti i nostri parlamentari imparassero a fare gioco di squadra, senza lasciarsi imbrigliare dalle contrapposizioni partitiche.
In definitiva, mi piacerebbe che, a Roma, non si dimenticassero di essere varesini. Almeno, quelli che lo sono davvero.

PASQUALE GERVASINI
(Presidente dell'Unione Provinciale Agricoltori)
Le aziende agricole hanno esigenze non diverse da quelle di altre che operano nei settori dell'industria, dell'artigianato o del commercio.
Siamo penalizzati proprio come loro dalla carenza di moderne infrastrutture, dai trasporti alle comunicazioni.
Chiediamo ai futuri parlamentari un grande impegno per il rilancio della competitività delle imprese, con la riduzione della fiscalità e degli oneri previdenziali.
Servono, poi, una maggiore flessibilità nei rapporti di lavoro e una politica di supporto ai giovani che vogliono accostarsi alla nostra attività.
Non intendiamo dare ascolto a chi un giorno sollecita un improponibile ritorno al passato e il giorno dopo denuncia la fame nel mondo. Gli agricoltori sono imprenditori che vogliono produrre ricchezza e occupazione.
L'agricoltura moderna è, e vuole essere, anche sicurezza alimentare, qualità dei prodotti, conservazione dell'ambiente e gestione del territorio.

IVANA BRUNATO
(Segretario Provinciale CGIL)
Una priorità è migliorare il sistema dei trasporti, soprattutto per quanto riguarda le ferrovie, che versano in uno stato indecoroso. Valorizzare il trasporto su ferro vorrebbe anche dire migliorare la qualità della vita ambientale, che nel Varesotto è bassa: lo dimostrano drammaticamente i dati sulla diffusione di alcune malattie.
Occorre, inoltre, uno sforzo maggiore in tema di formazione: l'abbandono scolastico oggi è troppo elevato. Questo comporta un elevato rischio di decadenza per il nostro territorio.

MARCO MOLTENI
(Segretario Provinciale UIL)
In testa a tutte le esigenze metto lo sviluppo compatibile, tenendo conto della storia, della tradizione e della vocazione della nostra provincia. Bisogna promuovere quelle iniziative e quegli investimenti capaci di rilanciare una gestione programmata del territorio.
In questo quadro, si collocano i problemi infrastrutturali (la priorità va alla ferrovia) e la necessità, da un lato, di conservare le posizioni nell'economia manifatturiera, dall'altro, di far crescere il turismo.

GIUSEPPE SOFIA
(Segretario CISL Varese Laghi)
Varese ha bisogno di grandi interventi, con politiche di qualità rivolte allo sviluppo anche del sistema industriale. Bisogna essere vincenti nella competizione internazionale fra i territori: ecco perché servono servizi e infrastrutture degni di un'economia e di una società avanzate.
Questo si deve coniugare con un'attenzione crescente verso il tema della formazione e rispettando la dignità dei lavoratori anche in materia d'occupazione.

LUIGI MAFFEZZOLI
(Segretario CISL Ticino Olona)
Il nodo di fondo è la gestione delle trasformazioni, assai importanti, in atto sul nostro territorio. Da una parte si tratta di mantenere la natura manifatturiera, che ha fatto la fortuna di questa provincia, dall'altra, di dare una soluzione ai problemi legati alle infrastrutture. Pensiamo a Malpensa o alla futura Cargo City.
Certo, bisogna considerare anche l'impatto che tutto ciò avrà sul piano ambientale e rivolgere grande attenzione al tema della formazione.

04/19/2001

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