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Rinasce il Teatro Sociale: un gioiello per Busto Arsizio

La prima dello scorso 8 marzo ha segnato il ritorno all'attività di una struttura rinnovata nello stile e nello spirito. La novità del "Caffè letterario" e il palcoscenico tra i più grandi della Lombardia.


Le origini risalgono alla fine del Diciannovesimo secolo, quando fu realizzato per volontà di una donna, Carolina Candiani Durini, e inaugurato nel settembre 1891.
La serata di venerdì 8 marzo 2002 - giornata della "Festa della donna", una data scelta proprio in omaggio alla fondatrice - ha segnato, però, una vera e propria rinascita del Teatro Sociale. Dopo due anni di restauro, infatti, una delle sale maggiormente ricche di storia della provincia è tornata a disposizione di Busto Arsizio e dei suoi abitanti in occasione della messa in scena, a cura del gruppo "Gli Atecnici", della piéce tratta dalla Divina Commedia "Nel mezzo del cammin di nostra vita".
E un'altra donna, la regista Delia Cajelli è stata tra le protagoniste di un intervento che ha donato all'intero alto Milanese un gioiello raffinato qual è oggi il Teatro Sociale. Insieme a Francesco Lambiase, fino a pochi mesi fa industriale del settore tessile, è diventata proprietaria del teatro stesso. Ad aiutare questa coppia che ha saputo sviluppare una forma d'imprenditorialità nel settore culturale, il sostegno finanziario d'alcuni sponsor per i lavori infrastrutturali, in primis il Credito Valtellinese, e la partnership con l'agenzia pubblicitaria Deco.
E' nato così un moderno polo dello spettacolo, con un'attività articolata su diversi spazi: oltre alla sala teatrale - con il suo palcoscenico che è tra i più grandi della Lombardia e che, nel passato, ha visto recitare personaggi di spicco quali Ermete Zacconi, Anna Magnani e Vittorio De Sica - il "Caffè letterario" e, prossimamente, il ristorante "Il ridotto". In particolare, il caffè è stato ideato sviluppando uno stile che richiama gli anni Trenta e avrà una vita autonoma rispetto al teatro perché dotato d'accessi indipendenti. Affidato all'architetto bustese Daniele Geltrudi, il progetto di restyling dell'intero edificio - dal costo superiore al milione di euro - ha puntato a valorizzare le grandi epoche di splendore del teatro, pur dandogli un aspetto che "parla" un linguaggio contemporaneo.
Così, l'atrio è ora bianco e luminoso e riporta in evidenza la spazialità tipica degli anni Cinquanta; a caratterizzare quest'area anche una nuova parete-portale e una grande scritta pirandelliana tratta da "Questa sera si recita a soggetto".
La sala teatrale, poi, è tornata alla tradizione con il prevalere di quel rosso vivo delle poltrone e del sipario tipico nella storia decorativa dei palcoscenici di prestigio.
Presto, inoltre, anche la facciata esterna riacquisterà le sue forme originale. Completata la ristrutturazione della nuova "casa del teatro" che dà su piazza Plebiscito e rimesso in moto il circuito delle rappresentazioni artistiche, adesso l'obiettivo dei protagonisti di quest'ambizioso progetto è di riavvicinare alla drammaturgia, considerata a torto un fenomeno d'élite, i cittadini di Busto Arsizio e, più in generale dell'intero alto Milanese. Ecco perché, tra le iniziative previste, c'è anche un corso di educazione permanente al teatro, che verrà ospitato dal "Caffè letterario" ogni lunedì sera.

03/28/2002

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