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Dai "picasass" al distretto estrattivo

La tradizione delle pietre varesine si rinnova grazie a un gruppo d'imprese che fa dell'alta qualità produttiva la sua carta vincente. L'impegno per il ripristino ambientale. Ad autunno il nuovo "Piano cave".

La svolta è già avvenuta, alla metà degli anni Ottanta. Le imprese del polo estrattivo varesino - fino ad allora caratterizzato da un'alta frammentarietà e da una struttura societaria a dimensione limitata - seppero compiere il salto di qualità consolidando la propria presenza sul mercato e, al tempo stesso, rafforzando l'attenzione verso il rispetto dell'ambiente: lo sforzo per il ripristino delle cave è diventato un elemento costante nella loro attività.
Oggi questo settore - forte anche di una tradizione che risale a poco dopo l'anno Mille con le prime estrazioni della celebre pietra di Viggiù - si propone come un vero e proprio distretto: una dozzina di aziende con una produzione quantitativamente elevata (l'impresa che produce meno tocca i 160 mila metri cubi) e caratterizzata da una grande qualità, molto apprezzata dal mercato. Il tutto senza trascurare l'aspetto occupazionale: si parla di circa centosettanta dipendenti, oltre a quelli legati a un indotto piuttosto significativo anche su questo piano.

Una produzione di qualità
"In particolare, l'estrazione della sabbia e della ghiaia costituisce attualmente un'attività di gran rilievo per il contesto economico varesino - ci spiega il geologo Gianluigi Traversi, responsabile della sezione "Suolo e Sottosuolo" all'interno del settore Territorio dell'Amministrazione Provinciale -. Sono aziende che hanno saputo strutturarsi come vere e proprie imprese moderne, a differenza di quelle di altre aree geografiche anche lombarde, dove prevale ancora la piccola realtà artigianale".
I giacimenti del Varesotto sono molto profondi, con spessori di trenta o addirittura quaranta metri. E questo garantisce volumi estrattivi ampi rispetto alla superficie "…così che non si deve neppure cavare al di sotto della falda, come succede invece a sud di Milano".
Un rischio scongiurato in entrambi i grandi bacini di produzione della sabbia e della ghiaia di cui dispone il nostro territorio: il bacino dell'Olona, che parte dalla Valceresio e si allunga fino all'Alto Milanese, e quello del Ticino dove, insieme al materiale per l'industria delle costruzioni, si estrae ancora qualche ciottolo arrotondato da utilizzarsi per la famosa "rizzada" che ricopre tuttora alcuni ricercati pezzi di strada. Il riferimento è, per esempio, alla salita lungo le cappelle del Sacro Monte di Varese.

Le pietre ornamentali
Accanto a questa attività estrattiva, che costituisce quella di maggior rilievo per il contesto economico provinciale, nella parte settentrionale del Varesotto rimangono attive pure alcune cave in roccia, comprese due miniere per l'estrazione del cemento.
"In questo caso, però, il rilievo di gran lunga maggiore, anche per una ragione di carattere storico - interviene di nuovo il geologo Gianluigi Traversi - va attribuito alle cosiddette pietre ornamentali, che nel passato hanno dato gran lustro al nostro territorio. Come pure a quei suoi abitanti che erano diventati particolarmente abili nella lavorazione di queste pietre". Il riferimento obbligato è, in primo luogo, ai celebri "picasass" di Viggiù che, sin poco dopo l'anno 1000, si illustrarono nell'architettura e nella scultura utilizzando per le loro opere le pietre della Valceresio.
E' del 1040 l'abbazia di San Gemolo a Ganna, posta sulla strada tra Varese e Bellinzona. Sono di questo periodo, con ogni probabilità, i primi viaggi al di là delle Alpi dei Maestri comacini - e di quelli viggiutesi sulla loro scia - per affinare la loro maestria a contatto e confronto con i costruttori delle grandi cattedrali francesi.
"La tradizione dei picasass, allungatasi nell'arco dei secoli con opere quali le colonne del Sacro Monte oppure la Galleria Vittorio Emanuele e Palazzo Litta a Milano, ha poi vissuto un momento d'oro - precisa lo stesso Dottor Traversi - ancora tra il 1900 e il 1930: la pietra delle cave di Viggiù e Saltrio in quel periodo fu particolarmente apprezzata per decorare le grandi residenze, anche dell'alta borghesia milanese".
Fu l'ultimo sussulto: dopo aver trovato uno spiraglio a cavallo fra le due Grandi Guerre nell'emigrazione verso la regione statunitense del Vermont, ben presto la grande tradizione degli artisti della pietra della Valceresio sarebbe andata a spegnersi, fino alla chiusura definitiva delle ultime cave all'inizio degli anni Ottanta.
Oggi è rimasta una sola pietra ornamentale estratta nel Varesotto: si tratta del porfido di Cuasso, i cui pezzi migliori sono molto ricercati per arricchire sul piano estetico le abitazioni.

Il ripristino ambientale
Nel frattempo, è aumentata notevolmente la sensibilità delle imprese del distretto estrattivo varesino verso il tema del rispetto ambientale.
"Non c'è dubbio che negli ultimi anni si sia fatto molto su questo versante, lavorando bene - conferma il responsabile della sezione "Suolo e Sottosuolo" dell'Amministrazione Provinciale -. Penso alla cava di Uboldo, dove una volta cessata l'attività estrattiva l'area è stata trasformata in un tiro al piattello. E ancora a Somma Lombardo, che ha visto sostituire una cava con il laghetto dei Gabbiani".
Certo, dopo questi passi in avanti significativi, si può pensare a un ulteriore salto di qualità: occorre guardare al ripristino con un atteggiamento più evoluto…"Il recupero non può ridursi al solo piantare degli alberi su di un terreno in precedenza sfruttato a cava, come talvolta ancora accade - dicono negli uffici dell'Amministrazione Provinciale -. A lungo termine diventa più significativo, e probabilmente meno costoso per l'impresa, puntare sulla manutenzione del verde così che le piante resistano nel tempo e non si sia costretti a dover, periodicamente, ripetere l'intervento di piantumazione".
Una concezione del ripristino ambientale che è stata recepita nel "Piano cave" che l'Assessore Floriana Delmirani presenterà il prossimo autunno, prevedendo anche forme di collaborazione in tal senso con le imprese del distretto estrattivo varesino.

Per saperne di più
Il libro "Picasass" e, all'interno del Museo Butti di Viggiù (tel. 0332 486510), la raccolta dei vecchi attrezzi per la lavorazione della pietra, curata da Gianpiero Gattoni.


Le imprese del settore estrattivo associate all'Unione Industriali
Cava Fusi Spa
Via IV Novembre 194 - Uboldo
Ricerca, estrazione, coltivazione, lavorazione,
commercializzazione materiali sabbio-ghiaiosi

Cava Malpensa Srl
Via Morazzone 5 - Varese
Estrazione sabbia e ghiaia

Cave Bonini Calcestruzzi Srl
Via Montecchio 4 - Vizzola Ticino
Estrazione sabbia e ghiaia da cava e confezionamento calcestruzzo

Cave Del Ticino Spa
Via San Siro 1 - Lonate Pozzolo
Estrazione sabbia e ghiaia

Cave Di Lonate Pozzolo Srl
Via Xxiv Maggio 180 - Lonate Pozzolo
Estrazione sabbia e ghiaia

Fabio Premazzi Eredi Srl
Via Cantore N. 4 - Venegono Inferiore
Estrazione sabbia e ghiaia, produzione calcestruzzo preconfezionato
Fratelli Mara Srl
Via Ceresio 35 - Lonate Pozzolo
Estrazione sabbia e ghiaia, produzione
calcestruzzo preconfezionato

La Rasa Srl
Via Provinciale 198 - Varese
Estrazione di minerali e prodotti di cava

Lari Srl
Via Volta, 1 - Merone
Escavazione sabbia e ghiaia

Rainer Srl
Via Boccherini 27 - Arcisate
Estrazione sabbia e ghiaia

Salnova Spa
Località Monte Oro - Saltrio
Estrazione, lavorazione e commercializzazione sabbia e pietrisco;
estrazione e lavorazione pietre d’opera in porfido, cubetti, lastrame, pavimenti

Trigo Srl
Via Monte Sole, Snc - Brezzo Di Bedero
Estrazione sabbie e ghiaie

06/21/2001

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