Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

Logistica, nuovo business per il Varesotto

La logistica come una leva, sulla quale fare forza per essere più competitivi. E le imprese si trovano a dover mappare il proprio sistema logistico con l'individuazione di stabilimenti, magazzini e vie di comunicazione, ma anche a dover scegliere se fare da sé o esternalizzare il servizio.

Un esercito che movimenta uomini, mezzi e viveri in modo errato è destinato ad essere sconfitto, così come sarà in difficoltà quella massaia che fa la spesa senza sapere quanti ospiti il marito porterà a cena: lo stesso vale per le imprese e le loro scelte logistiche. La logistica si presenta dunque per le imprese, anche quelle di piccole e medie dimensioni, come una leva, sulla quale fare forza per essere più competitive, a patto che ci si intenda da subito sul significato dei termini e sulle variabili che entrano in gioco.
E' quanto è emerso chiaramente durante il convegno "La logistica come leva di vantaggio competitivo" organizzato dell'Unione degli Industriali della provincia di Varese e svoltosi all'Università Carlo Cattaneo di Castellanza. "Negli ultimi decenni - spiega infatti il professor Fabrizio Dallari, docente di Logistica e Supply Chain Management - si è affermata una concezione molto più aperta e complessa di logistica: quella di infrastruttura operativa della supply chain, ovvero in altre parole di un sistema che gestisce le transazioni fisiche e informative di una pluralità di imprese che partecipano ad una precisa catena".
Se ci fosse bisogno di una conferma dell'importanza della logistica, si potrebbe cercarla nel crescente interesse per l'argomento da parte della vicina Svizzera. Un interesse che va valutato con attenzione, dal momento che il Canton Ticino si candida a un ruolo di primo piano per lo sviluppo di un sistema logistico mettendo sul tavolo carte che, almeno in parte, anche il Varesotto possiede o potrebbe arrivare a possedere.
In una intervista pubblicata sul numero di settembre del periodico Swiss Money si ipotizza per il Ticino un ruolo di centro direzionale della logistica europea, sul modello di Hong Kong che da piccolo lembo di terra è assurto a centro nevralgico dei traffici del continente asiatico con ricadute positive per tutte le imprese del territorio.
Ma quali sono gli elementi che l'imprenditore deve prendere in esame quando affronta un argomento tanto complesso da richiedere l'integrazione delle attività di imprese con tutto il contesto esterno? Dallari suggerisce una strada in 5 tappe. "La prima componente del processo logistico - afferma - è sicuramente l'analisi delle esigenze del cliente dal punto di vista dei servizi, vale a dire puntualità, rapidità e accuratezza, ma anche dal punto di vista dei flussi e dei volumi da movimentare". In secondo luogo occorre fare una mappatura del proprio sistema logistico con l'individuazione di stabilimenti, magazzini e vie di comunicazione, ma anche con la scelta non indifferente se fare da sé o esternalizzare il servizio, ricorrendo a operatori in grado di gestire in outsorcing un servizio completo. Quindi il terzo passo è la pianificazione dei flussi logistici intesa come previsione della domanda, gestione delle scorte e pianificazione delle attività distributive, produttive e degli approvvigionamenti. Anche la scelta del mezzo di trasporto è importante perché chiama in gioco diverse variabili strategiche come ad esempio il tempo di viaggio, i volumi, i costi, ma anche le scorte viaggianti che rappresentano per l'azienda una immobilizzazione di capitale spesso non indifferente.
Da considerare poi gli aspetti della logistica operativa, di come cioè in concreto si muoveranno pallet e camion. Infine, da ultimo, ma non meno importante, vi è l'aspetto della misura delle prestazioni logistiche con la verifica della qualità del servizio, la misurazione dei costi e il reporting del servizio erogato ai clienti.
Questa valutazione rappresenta un passo decisivo e fondamentale per l'impresa, anche per valutare la possibilità di dare all'esterno la gestione della logistica, ottimizzando il processo e diventando quindi più competitiva.
"Fare outsorcing - spiega Dallari - significa far gestire esternamente qualche cosa che non rappresenta il cuore della mia azienda". In questo senso già dagli anni '70 si è cominciato ad esternalizzare la logistica, dapprima demandando a un soggetto diverso solo l'esecuzione ed il coordinamento del trasporto merci e del magazzino, per arrivare ad una progressiva estensione dei compiti al partner logistico, che può essere investito anche delle competenze di pianificazione.
In Italia la logistica in outsorcing rappresenta oggi il 15% di tutto il mercato logistico contro il 39% della Gran Bretagna, il 30% della Francia e il 27% della Germania. Un dato che è destinato a crescere nei prossimi anni a ritmi sostenuti. Non solo, ma i più grandi operatori presenti in Italia hanno quasi tutti targa straniera: tra le quindici società leader solo 6 sono italiane e le prime tre posizioni sono occupate da Deutsche Post, Tnt e Saima Avandero delle Ferrovie Belghe. Tuttavia si calcola che nel 2006 il mercato della logistica in outsorcing avrà un valore di 500miliardi di euro nel nostro Paese.
A fare da sfondo alla situazione descritta c'è il discorso delle infrastrutture e del loro utilizzo. Attualmente il 93,7% delle merci movimentate nel nostro Paese viaggia su strada, il 4,7% su rotaia, l'1,5% su nave e solo lo 0,1% su aereo. Percentuali alle quali vanno anche aggiunte altre considerazioni, come ad esempio il fatto che il primo porto italiano per merce movimentata è quello di Gioia Tauro, che si trova al ventesimo posto nella classifica mondiale. E per gli aeroporti le cose non vanno diversamente: Malpensa è in decima posizione con 311mila tonnellate di merce in passaggio ogni anno contro il milione e 710mila tonnellate di Francoforte o il milione e mezzo di Parigi: sommando tutta la merce che prende il volo dagli scali italiani si arriva a sole 883mila tonnellate.
In Italia la merce continua a viaggiare su gomma e questo nonostante le evidenti carenze e i nodi irrisolti degli oltre 5mila chilometri di autostrada. Il tallone di Achille del complesso sistema descritto - che è il presupposto per l'avvio di un solido processo di sviluppo fondato sul sistema logistico delle infrastrutture - rischiano di essere ancora una volta le infrastrutture.
La questione logistica ha indubbiamente una rilevanza nazionale, tanto che il Governo sta lavorando a un piano della logistica in grado di sfruttare il vantaggio dato dalla collocazione geografica in mezzo al mediterraneo, anello di congiunzione fra l'Europa e i traffici continentali provenienti dalla Cina e dal Sud est asiatico.
E il Varesotto non è esente da considerazione simili, anzi, per alcune sue caratteristiche, deve essere più vigile che mai. La posizione geografica intermedia sia tra le reti est ovest che tra quelle nord sud gli strizza l'occhio, la presenza di un aeroporto pensato come hub per merci e passeggeri è lì come un forziere che attende di essere aperto, mentre il tessuto produttivo del multidistretto brulica di per sé di traffici e scambi. Non mancano neppure gli operatori del trasporto e della logistica: il numero di aziende operanti nell'aggregato "trasporti e magazzinaggio" risulta, sulla base dei dati dell'ultimo censimento e tenuto conto anche delle imprese di più piccola dimensione (i cosiddetti "padroncini"), pari a circa 2.000, con oltre 16.000 addetti. Un aggregato che pesa per più del 3% rispetto al totale degli addetti dell'intero territorio, esclusi quelli dell'agricoltura.

11/18/2004

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa