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Sorprese underground "dalla terra dei laghi"

Vivere accanto alla musica, creare nuove opere, scoprire nuove forme di espressione: la libertà dello spirito artistico esige sempre fortemente tutto ciò. Il "mestiere" del musicista compositore o esecutore è affascinante ma deve sempre fare i conti con la realtà quotidiana che è fatta di acquisti e vendite. La nascita dunque di nuove realtà musicali è il segnale positivo di una vivacità culturale che, molte volte, complici le incertezze economiche, viene fortemente penalizzata. Francesco Brezzi, proprietario dell'etichetta Ghost Records, ci guida alla scoperta della musica underground, la cosiddetta musica alternativa.

Francesco Brezzi e la musica. Un po' di curriculum…
"28 anni, molti dei quali spesi a contatto con le più disparate realtà musicali. Fin da piccolo ho avuto una certa sensibilità musicale, che mi ha portato ad avvicinarmi anche agli strumenti "del mestiere": ho iniziato a suonare la chitarra classica molto presto, per poi abbandonarla e passare a quella elettrica. Continuo a non ritenermi un musicista nel vero senso della parola, ma piuttosto un buon ascoltatore. Ex giocatore di pallanuoto (serie A, Camogli), iscritto al programma "Leader del Futuro" dello Studio Ambrosetti, Giornalista da 7 anni (La Prealpina, Lombardia Oggi, CWW, Affaritaliani, Mediasetonline, Film Tv, Alpha Centauri ecc.), per mezzo dei quali ho avuto modo di conoscere diversi artisti, produttori, etichette discografiche. Molti viaggi alla ricerca di "suoni nuovi" o, semplicemente, originali. Tanta passione".
Com'è nata Ghost Records?
"L'idea della nuova etichetta è nata intorno ad una fervida "scena" musicale che si è venuta spontaneamente a creare nella nostra provincia. Tanti gruppi, e tante "anime" musicali che gravitavano (e tuttora gravitano) intorno allo studio di registrazione "La Sauna" di Andrea Cajelli e Marco Sessa, a Varano Borghi. Da lì alla prima uscita "Ghost Town: 13 songs from the Lakes County" il passo è stato abbastanza breve. Un'idea per dare visibilità ad una serie di gruppi dal grande potenziale artistico, per di più tutti nati e cresciuti nell'orbita di Varese".
Una nuova etichetta discografica. Un progetto, un ideale, una scommessa …?
"Tutte e tre le cose insieme. Ma soprattutto un progetto che si fonda su un ideale comune: quello di proporre dell'ottima musica, che naturalmente non è possibile trovare (se non in bassissima percentuale…) nelle classifiche di vendita, e quindi nell'ambito del cosiddetto 'mainstream'".
Il pubblico e i gusti. A chi si rivolge Ghost Records?
"A tutti e nessuno in particolare. Non c'è un vero e proprio target, ma sicuramente è destinato ad un pubblico che abbia una certa sensibilità musicale: che sia cioè in grado di fermarsi ad ascoltare, soprattutto le sfumature, senza lasciare che tutto gli piombi addosso evitando di chiedersi il perché".
Una definizione della musica underground.
"L'underground, per chi ci vive, è più che altro un "mito" che i media hanno cercato di creare, facendo di ogni erba un fascio, senza veramente coglierne l'essenza. Più che altro delinea un certo modo di vedere le cose e un sentire comune che non si rispecchia nei canoni delle classifiche di vendita, dell'immagine "cool", del disco fatto (da altri…) per vendere milioni di copie, creando immagini plastificate e musiche senza un briciolo di "hype" e di originalità".
Come nasce un gruppo musicale underground?
"Come tutti gli altri, ma per quanto ho potuto constatare con la mia esperienza, c'è una differenza fondamentale: gli strumenti e i mezzi di comunicazione per esprimere la propria musica sono gli stessi, ma spesso cambiano l'approccio ed i contenuti. In questo mondo, sono gli artisti che decidono cosa fare e come esprimerlo, non le case discografiche. E spesso, questi gruppi suonano perché hanno qualcosa da dire e da comunicare, non perché è tremendamente 'cool' farlo"!
Gruppi musicali affermati ed emergenti…
"Tra gli affermati ti cito senza ombra di dubbio i Bartòk, che usciranno a gennaio con il secondo album "Few Lazy Word", dopo il successo di "A finest way to offend you" del 2001, che critica e pubblico hanno giudicato essere uno dei migliori dischi dell'anno. Poi una miriade di interessanti gruppi underground della zona dei quali, fra le prossime uscite Ghostrecords, cito gli Encode, Mr. Henry e Hormiga".
C'è ancora spazio per ricercare il nuovo?
"Assolutamente si: ma più che il nuovo cerchiamo l'originalità e la sostanza".
I testi delle canzoni. Impegno e contenuti.
"Per i testi delle canzoni dovresti chiedere direttamente ai gruppi. Ma più che impegno sociale o politico che sia, i testi sono parte integrante, un riflesso, della vita di ogni singolo artista".
Un giudizio in generale sulle proposte del mondo musicale varesino.
"Non posso che constatare il grande fermento, che in pochi riescono persino ad immaginare, della nostra città. Solo in un anno sono uscite due compilation che raccolgono diversi artisti e stili musicali differenti (a nostra e "Varese in Rock", curata da Gogo Bertocchini). E ti posso confermare che, molti di essi, rappresentano il futuro della nostra etichetta, e riserveranno notevoli e gradite sorprese all'attuale panorama musicale. Nomi? Beh, i Cluster, gli Enter K, i Q e Michele Paialonga".
Ghost Records: i progetti fin qui realizzati.
"La compilation "Ghost Town: 13 songs from the Lakes County", e a Febbraio "Few Lazy Words" dei Bartok. Quest'estate abbiamo realizzato una serie di concerti promozionali al "Ponderosa" di Lonate Ceppino, e diversi gruppi hanno suonato in giro per l'Italia (i Midwest, addirittura a Londra!)".
Ghost Records e il futuro. Cosa uscirà prossimamente?
"Come detto, a febbraio uscirà il secondo album dei Bartòk, "Few Lazy Word". In seguito gli esordi di Encode e Mr. Henry. Con un occhio di riguardo per proseguire poi con Hormiga, Cluster, Michele Paialonga e Q. Tutti dischi 'fatti in casa'".
Il sogno nel cassetto…
"Un sogno su tutti: riuscire a sopravvivere e continuare con la stessa passione a produrre gruppi come quelli con cui stiamo lavorando ora. Sono tutti artisti con la A maiuscola e con tanto da dire, con un requisito fondamentale: il talento. Noi ci proponiamo di essere soltanto un buon tramite per permettere ai gruppi di esprimere la propria musica, cercando di supportarli al meglio con tutti i mezzi in nostro possesso".

Auguri dunque a Francesco Brezzi e alla nuova etichetta discografica. Prosegue così il viaggio alla scoperta delle realtà musicali della nostra provincia. Vivacità, competenza, intraprendenza, passione: le sorprese non sono finite.

01/16/2003

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