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La "piovra" fa meno paura

Prevenzione, diagnosi precoce, miglioramenti nelle cure: per la prima volta, i casi di guarigione dal cancro superano quelli mortali. E a Varese la ricerca clinica è fra le prime al mondo.

Parliamo di tumore e, finalmente, possiamo iniziare da due notizie positive che riguardano proprio la provincia di Varese: anzitutto, con il nuovo millennio la sopravvivenza globale ha superato per la prima volta la metà dei malati e la guarigione supera ormai il 53 per cento dei casi; poi, sempre per la prima volta, le neoplasie polmonari (fra le più gravi in assoluto perché quasi sempre fatali) hanno fatto segnare un regresso per entrambi i sessi, ma in special modo per gli uomini, fra i quali l’incidenza rimane maggiore.
Sprazzi di sereno in un cielo che continua a rimanere ostinatamente plumbeo, carico di nuvole nere. Eppure, possono essere il segno d’una inversione di rotta, del bello che avanza all’orizzonte nonostante in Italia il cancro rappresenti ancora la seconda causa di morte dopo quella legata alle malattie cardiovascolari: 270mila nuove diagnosi l’anno, 30 ogni ora, con una proiezione sul 2010 di 400mila casi.

IN PROVINCIA DI VARESE 3.500 NUOVI CASI ALL'ANNO
"In provincia di Varese registriamo 3.500 nuovi ammalati ogni anno, con il sesso maschile colpito soprattutto al colon-retto, alla vescica, alla prostata e quello femminile alla mammella, al colon-retto, al polmone" ricorda la dottoressa Graziella Pinotti, direttrice dell’Unità Operativa di Medicina Oncologica all’Ospedale di Circolo di Varese. E’ grazie a lei che l’Unità ha mosso i primi passi circa tre anni or sono, a lei fa riferimento in ambito ospedaliero la cura di un numero sempre crescente di pazienti che sino a poco tempo fa non aveva neppure un reparto specializzato tutto per loro. Ed è ancora da lei che dipende la ricerca clinica a livello locale, con progressi enormi sul piano della cura e della qualità della vita di chi è colpito da una malattia che, tutto sommato, fa meno paura di un tempo. E’ vero, sono in aumento i linfomi (e non si sa perché), così come l’età media dei malati, 60-70 anni, tende ad abbassarsi (e anche in questo caso non se ne conosce il motivo) nonostante il dato statistico indichi una sopravvivenza più lunga; ma, come detto, il cancro al polmone è in calo, certo soprattutto perché giungono all’età critica le generazioni che in gioventù hanno fumato meno dei loro padri, mentre almeno ottanta donne su cento guariscono del cancro alla mammella, segno anche di una prevenzione sempre più diffusa. E poi ci sono quei sei punti di differenza in positivo fra la percentuale dei guariti e quella dei decessi (più 7 per cento negli uomini, più 6 nelle donne) che rappresenta la speranza maggiore. Infine, c’è questa nuova Unità Operativa che è tra i fiori all’occhiello dell’Azienda sanitaria varesina.

UNA POSIZIONE D'AVANGUARDIA A LIVELLO MONDIALE
"L’Oncologia fa molta ricerca clinica - spiega la dottoressa Pinotti - col risultato che Varese è inserita nei maggiori Protocolli internazionali. Ciò significa una cosa molto semplice, ma essenziale: non appena i laboratori più all’avanguardia in tutto il mondo dispongono di farmaci nuovi e prima ancora, quindi, che giungano sul mercato, noi li abbiamo a disposizione e possiamo utilizzarli sui nostri pazienti. Una posizione d’avanguardia che abbiamo potuto raggiungere anche grazie alla collaborazione tra i vari reparti dell’Ospedale e con l’Università dell’Insubria, in special modo la scuola di specializzazione del dottor Carlo Capella". Note concrete di speranza, dunque, anche per la crescita di sensibilità nell’opinione pubblica (vedi box in queste pagine sulle associazioni onlus), eppure agli occhi del profano rimane la sensazione di fondo che la medicina rappresenti ancora Davide che lotta contro Golia. L’Unità medica gestisce ormai 10mila chemioterapie l’anno in day-hospital, cui si aggiungono 5mila prestazioni ambulatoriali, 3.500 pazienti, 300 ricoveri, fra i 70 e gli 80 nuovi ammalati ogni mese. E i numeri continuano a crescere: chi si trova in prima linea con il camice bianco, non vive mai momenti di sconforto?

LE NUOVE TERAPIE AVANZANO
"Lavorare qui fa toccare con mano il problema di avere a disposizione sempre meno personale specializzato e sempre meno spazio - sostiene la dottoressa Pinotti - senza contare che disponiamo di soli otto letti con due camere sterili e sei unità di personale, cui si aggiungono cinque specializzandi in Oncologia. Tuttavia, non ho la sensazione di vivere uno sconforto professionale: la politica dei piccoli passi e l’introduzione di nuove terapie, consentono di raggiungere risultati fino a poco tempo fa insperati e che fanno guardare avanti con fiducia". Per "nuove terapie" si intende la frontiera anti-cancro di domani, che a Varese fa già parte dell’oggi: terapie biologiche mirate su ciascun tipo di paziente, da affiancare alla chemio tradizionale. E’ lo stesso obiettivo che s’è imposto "Varese per l’Oncologia. L’Oncologia per Varese", ultima nata tra le associazioni di volontariato: ottenere terapie personalizzate attraverso lo studio dei geni del paziente. Ovvero, il futuro della ricerca che sembra ormai dietro l’angolo.

11/18/2004

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