Con un pizzico di (giovanile) incoscienza

E' una vita iperattiva quella di Carlo Vanoni, 38 anni, imprenditore e attuale presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriali di Varese, di cui fa parte da 10 anni.

Quali sono le tappe fondamentali di questo percorso?
"Dopo gli studi, ho iniziato a lavorare nell'azienda di famiglia, il Ricamificio Vittorio Vanoni di Gallarate. Nel 1992, dopo l'acquisizione di una quota significativa della Magica di Samarate, che produce articoli promozionali, sono entrato progressivamente nella gestione di quest'ultima fino ad occuparmene a tempo pieno, contribuendo alla sua internazionalizzazione".

Essere un giovane imprenditore: vantaggi e svantaggi?
"Anche se a 38 anni non si è più ragazzini, il vantaggio di essere giovani è di avere la mentalità e l'animo giusti per affrontare senza traumi un lavoro nuovo, com'è accaduto a me quando sono passato dall'azienda tessile di famiglia a quella della regalistica, un settore del tutto diverso. Essere giovani aiuta a cambiare approccio, non fossilizzarsi, essere più aperti al nuovo. Poi, c'è, in genere, anche un pizzico di incoscienza che a volte paghi, ma un po' aiuta. Essere troppo giovani, però, può creare difficoltà perchè i tuoi interlocutori sono portati a darti poco credito. Devi moltiplicare gli sforzi per dimostrare di essere bravo. E' un ostacolo, dunque, che svolge una funzione educativa e va considerato come tale, senza scoraggiarsi."

Quindi è un'esperienza soddisfacente...
"Sono molto soddisfatto di fare l'imprenditore: per me è l'attività migliore che possa esserci perché è varia, ti pone ogni giorno stimoli nuovi e ti fa sentire artefice dei tuoi successi. Peraltro, comporta delle rinunce: il lavoro ti entra nel sangue, ti assorbe e questo va a volte a discapito delle relazioni con gli altri, in primo luogo con i familiari".