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Nell'alto Varesotto c'è voglia di sviluppo

Dal Luinese alla Valceresio, enti locali e forze sociali ragionano insieme su come rilanciare l'economia dell'area.


La formula è ancora quella della cosiddetta "programmazione negoziata". Varesefocus ne ha parlato nel numero precedente raccontando il caso di Varese, dove per la città e per il circondario sta per diventare operativo un piano strategico di sviluppo, un progetto di ampio respiro alla cui definizione hanno collaborato istituzioni pubbliche e rappresentanze dei settori economici e che vedrà nel prossimo futuro impegnate le amministrazioni locali in una serie di azioni tendenti a rilanciare l'area dal punto di vista economico e a migliorare la qualità della vita.
Il piano strategico dell'area varesina ha avuto, da noi, un precedente illustre. Si è trattato del Patto Territoriale OGMA (Organizzazione Gestione Management Attività) che, proposto nel 1998 dall'Unione Industriali e dai Sindacati con l'idea di massimizzare gli effetti sull'economia locale della presenza di Malpensa 2000, ha visto l'immediato coinvolgimento degli enti locali e, dopo mesi di approfondimenti ad un tavolo di lavoro, gli si è potuta dare una configurazione territoriale tale da abbracciare non solo l'area di Malpensa ma anche quelle dell'asse del Sempione, della valle Olona e del medio Verbano. Infine, Il Patto territoriale è stato approvato, nel 1999, dal Ministero del Bilancio che ha così messo a disposizione circa 24,6 milioni di euro) destinati al sostegno di investimenti sia privati - apertura di nuove realtà aziendali, potenziamento di attività già esistenti - sia pubblici, legati alle infrastrutture di servizio. Le iniziative ammissibili sono state 54, di cui 7 infrastrutturali e 47 presentate dai privati con una previsione di incremento occupazionale di 170 unità, a conferma di come lo strumento del Patto Territoriale sia stato un utile moltiplicatore degli investimenti, con interessanti ricadute economiche e occupazionali sul territorio. Ora, dopo che, ancora grazie alle intese tra enti locali e associazioni imprenditoriali, si è ottenuto l'intervento dei fondi strutturali europei nel Luinese, si è pensato di dar vita, anche in quella zona, ad una iniziativa di programmazione negoziata per la migliore utilizzazione delle risorse in arrivo.
E' stato così sviluppato un "Progetto di sviluppo dell'alto Varesotto", alla cui definizione hanno contribuito la Provincia, le Comunità Montane, il Comune di Luino, la Camera di Commercio, le associazioni imprenditoriali le organizzazioni sindacali.
Le azioni concrete che vengono individuate per promuovere lo sviluppo del Luinese sono riconducibili a quattro assi di intervento: "Territorio", "Infrastrutture", "Mercato del lavoro", "Artigianato, Industria e Innovazioni tecnologiche".
All'interno di quegli assi sono indicate azioni più precise come, ad esempio, il risanamento e la messa in sicurezza del territorio; la promozione turistica; l'adeguamento del sistema viabilistico; il potenziamento dei trasporti pubblici; la disponibilità di aree attrezzate e servizi infrastrutturali per le imprese; interventi nelle politiche attive del lavoro e della formazione professionale; la valorizzazione dell'artigianato artistico e altro ancora.
Il Piano di sviluppo dell'alto Varesotto è un altro strumento importante per rilanciare il Luinese dopo un periodo caratterizzato da un certo appannamento, che ne ha infatti giustificato l'inclusione tra le aree beneficiarie dei fondi strutturali europei per la tornata 2000-2006. Tanto più che altre occasioni non ci saranno: è infatti prevedibile che, dopo il 2006, i fondi strutturali saranno appannaggio dei Paesi dell'Est che, nel frattempo, dovrebbero entrare a far parte dell'Unione Europea, per attenuare gli squilibri economici all'interno di una Comunità che sarà più allargata rispetto a quella attuale. Ma non è solo il Luinese a muoversi. Nell'alto Varesotto è stato approvato di recente anche il Piano socioeconomico della Valceresio, predisposto dalla Comunità Montana con il contributo propositivo dei Comuni della valle. Il Piano prevede 138 realizzazioni e rivede alcuni criteri di gestione del territorio. Circostanza, questa, che ha fatto registrare una dura opposizione delle associazioni ambientaliste, che annunciano ricorsi al tribunale amministrativo regionale dopo l'approvazione definitiva del Piano da parte della Provincia. Quali che siano le ragioni degli oppositori, pare comunque che si debba guardare con favore a questo fenomeno, nuovo per la provincia di Varese, che vede enti locali e forze economiche ragionare insieme su come favorire nuove fasi di sviluppo economico. E' un fatto importante, che deve essere registrato favorevolmente, perché il livello di sviluppo e di benessere che il Varesotto ha raggiunto nel passato richiede intelligenza e volontà per essere mantenuto in futuro. Siamo infatti in competizione con altri territori - basterebbe pensare, anche solo per quanto riguarda il turismo, alle potenzialità dell'altra sponda del Verbano - ed è quindi necessario porsi l'obiettivo di migliorare sempre di più. Perché, quando più competitor sono in movimento, stare fermi equivale in realtà ad arretrare. Certo, la "programmazione negoziata" si rivela spesso un'operazione faticosa e richiede una buona dose di disponibilità al dialogo con gli altri partner, oltre all'accantonamento di interessi particolaristici privilegiando quelli dell'area. Occorre anche la consapevolezza che, a sua volta, il proprio specifico territorio fa parte comunque di uno più vasto, quello dell'intera provincia e che, per tale ragione, è bene non prescindere mai da una visione d'insieme, se si vogliono raggiungere risultati armonici, che siano premianti per tutti.

03/28/2002

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