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Suggestioni natalizie in Val Marchirolo

Meta per una simpatica gita fuori porta, per le sue bellezze paesaggistiche e storico-artistiche, la Val Marchirolo, sotto le feste natalizie, si arrichisce del fascino speciale della tradizione, con i suoi caratteristici presepi.


Boschi di latifoglie a perdita d'occhio, testimonianze storiche ed artistiche di tutto rispetto e, là in fondo, una splendida veduta del lago Ceresio: la Val Marchirolo è da sempre terra di frontiera, di passaggio (prima di soldati, poi di commercianti, ora di turisti), di collegamento tra la terra elvetica e quella italiana.
Tagliata fuori dalle grandi mete da visitare nel nostro Paese, vale invece una gita fuori porta con tutta la famiglia, magari approfittando di una bella giornata limpida come l'alto Varesotto ci è solito regalare nella stagione di passaggio tra autunno e inverno, quando motivo in più d'attrazione sono i presepi che vengono allestiti un po' ovunque. Più d'uno davvero originale.
Quattro chilometri fra arte, storia e natura
Possiamo lasciare l'auto a Marchirolo, del resto raggiungibile anche con l'autobus di linea: la riprenderemo al termine di un itinerario circolare di circa quattro chilometri fra arte, storia e natura. Il paese costituisce un piccolo museo all'aperto dell'affresco con opere, fra l'altro, di Gandolla, Maggi e Treccani dedicate al tema comune dell'emigrazione, ancora di salvezza e contemporaneamente motivo di tristezza per generazioni di muratori cui il lavoro dei campi non offriva sufficiente sostentamento. Ma in via Dante c'è pure un museo vero e proprio, il "Pellini-Bozzolo" (tel. 0332 737117), che nella sede di quello che fu il Grande Albergo all'inizio del Novecento custodisce i gessi preparatori di tre illustri scultori che proprio in paese ebbero i natali: Eugenio Pellini (1864-1934), suo figlio Eros (1909-1993) e Adriano Bozzolo (1927, vivente).
Si seguono le indicazioni colorate in blu e contraddistinte col numero "1" per dirigersi, in una buona mezz'ora di cammino, lungo una bella mulattiera verso la Chiesa romanica di San Paolo, isolata fra i boschi su uno sperone di roccia, da dove si gode in bel panorama sulla valle e sul lago; si lascia la strada principale e ci si inoltra per un viottolo che porta alla Bocca di Noogh, dov'è un ponte militare della Grande Guerra.
Trincee della Grande Guerra e presepi viventi
Ci si collega con il sentiero giallo numero "2", ricco di trincee e camminamenti della Linea Cadorna, costruita nel 1916 paventando un attacco austrotedesco dalla Svizzera, e piegando verso destra si aggira il monte Mezzano, ricchissimo di castagni, per poi scendere all'Alpe Prada, dove sono le sorgenti del torrente Tarca, e alla frazione Viconago, autentico balcone sul lago, dov'è la bellissima chiesa del Mille dedicata a Sant'Antonio Abate, a due navate con altrettante absidi ed un importante ciclo di affreschi; ma tutto l'abitato testimonia dell'edificazione altomedievale, ancora in buona parte intatta. Da segnalare per la cura dei particolari il presepe tradizionale che viene allestito all'interno del tempio e la festa di Sant'Antonio, il 17 gennaio, con falò e fuochi d'artificio che, per la posizione dell'abitato, vengono visti da tutta la Valle e anche oltre. Da Viconago s'imbocca la strada carrozzabile, per altro poco frequentata, che scende verso l'altra frazione di Arbizzo, nota anche fuori valle per il presepe vivente che si svolge ogni anno per Natale: i fedeli si raccolgono sul sagrato della piccola chiesa ed attendono l'uscita dei personaggi che, raccolti gli animali, fanno in processione con le fiaccole il giro del paese fino all'oratorio, dove si compone la Sacra Famiglia su uno sfondo di rappresentazione delle arti e dei mestieri. Senz'altro un'occasione di fede e di spettacolo degna di nota.
Da qui a Marchirolo c'è meno d'un chilometro di cammino.

Quando si viaggiava in tram

Tempi da incorniciare, quelli che la Val Marchirolo visse meno di cento anni fa grazie al tram. In un'epoca di turismo e mobilità privata ancora preclusi alle masse, il mezzo su rotaia che il 17 luglio 1914 fece la sua prima corsa da Ghirla a Marchirolo rappresentò un salto di qualità per l'attrattiva che i paesi della zona potevano offrire ai possibili villeggianti. E infatti solo un anno più tardi e benché la partecipazione dei nostri soldati al primo conflitto mondiale fosse realtà già da cinquanta giorni, entrò in funzione il secondo tronco, quello che da Marchirolo scendeva a Ponte Tresa.
In totale vennero posate rotaie per dieci chilometri e si chiuse un cerchio ideale che ancor oggi lascia stupiti per la temerarietà e lungimiranza dell'impresa: si saliva in treno a Milano potendo addirittura scegliere fra due stazioni, quella dello Stato e quella delle Nord; si cambiava a Varese passando al tram che fuori città imboccava la Valganna e poi la Val Marchirolo per giungere, come detto, a Ponte Tresa all'altezza della stazione ferroviaria che collegava il borgo a Luino; da qui poi si iniziava il ritorno con l'opzione, una volta giunti alla diramazione di Molino d'Anna, fra la risalita per Grantola-Cunardo-Ghirla e il proseguimento per Cittiglio, dove la ferrovia riportava a Varese.
Un anello di straordinario valore paesaggistico, comodo a compiersi nell'arco della giornata, alla portata di tutte le tasche. E con benefiche ricadute anche sulle popolazioni locali: "Giorni or sono - scrive la Cronaca Prealpina del 16 luglio 1915 - si è aperto al pubblico un nuovo Ufficio postale, quello di Cadegliano, e l'impianto di una linea telefonica di collegamento dei paeselli montani colla cittadina capoluogo di circondario può dirsi ormai fatto compiuto".
Il servizio tranviario rimase attivo tra Ghirla e Ponte Tresa sino al 20 agosto 1953, quello tra Varese e Ghirba sino al 28 febbraio '55. Oggi, del trenino bianco della Val Marchirolo rimangono, qua e là, solo le belle stazioncine liberty ai margini dei paesi, a volte recuperate per scopi diversi.

Una tradizione di ospitalità

Vi proponiamo tre locali dove gustare un buon piatto in un ambiente tranquillo e senza troppe pretese. Il comune denominatore è rappresentato da una cucina casalinga, semplice ma curata, che risente spesso della vicinanza lacustre, per cui accanto ai tradizionali piatti di carne, specie selvaggina (e questa è la stagione giusta per gustarla assieme ad una fetta di polenta), troviamo portate di pesce d’acqua dolce cucinato in base a ricette tradizionali.
A Marchirolo è il ristorante (e pizzeria) “Da Enzo”, via Statale 36, con menù alla carta e turistico (tel. 0332 723422, giorno di chiusura il mercoledì, gradita la prenotazione); ancora a Marchirolo, in via Statale 2, è un altro ristorante-pizzeria dal nome ormai storico di “Piave” (tel. 0332 997722, chiusura il mercoledì); infine a Cadegliano si segnala il ristorante albergo “Stampa”, nella via omonima (tel. 0332 591152), erede di una tradizione di ospitalità che risale ai primi anni del secolo scorso.
A Montegrino, presepe di radici

Vi piace, durante le vacanze natalizie, andare alla scoperta di presepi particolari? A Montegrino - Bosco Valtravaglia è allestito il presepe di radici, costruito con ceppi, cortecce, radici e quanto il bosco può offrire: una tradizione che da 13 anni si rinnova ed arricchisce di nuovi elementi.
(Chiesa parrocchiale di Montegrino, 21 dicembre - 12 gennaio, visitabile dalle 14.00 alle 17.00)

11/21/2002

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