La pittura di Mucchi al nuovo Artistico di Varese

La sala polivalente nella nuovissima sede del Liceo Artistico A. Frattini, concepita come uno spazio collegiale dove ospitare mostre ed esposizioni, inaugurata da "Fine di una poesia", una rassegna dedicata a Gabriele Mucchi.

Con la mostra "Fine di una poesia", dedicata a Gabriele Mucchi, allestita nella sala polivalente intitolata alla memoria di Luigi Angelo Rossi, il Liceo artistico varesino A. Frattini ha dato il via al ciclo di rassegne annuali in programma nella nuova sede di Via Valverde, recentemente inaugurata.
L’ampia sala polivalente, che occupa una superficie di 250 mq, svolgerà dunque non solo l’ordinaria funzione di luogo di riunione collegiale, ma consentirà un’attività espositiva di tutto riguardo. "Stiamo pensando - ci ha detto Ermanno Morosi, vice preside dell’istituto - a una rassegna importante per l’autunno, e dal 2006, quando gli impegnativi lavori di sistemazione nella nuova sede saranno terminati, le mostre potrebbero essere anche tre all’anno". Il Liceo artistico A. Frattini ha più che raddoppiato la superficie fruibile (dai 2000 mq precedenti agli oltre 5.000 attuali), dispone di aule più ampie e di vasti spazi comuni, come i 250 mq adibiti a bar. Si tratta insomma di una sede adeguata e soddisfacente che però, per la lontananza dalle stazioni, necessita dell’attenzione e della collaborazione pubblica per quanto riguarda il trasporto degli allievi. Data la scarsità numerica di licei artistici, gli studenti arrivano sovente da località lontane, come dalle alte valli del Luinese, o addirittura da Como e dalla Svizzera.
Pittore, urbanista, architetto e scrittore, docente di pittura all’accademia di Berlino dal ‘55 al ‘61, insomma artista colto - e amico e traduttore di Bertoldt Brecht - Gabriele Mucchi (1899-2002) è tra gli esponenti di punta del realismo contemporaneo. Che la partecipazione dell’artista ai traumi della società in cui opera sia condizione imprescindibile e tema dominante della sua arte lo dimostra anche la rassegna curata da Ettore Ceriani, in collaborazione con Susanne Arndt Mucchi, e allestita (fino al 22 marzo) dall’architetto Alberto Ferrari presso la sala polivalente del liceo artistico varesino. "Fine di una poesia" riprende in parte la rassegna già dedicata a Mucchi dal Comune di Olgiate Olona nel ‘98, con 36 lavori (tra oli, acquerelli, tecniche miste, disegni e chine) relativi alla morte di Pier Paolo Pasolini, cui si aggiungono altri 10 lavori del periodo realista (oli, disegni e incisioni) realizzati negli anni Cinquanta.
La morte di Pasolini, avvenuta in circostanze drammatiche nel novembre del ‘75, impressionò particolarmente Mucchi, che, il giorno stesso della notizia, iniziò a configurarsi il delitto attraverso una serie di disegni che lo portarono, dopo diversi studi e ripensamenti, alla rappresentazione del "puro fatto". Ne nacque poi un quadro significativo dal titolo "Vittime e carnefici", a proposito del quale l’autore annotò: "Pasolini ed il suo assassino furono una vittima e allo stesso tempo un carnefice. Uno dell’altro. Ecco perché il plurale. Sì, io ho messo un uomo di fronte ad un uomo soltanto, non un grande poeta di fronte a un prostituto, come apparve nella stampa". Ettore Ceriani, che fu amico e frequentatore dello studio di Mucchi, spiega il motivo della rassegna: "prima di tutto perché rispecchia la coerenza intellettuale dell’artista, la sua ansia di verità, la sua tensione etica, quella sua spontanea capacità di non scendere mai a compromessi con le tendenze e le mode dei tempi, affermando la pittura come espressione nobile del vissuto. Poi perché in quelle immagini così radicali e così scostanti c’è la sofferenza, evidente, per la fragilità della condizione umana, ma anche la dignità dell’Essere".

SpazioArte Luigi A. Rossi
Liceo Artistico A. Frattini Varese
Via Valverde
Fino al 22 marzo
Da lunedì a sabato, dalle 14.30 alle 18