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Varese incantata dalla musa Tersicore

Per me la danza rappresenta la vita, e dato che la vita è un ritmo, quello del battito cardiaco, la danza è inseparabile dal ritmo. Essa interpreta la nostra esistenza, al punto che rappresenta tutti i ritmi, tutte le pulsioni umane. Maurice Bejart

Il lago dei Cigni cor.Fredy Franzutti Maria Vittoria Ignomiriello - Francesco Sorrentino Ph: Andrea StellaE' tornata la passione per la danza …la danza vera, la più nobile, la danza classica!
Complice la televisione e un'abile conduttrice che ha messo davanti alle telecamere le velleità artistiche di tanti giovanissimi ballerini e cantanti, la gente comune, anche la meno avvezza ai plié e alle piroette, si è scoperta appassionata di balletto e segue con affetto e partecipazione i progressi di giovani promesse che -forse- saranno famose.
Il balletto, quello classico in particolare, è sacrificio travestito in leggiadria, denti stretti che diventano sorrisi e scoprire quanto studio, quante prove, stanno dietro un'esibizione di anche solo 5 minuti ha finito per appassionare e incuriosire anche chi fino ad oggi liquidava tutù e scarpette come una inevitabile fase di passaggio delle bambine tra i 5 e i 10 anni.
I teatri più importanti - la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli o il Teatro Massimo di Palermo - non hanno mai smesso di inserire nei cartelloni le rappresentazioni più tradizionali, ma stupisce (piacevolmente) constatare come anche a Varese sul palcoscenico del Teatro Apollonio e a Saronno, al Giuditta Pasta, si susseguano prestigiose compagnie con spettacoli seguiti in tutto il mondo e che, anche nella nostra provincia, attirano in platea appassionati di vecchia data e neofiti del genere.
A gennaio, subito a ridosso del Natale, hanno riscosso molto successo i super classici del balletto di Mosca: "Il lago dei Cigni" e "Lo schiaccianoci"; mentre, l'applauditissima "Giselle" della principale compagnia di balletto cubana, è stata ospite a Saronno a gennaio e a Varese all'inizio del mese di febbraio. Molto apprezzato è stato poi a Varese il fuori cartellone "Don Chisciotte" della compagnia Cosi-Stefanescu. La Compagnia Balletto Classico di Liliana Cosi e Marinel Stefanescu è ormai un'abituèe della città giardino dove si è esibita la prima volta nel 1979 e dove è poi tornata molte volte.
Ma gli appuntamenti con il balletto non finiscono qui: il 9 marzo al teatro Giuditta Pasta e il 31 marzo e il 1 aprile all'Apollonio è attesa la Compagnia Nazionale di balletto di Raffaele Paganini che proporrà un'altra coreografia in punta di piedi: "Coppelia": la storia del giovane Franz innamorato di una bambola e di Swanilda che, gelosa, si finge bambola per amore (una trama infantile, presa dal mondo delle fiabe come in molti altri casi nel balletto classico).
L'8 aprile un ottimo artista italiano, Manuel Frattini, nato come ballerino classico, apparso in televisione in diversi varietà e diventato ora anche coreografo (destino comune a moltissimi danzatori) porta a Varese "Toc toc a Time for Musical" spettacolo ispirato pienamente al mondo degli artisti, ai sacrifici, ai grandi sogni, alle porte chiuse e a quelle che si aprono.
Manuel Frattini con l'intento di incuriosire e avvicinare il più possibile la gente comune al suo spettacolo ha avuto un'idea insolita e coraggiosa: le prove del suo spettacolo che debutta il 7 marzo al Teatro Nazionale di Milano si sono svolte per una settimana nel mezzanino della metropolitana milanese: linea rossa, fermata Duomo, non a caso la più affollata stazione della città.
E non è l'unico musical della stagione per la città giardino: "Fame" e "Footloose", due titoli tradizionali nel mondo dei musical sono stati proposti ai varesini a un mese di distanza uno dall'altro.
Tanta danza quindi e tanti appassionati anche nella nostra provincia: quelli che l'hanno sempre amata insieme a quelli che l'hanno sempre osservata con distacco e che ora si sono ricreduti, perché la danza classica, così apparentemente "fuori moda", è il punto di partenza per lo studio di qualsiasi tipo di ballo, anche il più moderno, e il ballo, lo si vede a teatro, nelle "balere" o in discoteca, continua a rappresentare "la febbre del sabato sera"…e non solo del sabato!

Dalla preistoria alla danza della pioggia
Non si può dire esattamente da quanto tempo gli uomini danzino, ma certamente si tratta di una pratica antichissima: le prime testimonianze della danza risalgono a 20 millenni fa e rappresentano una specie di allegoria della caccia. Non è possibile comprendere il reale significato di queste danze: alcuni studiosi pensano ad una specie di rappresentazione teatrale per educare i più piccoli, mentre altri ritengono che sia una sorta di rito magico per ingraziarsi le divinità, forse gli stessi animali, e favorire così la caccia; ma è anche possibile che sia una specie di allenamento per "ripassare", tutti assieme, il piano di attacco.
In molte culture la danza ripetuta in maniera estenuante fino al raggiungimento dell'estasi, è un sistema per accostarsi alla divinità e all'inizio della stagione delle piogge, gli sciamani pellerossa, danzavano ossessivamente fino ad attrarre l'attenzione degli Dei, che avrebbero così offerto la loro preziosa acqua agli uomini…
E adesso… tango!
E' il ballo di coppia più passionale, le musiche che lo accompagnano sono struggenti e può essere danzato da tutti a tutte le età. Anche i ballerini più inesperti sono infatti in grado di apprezzare il tango dopo solo una o due lezioni. Per i più giovani è un approccio emozionante, sofisticato e sensuale alla danza di contatto. Per gli accademici è stimolante e permette una continua ricerca di perfezionamento. Per gli anziani è ugualmente apprezzabile dato che, praticato in maniera amatoriale, richiede uno sforzo energetico non superiore a quello di una passeggiata.
Verso la fine dell'Ottocento, in Argentina, nasceva una forma di espressione ibrida tra la danza e il combattimento praticata dai moltissimi immigrati sbarcati nei porti sudamericani del Rio de la Plata. La musica dava agli immigrati la possibilità di lasciarsi andare alla nostalgia per un più felice passato e la musica, che richiede come suo completamento espressivo la danza, ha dato vita nei vicoli più malfamati di Buenos Aires, al tango.
Il tango si è poi evoluto, è diventato figurato nelle gare di ballo ma, negli ultimi anni, seguendo la scia del filone "latino-americano", è il tradizionale tango argentino che ha raccolto i maggiori consensi: si sono moltiplicate le milonghe (così vengono tradizionalmente chiamati i luoghi dove si balla il tango), sono stati scritti libri, musiche e film. Per la gioia, quindi, dei moltissimi appassionati del genere, il Teatro di Varese ospiterà il prossimo 3 maggio "Tango por dos la historia" lo spettacolo messo in scena dalla compagnia di Miguel Angel Zotto. L'artista, che nel 2000 è stato eletto dal popolo argentino miglior ballerino di tango al mondo, è considerato un vero mito vivente e c'è da aspettarsi il tutto esaurito anche per questo ennesimo appuntamento con la danza in provincia di Varese.

02/24/2006

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