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Il futuro: la direttiva gas

Un mercato del gas concorrenziale per evitare qualsiasi abuso di posizione dominante a danno dei consumatori

Anche in questo caso il riferimento obbligato è a una Direttiva dell'Unione Europea: la Direttiva 98/30 che è entrata in vigore il 10 agosto 1998 e che dovrà essere adotta dagli Stati membri entro il 10 agosto del 2000.
In Italia, mentre il Decreto di liberalizzazione ha ottenuto il primo via libera del Governo a metà febbraio,
l'offerta di gas naturale è oggi ancora estremamente concentrata, con un divario tra il costo finale e la media europea del 12,5% giudicato "eccessivo" dallo stesso Ministro dell'Industria Enrico Letta.
L'approvvigionamento è coperto per circa un terzo da produzione nazionale e per i restanti due terzi dalle importazioni. ENI controlla, attraverso Agip, il 90% della produzione nazionale (pari a 19 Mmc) e, attraverso Snam, importa circa 39 Mmc su un totale di 43 Mmc di gas importato. Snam inoltre è proprietaria di 28.700 km di rete di distribuzione primaria su circa 30.000 km esistenti in Italia.
La Direttiva europea prevede invece un riassetto che assicuri in ogni Paese un mercato del gas naturale concorrenziale e non discriminatorio e che eviti qualsiasi abuso di posizione dominante a danno dei consumatori. E' stabilita, come minimo, la separazione e la trasparenza contabile delle attività di distribuzione, trasporto e stoccaggio nelle imprese di gas naturale integrate verticalmente. La stessa Direttiva chiede inoltre il libero accesso di terzi alle reti (distribuzione, trasporto e stoccaggio) attraverso uno schema negoziato con i gestori o un regolamento, in base alle scelte fatte da ogni singolo Paese membro.
Dovrà insomma essere favorita un'ampia apertura della domanda così da consentire al più grande numero di consumatori finali, singoli o consorziati, di godere dei vantaggi della liberalizzazione in un mercato in forte crescita: negli ultimi anni ha registrato un tasso di crescita pari al 3,3%.
Di grande interesse in questo contesto appare allora la definizione dei criteri di idoneità: devono essere resi "clienti liberi" nella scelta dei fornitori gli impianti di produzione di energia elettrica che utilizzano il gas come fonte primaria (per esempio, i produttori di energia termoelettrica), i distributori - almeno per la quantità di gas necessaria a rifornire i propri clienti idonei- e i clienti finali con un consumo superiore a una determinata soglia: 25 milioni di metri cubi all'anno, che diventano 15 dopo cinque anni dall'entrata in vigore della Direttiva e 5 dopo dieci anni.
I criteri adottati devono assicurare una liberalizzazione almeno pari al 20% del mercato interno (28% dopo cinque anni e 33% dopo dieci anni).
In Italia, il Decreto approvato dal Governo stabilisce la ridefinizione di "tutte le componenti rilevanti del sistema nazionale del gas, ivi incluse quelle relative al servizio di pubblica utilità". Dovrà così essere eliminata ogni disparità normativa fra i diversi operatori, garantendo uguali condizioni e trattamenti non discriminatori alle imprese.
In particolare, la Snam dovrà dividere il trasporto e la distribuzione del gas: ciò avverrà attraverso la separazione in due società della stessa Snam.
Destinata a incidere in modo assai profondo è inoltre la decisione che a partire
dal 2003 tutti "saranno considerati clienti idonei". Quindi chiunque potrà stipulare contratti con i grandi fornitori internazionali e farsi trasportare (pagando la tariffa che sarà stabilita dall'Authority) il gas sulla rete già esistente e di proprietà della Snam. Fino al 2003, invece, avranno la qualifica di "clienti idonei" solo coloro che avranno un consumo superiore a 200.000 metri cubi all'anno. Fatti i conti, avranno questa possibilità società come l'ENEL, per le sue centrali elettriche, l'Edison e un certo numero di aziende municipalizzate.

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03/06/2000

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