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La generazione maledetta

Le splendide opere di Schifano in mostra ad Arona, insieme a quelle dei suoi amici e colleghi Franco Angeli e Tano Festa, esemplificano con le loro esplosioni di colore lo spirito di quella Beat generation sregolata di cui il trio era perfetto esempio.

Mario Schifano, Senza Titolo, 1988-1990, smalto e acrilico sul tela, 150 x 200 cmLe chiavi papali e le aquile imperiali di Franco Angeli (1935-1988), i coriandoli e gli stralci michelangioleschi di Tano Festa perdutamente innamorato della sua città e della cappella Sistina (1938-1988), le palme, la Coca Cola e i grandi smalti sgocciolanti di Schifano (1934-1998). E, attorno alle numerose opere, tra le più rappresentative del trio maledetto della Scuola di Piazza del Popolo - 154 capolavori prestati da collezionisti privati - splende l'arcobaleno dei colori della Beat generation. Nata come mostra dedicata a Schifano (celebrato in questo periodo anche nel capoluogo lombardo), la grande rassegna aronese di Villa Ponti, curata da Manuela Boscolo e Carlo Occhipinti, ripropone con vivacità e freschezza - quella che scaturisce dall'acceso cromatismo e, nonostante tutto, dalla gioia di vivere della loro arte - il destino e il cammino congiunto di tre artisti dalla vita breve e intensa, spesso drammatica e certamente usurata dalla sregolatezza. Ad unirli era, diceva Angeli, "un senso della realtà molto forte e la frequentazione degli stessi luoghi". La maggior parte della mostra è dedicata a Schifano, ai suoi grandiosi smalti come il capolavoro "Deposto Terza Rete Venezia" (1988) presentato alla Biennale del Cinema di Venezia e come "Grande Osservatorio naturale", uno smalto e acrilico dello stesso anno. Accanto sono i cicli di dipinti su carte da pacco, di "paesaggi anemici" e di "vedute interrotte", simbologia di quella vita, racconta Giuseppe Amadei in catalogo, "gettata oltre il ponte", come nella poesia di Calvino Il ponte degli impiccati.
Appare evidente, soprattutto nella luminosa sezione dedicata alle opere grafiche, anche l'interesse di Schifano per il mondo della comunicazione, fosse pubblicità, televisione o cinema, per il quale realizzò alcuni lungometraggi. Venire qui significa dunque farsi più che un'idea della varietà della produzione di Schifano, del fascino della sua sofferta sensibilità di artista maledetto, di quel suo essere calato nel mondo fino in fondo, senza però volerci del tutto stare e con la tentazione fissa di calpestare almeno qualcuna delle sue regole.
Va dunque alla città di Arona e alla Fondazione Art Museo il merito di una mostra che colma anche quest'anno l'attesa di migliaia di visitatori per un appuntamento, divenuto ormai irrinunciabile, con i grandi protagonisti dell'arte internazionale: da Picasso a De Chirico, da Manzù a Guttuso, da Warhol a Ligabue e tanti altri, sono stati tutti portati qui. La caratteristica comune delle rassegne della cittadina piemontese, che ne fa anche la sua unicità - è di presentare opere di collezionisti privati e dunque di offrire di ogni grande artista lavori a volte mai ammirati prima. Il piacere della visita è dato anche dalla cornice, davvero unica, quella delle splendide sale della villa costruita da Bartolomeo Pertossi, ricco mercante fiammingo, amico di Napoleone, che ospitò proprio qui l'imperatore. La dimora fu in seguito proprietà dell'illustre cittadino Gian Giacomo Ponti, fondatore della Stipel nel 1925 e iniziatore della moderna telefonia italiana. Oggi Villa Ponti assolve egregiamente un ruolo di traino nel campo dell'arte e della cultura. Un campo, questo, che se si sposa al turismo, in un'area già di per sé privilegiata, non può che rappresentare un utilissimo volano, destinato a dar frutti con ricadute proficue per l'intera economia del territorio.

MARIO SCHIFANO
I colori della Beat generation
con un omaggio a
FRANCO ANGELI E TANO FESTA

Villa Ponti-Arona
19marzo-12giugno
Tutti i giorni (anche domenica e festivi)
10.00-12.30 / 14.30-19.30
tel. 0322 44629
Le quadrerie dell'Ospedale di Varese
Nell'ambito della "VIIa Settimana della Cultura" (16-22 maggio 2005), indetta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l'Archivio di Stato di Varese con la collaborazione del Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica dell'Università degli Studi dell'Insubria e della locale Azienda ospedaliera "Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi", organizza il Convegno: "Immagini d'arte: la quadreria dell'Ospedale di Varese".
La manifestazione ha l'obiettivo di far conoscere al grande pubblico il patrimonio culturale dell'Alta Lombardia e in quest'occasione saranno presentate le opere che hanno costituito la "Quadreria dell'Ospedale di Varese", i cui segni possono trovarsi tra la documentazione dell'ente conservata nell'Archivio di Stato cittadino. Sono riconoscibili alcuni nuclei forti: la quadreria dei benefattori, con opere dal XVII al XX secolo costituenti la visualizzazione della memoria storica stessa che l'Ospedale ha costruito e mantenuto; i ritratti provenienti da collezioni, con presenze importanti (Anna d'Austria); la serie di dipinti sacri e profani (soggetti epici - cavallereschi, nature morte, paesaggi); le sculture.
Referente evento:
Dott. Claudia Morando, Direttore dell'Archivio di Stato di Varese
e-mail: cmorando@archivi.beniculturali.it

05/05/2005

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