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L'Opinione: Quanta ipocrisia sul Federalismo

Il Federalismo non è decentramento, più o meno spinto, del potere. Il Federalismo è cosa completamente diversa: è divisione della sovranità.

Continueranno a lungo, forse per anni, le aspre polemiche scoppiate alcune settimane fa, con l'approvazione in prima lettura da parte del Senato del progetto di revisione costituzionale noto come "Devoluzione". Comunque la si pensi sul "Federalismo", su una cosa almeno si dovrebbe concordare: il tempo dell'ipocrisia è finito.
D'ora in poi sarà meno conveniente continuare a confondere il Paese su questa materia dicendo una cosa e intendendone un'altra, come quasi tutte le forze politiche hanno fatto per più di un decennio. Ciò che è venuto alla luce da quando Umberto Bossi ha messo sul piatto il suo progetto federalista, è che su questo tema esistono solo due posizioni intellettualmente dignitose, rigorose e oneste.
La prima è stata rappresentata al Senato da Domenico Fisichella, senatore di An e politologo, in dissenso con il suo stesso schieramento.
Fisichella ha dato voce con lucidità, alla posizione antifederalista, impegnandosi in una rigorosa difesa delle prerogative dello Stato unitario, della indivisibilità della sovranità statale. La seconda posizione, antiteca, è quella federalista di Bossi. Perchè solo queste due pozioni sono intellettualmente oneste e, quindi, dignitose? Perchè per troppo tempo, in troppi, nel centrodestra come nel centrosinistra, si sono sforzati di ingannare il Paese dichiarandosi fautori del Federalismo senza credere a ciò che stavano dicendo o, peggio ancora, senza sapere di cosa stavano parlando. La verità è che per più di un decennio la classe politica ha cercato di neutralizzare la sfida portata dalla Lega Nord fingendo, trasformisticamente, una conversione al Federalismo in realtà mai avvenuta.
Anche la riforma costituzionale del titolo quinto della Costituzione imposta a colpi di maggioranza dall'Ulivo sul finire della scorsa legislatura, e pomposamente definita "federalista", è stata un momento di questa operazione trasformistica. Dove stava l'inganno? Stava nel fatto che tutti questi neo-convertiti dicevano "Federalismo" ma intendevano soltanto decentramento di funzioni e poteri all'interno di uno Stato unitario e che sarebbe dovuto rimanere tale. Ma il Federalismo non è "decentramento", più o meno spinto, del potere.
Il Federalismo è cosa completamente diversa: è divisione della sovranità. Nel nostro caso, il passaggio al Federalismo, se avvenisse, comporterebbe la messa in soffitta di quello Stato napoleonico da noi malamente copiato dai francesi al momento dell'unificazione del Paese.
E' stato divertente vedere tanti finti federalisti (quegli stessi che, in questi anni, volevano il "Federalismo" ma anche il mantenimento dei prefetti, i funzionari-simbolo dello Stato unitario) scandalizzarsi di fronte a un progetto che, come quello di Bossi, propone la formazione di polizie regionali.
Che cosa pretendevate? Il Federalismo, proprio perchè la sua essenza consiste nella divisione della sovranità, esige, impone, che accanto alla polizia "federale" esista un sistema di polizie locali. Si potrebbe dire che il progetto di Bossi sia addirittura moderato.
Si limita ad affidare alle Regioni competenze in materia di sanità, scuola e polizia, ma tace sulla magistratura. In un vero sistema federale, non solo esiste una polizia locale ma anche una magistratura locale, reclutata localmente, chiamata ad applicare leggi locali, e distinta dalla magistratura federale.
Tutto ciò ripugna? E' del tutto lecito che ripugni, ma allora basta giocare col fuoco, basta gingillarsi con un Federalismo che in realtà non si vuole.
Si abbandoni l'ipocrisia, si faccia autocritica e ci si converta pubblicamente all'onesto antiFederalismo di Fisichella. Coloro che, per contro, sono davvero a favore di una riforma federale hanno comunque ottimi motivi per criticare il progetto di Bossi.
La più grave colpa di Bossi è di non avere legato la devoluzione a una contestuale (e sottolineo contestuale) riforma federalista del Senato della Repubblica. In mancanza di quest'ultima riforma, infatti, non si fa alcun Federalismo. Si fanno solo pasticci.

(Articolo apparso sul Corriere della Sera del 27 dicembre 2002. Per gentile concessione)

01/16/2003

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