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Famiglie e imprese in bolletta

La bolletta dell'energia elettrica e quella del gas è sempre più salata, quella dei combustibili per autotrazione, benzina e gasolio, è addirittura rovente. I costi energetici per famiglie e imprese incidono sempre più pesantemente sui rispettivi bilanci. Il costo del greggio ha superato durante l'estate la soglia dei 70 dollari. Il costo del gas metano è convenzionalmente legato alle quotazioni del petrolio. Ma la colpa dell'aumento della bolletta è solo in parte dovuto all'aumento del costo della materia prima perché esso pesa solo per il 29,8% sul prezzo finale del gas e per il 65,6 % su quello dell'elettricità. Il resto è dovuto alle imposte, che seguono proporzionalmente l'aumento del prezzo commerciale. I comunicati stampa dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas che si sono susseguiti nel corso di quest'anno hanno indicato una crescita progressiva delle tariffe da sembrare bollettini di guerra che annunciano una inevitabile sconfitta.
L'energia elettrica è aumentata per le famiglie medie dell'1,5% nel primo trimestre, dell'1,8% nel secondo, niente fortunatamente nel terzo e si prevede un balzo del 4,4% nel quarto. Per il gas, l'aumento è stato rispettivamente del 2%, dell'1,7%, del 3,7% mentre per il quarto si prevede un aumento del 3,8%. E non è finita qui, perché dal primo trimestre del 2006 si annunciano ulteriori aumenti - la stima è degli economisti del Rie, Ricerche Industriali Energetiche e la stima è fatta nel presupposto che il prezzo del greggio si consolidi intorno a 68-70 dollari al barile e che il Governo non vari interventi calmieratori - del 3,3% per l'elettricità e del 5,5 per il gas domestici. Ciò significherebbe che, se le famiglie italiane hanno già dovuto sopportare quasi 120 euro in più per le tariffe di luce e gas, nel 2006 vi sarebbe un ulteriore aggravio di 50 euro. In pratica un aumento di circa 170 euro rispetto alle tariffe in vigore alla fine del 2004. Come si diceva, non è però solo l'aumento del barile ad influire negativamente sui prezzi al consumo. Sulla bolletta dell'energia elettrica - spiega il presidente di Adiconsum Paolo Landi - pesano 700 milioni di euro di costi impropri: tagliare questa rendita ingiustificata significherebbe per le famiglie un risparmio di 25 euro all'anno. Se per le famiglie la spesa energetica è un salasso, per le imprese la situazione non è certo migliore: la voce energia sta diventando un elemento sempre più importante del budget e, soprattutto, una componente del costo finale dei prodotti che influisce negativamente sulla loro competitività.
I prezzi alla produzione hanno registrato a settembre di quest'anno (fonte Istat) un balzo del 3,8% rispetto ad un anno prima. A pesare sono proprio i forti rincari del greggio: lo stesso indice, calcolato al netto dei prodotti petroliferi raffinati e dell'energia elettrica, gas ed acqua, avrebbe registrato - precisa l'Istat - una variazione congiunturale nulla. In un raffronto europeo, il costo dell'energia elettrica per le imprese italiane è al livello più alto: fatto cento il prezzo del Kwh per le imprese italiane, il prezzo medio europeo è intorno a 80-85. Un livello insostenibile, che finisce per comprimere pericolosamente la già precaria competitività del made in Italy. Una situazione che le associazioni imprenditoriali denunciano da tempo e, in particolare quelle rappresentative di settori ad alto consumo di energia. Le imprese che producono o lavorano materiali quali laterizi, piastrelle, ceramica, calce, vetro, carta, metalli, acciaio, ghisa - che nell'insieme rappresentano un comparto produttivo decisivo per l'economia nazionale perché, con un fatturato di 55 miliardi di euro e 235mila addetti, si colloca a monte della filiera produttiva - ha pubblicamente richiamato con inserzioni sulla stampa le dimensioni del "rischio”: gas, olio combustibile ed energia elettrica incidono sui costi di produzione tra il 25 e il 30%. Il gas, in particolare, il cui prezzo è già più alto del 20% rispetto ai concorrenti europei, ha subito nel 2005 un aumento del 25% ed ha prospettive di ulteriori incrementi fino al 40% nel 2006. Questa aggregazione di settori produttivi esprime il 50% della domanda industriale di gas e paga una bolletta valutabile in oltre 950 milioni di euro. Gli extra-costi attesi per il prossimo anno potranno superare i 300 milioni di euro, con inevitabili ripercussioni sull'equilibrio economico e finanziario delle singole imprese.

Per le imprese, il consorzio di acquisto
E' stata di circa 3 milioni di euro l'entità del risparmio ottenuto complessivamente nel 2004 dalle 175 imprese che acquistano energia elettrica attraverso "Energi.Va", il consorzio costituito nel 1999 per iniziativa dell'Unione degli Industriali della Provincia di Varese con lo scopo di supportare le imprese nella complessa fase di transizione dal monopolio al mercato libero dei mercati energetici. Dal gennaio 2003 il consorzio ha avviato una stretta collaborazione con "Espansione srl-Soluzioni per l'energia”, la società di trading elettrico appositamente creata dalle Unioni Industriali di Varese, Lecco e Legnano per ricoprire un ruolo attivo nel mercato e con la dichiarata volontà di superare le logiche di profitto dei fornitori tradizionali, a tutto vantaggio della clientela consortile. Il Consorzio garantisce una valida e affidabile collaborazione anche per le forniture di gas metano ed è in grado di proporre alle imprese condizioni di sicuro interesse. Al Consorzio Energi.Va fanno capo 211 imprese, di cui 75 per l'acquisto della sola energia elettrica, 36 del solo gas metano e 100 per l'acquisto di entrambe le fonti energetiche. Per queste imprese l'acquisto consortile rappresenta la possibilità di attenuare in modo significativo gli aumenti dei prezzi che l'elettricità registra nel nostro Paese e che sono particolarmente onerosi per le industrie che impiegano l'energia soprattutto nelle ore di maggior carico.

11/18/2005

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