Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

Milano grande Milano. Ma quanto?

Milano Città Metropolitana: come, quando e perchè? Ma soprattutto... fino a dove?

La provincia di Milano è una delle più complesse d'Europa: con i suoi 189 Comuni e un capoluogo sul quale vive e lavora oltre il 6% della popolazione italiana. Il progetto della Città Metropolitana ha, com'era prevedibile, posto degli importanti interrogativi. Da una parte, il dibattito degli ultimi quindici anni ha evidenziato l'importanza per la città, l'hinterland e la periferia, di piani di programmazione comuni per fare fronte a relative comuni problematiche (come il PIM del '92). Accanto alle grandi potenzialità e risorse, il contesto, infatti, soffre di pesanti disagi, come peraltro il resto della Lombardia. Ad esempio, riguardo al tema della mobilità, con conseguenze negative sulla competitività, ma anche sulla qualità della vita.
Un'altra criticità è il rapporto squilibrato tra la Provincia e il Comune, quest'ultimo preponderante per risorse e controllo dei servizi, rispetto ad una periferia esclusa da una programmazione condivisa. La costituzione della Città Metropolitana consentirebbe di superare questo impasse e governare tutto il sistema con un disegno comune.
“La Città Metropolitana - sottolinea il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati - sarà un ente nuovo, con poche ma ben definite competenze, in grado di avere reali capacità di intervento su problemi cruciali per lo sviluppo del territorio, oggi ostacolato da una frammentazione decisionale per le politiche di area vasta. Con la futura Città Metropolitana - aggiunge Penati - ci saranno finalmente le condizioni per affrontare in modo unitario ed efficace temi chiave per lo sviluppo del nostro territorio come ambiente, mobilità, sicurezza e politiche di sviluppo economico, assicurando ai cittadini istituzioni e servizi più efficienti a costi minori."
A sua volta il sindaco di Milano, Letizia Moratti, a margine di un incontro sugli enti locali, sottolineava l'esigenza di una legge speciale per la città: “Milano, come tutte le città metropolitane, è dedita allo sviluppo del territorio sia in termini di creazione di ricchezza sia di occupazione, quindi ha necessità di avere delle leve che consentano di gestire al meglio politiche di pianificazione del territorio, delle grandi reti infrastrutturali, delle opere pubbliche".
Tuttavia, definire i confini della nuova realtà non è facile, soprattutto laddove la sua istituzione, viene sentita come un abuso di potere teso a svilire autonomie e identità territoriali. Soprattutto, se si pensa che la Lombardia ha una spiccata caratterizzazione policentrica, con aree che andrebbero valorizzate e non inglobate. Rispetto alle altre città, poi, Milano ha al suo interno peculiarità aggregative come la zona di Rho. Per non parlare del peso della confinante provincia di Monza e Brianza istituita solo nel 2004. O del possibile “ritorno" nel contesto milanese dei 61 Comuni che nel '92 si sono scorporati dalla provincia di Milano per costituire quella di Lodi.
E Malpensa? Punto di forza del territorio varesino, è da più parti considerato l'aeroporto di Milano e dunque, eventualmente, parte del progetto metropolitano. C'è chi pensa che la nuova Città debba ricalcare i confini della Diocesi ambrosiana, chi la confinerebbe ai Comuni della prima cintura. Il dibattito è aperto. Con giudizi contrastanti.
A rinfocolare le polemiche un recente intervento del presidente del Consiglio Romano Prodi, che ha espresso un parere molto netto: il nuovo ente non avrebbe senso se non esteso ai centri del Basso Varesotto, Busto Arsizio, Castellanza, Gallarate e Saronno. Un riconoscimento, senza dubbio, dell'importanza di queste aree, ma anche una negazione del dato di fatto: la varesinità di questi territori, che in un'ipotesi estesa di Città Metropolitana, correrebbero il rischio di accrescere, di fatto, la periferia milanese.
Ben riassume le perplessità di casa nostra il presidente della Provincia di Varese, Marco Reguzzoni, che sottolinea: “Una metropoli come Milano è fortemente articolata. Estendere i confini di cui fa parte non credo sarebbe un vantaggio né per Milano, che si confronta quotidianamente con molteplici difficoltà tipiche delle grandi città, né per il Basso Varesotto contestualizzato in tutt'altra realtà".
Riguardo al metodo, dubbioso anche il sindaco di Varese, Attilio Fontana, che afferma: “In merito alla questione, sono un po' scettico: cosa significa parlare di aree metropolitane e altre forme istituzionali se, poi, si umiliano le autonomie, non c'è potere decisionale, nè fiscale? Prima lo Stato cominci a dare poteri agli enti locali, dia infrastrutture e servizi".
Nicola Mucci, primo cittadino di Gallarate, non si entusiasma di fronte alla proposta di estendere i confini milanesi: “La guardo con una certa diffidenza, perchè non credo sia calzante alle esigenze del nostro territorio. Bisogna, invece, cimentarsi su due obiettivi: riverificare la distribuzione di competenze tra livelli istituzionli, potenziando le realtà locali esistenti, e favorire una sinergia tra enti finalizzata a svolgere servizi ed attività, per razionalizzare le spese e ottenere maggiori livelli di qualità. La macro area metropolitana non mi sembra una risposta a queste esigenze".
Chiarissimo anche il parere del sindaco di Legnano Maurizio Cozzi sulla Città Metropolitana: “Così come congegnata, esprimo un'opinione negativa. Il rischio è che sia tolta autonomia al territorio e che le decisioni più importanti - vedi viabilità - siano prese altrove. Proprio per salvaguardare le peculiarità di un territorio così diverso dall'hinterland milanese, il Comune di Legnano ha intensificato la collaborazione con Busto Arsizio, Gallarate, Magenta e Abbiategrasso. Non vogliamo diventare un feudo della Grande Milano".
Sulla stessa lunghezza d'onda Pierluigi Gilli, sindaco di Saronno. “La nostra provincia - afferma - ha 80 anni, è giovane e nel pieno delle sue forze: annegare parte del suo territorio in una confusa realtà metropolitana significherebbe, per Saronno e per la parte Sud della provincia, perdere ogni specificità ed autonomia. Piuttosto, è bene pensare a forme di sempre più diffusa collaborazione tra i Comuni, per gestire al meglio servizi di utilità generale. Poi, per il resto, con il coordinamento della Provincia, ogni Comune potrà mantenere la propria identità e dare il proprio contributo ad una realtà socio-politica ormai attestata".
Dal canto suo, Gigi Farioli, sottolinea l'atteggiamento attivo presente nel nostro territorio nella questione. Il sindaco di Busto Arsizio, sottolineando che proprio la sua città è stata scelta dal Ministero delle Infrastrutture come leader del territorio “Hub Malpensa e Corridoio V" per la realizzazione di progetti destinati ad aumentare la competitività nazionale e lo sviluppo del territorio, sostiene che “cambiando le prospettive, con l'apertura al mondo e all'Europa, a maggiore ragione, bisogna uscire dai confini amministrativi. Le risposte concrete alle nuove condizioni devono partire dal basso: iniziative che cominciano dalla definizione del Piano di mobilità e del Piano strategico d'area vasta (vedi articolo successivo n.d.r.)".
Da Castellanza, poi, il sindaco Fabrizio Farisoglio, ha recentemente lanciato il progetto di una sorta di Regio dell'Alto Milanese. “Castellanza vuole mettersi in gioco" ha sottolineato, proponendo la sua città come protagonista del processo di “unificazione", per la posizione strategica e per la presenza sul territorio di punte di eccellenza in campo sanitario ed accademico, come la LIUC. “Crediamo indispensabile - ha affermato - confrontarsi con i Comuni che fanno parte di un territorio omogeneo per dare vita ad un coordinamento dell'Alto Milanese".

05/11/2007

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa