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A Varese il ciclismo è MONDIALE

A settembre la Città Giardino ospiterà i Mondiali di ciclismo 2008. Un evento di richiamo mediaticocome pochi, cui la Città e il circondario si stanno preparando da mesi. E una grande opportunità ingrado di produrre interessanti ricadute sull'economia locale.A Varese il ciclismo è MONDIALE


Come l'araba fenice, il ciclismo, dopo il tifone doping, è rinato dalle sue stesse ceneri ed è tornato a emozionare gli appassionati. Il cielo sopra il mondo del pedale non è ancora terso, ma l'ultimo Giro d'Italia, combattuto fino all'arrivo di Milano, ha dimostrato che questo sport sa ancora regalare brividi di passione. E Varese, con il Mondiale di settembre, potrebbe davvero essere l'incipit di una nuova pagina ancora tutta da scrivere. "Credo che il grande evento di settembre sia una scommessa per noi organizzatori, ma anche per tutto il movimento del ciclismo e per il nostro territorio - ha commentato Renzo Oldani, vicepresidente di Varese 2008, società organizzatrice dell'appuntamento presieduta da Amedeo Colombo, patron della Shimano - l'augurio è che le gare iridate che si disputeranno nella Città Giardino segnino una svolta importante dopo Madrid, Salisburgo e Stoccarda, che dal punto di vista tecnico, organizzativo e spettacolare non sono certo stati i migliori". Settembre quindi si avvicina e giorno dopo giorno cresce la voglia di stupire, di divertirsi e di coinvolgere la gente di una città e di un territorio che guarda ancora con troppa diffidenza l'evento: "Lasciamoci trascinare dalla passione - dice Oldani - Varese ha già dimostrato di saper superare prove importanti. Le gare iridate sono un'occasione più unica che rara e non solo sotto l'aspetto sportivo. Non dimentichiamo, infatti, che i Mondiali hanno portato sul territorio qualcosa come 47 milioni di euro che si stanno traducendo in infrastrutture cruciali e che attendevamo da decenni. A settembre non correranno solo i ciclisti, ma una provincia intera e se ognuno farà la sua parte nessun traguardo ci sarà precluso. Insomma Varese dovrà avere la capacità di farsi ammirare dal mondo intero per le sue bellezze e per la sua capacità di ospitare gente proveniente da tutto il mondo". Vincere la sfida di settembre significherà mettere le basi per rivivere le stesse emozioni anche nel 2009, quando i Campionati del Mondo si disputeranno a Mendrisio, proprio a due passi da Varese.

IL CYCLING STADIUM
Sarà la punta di diamante delle corse iridate varesine, "perché l'ippodromo si trasformerà in una cosa mai vista nel ciclismo". Ad aprire le porte del Cycling stadium, l'epicentro del Mondiale, è Gabriele Sola, direttore generale di Varese 2008: "Abbiamo pensato a questa soluzione innovativa per dare la possibilità al pubblico di gustarsi le competizioni. Oltre alla tribuna già esistente, ne verranno realizzate altre due e la capienza dell'impianto sarà di 12 mila persone. I corridori della gara Elite maschi transiteranno all'interno del Cycling stadium 15 volte". Ad aumentare lo spettacolo ci sarà anche l'area box delle nazionali, "dove tecnici, massaggiatori e meccanici agiranno sotto gli occhi del pubblico". L'ippodromo poi sarà anche il fulcro delle serate mondiali, ognuna delle quali sarà caratterizzata da eventi di intrattenimento. "All'interno dell'impianto abbiamo realizzato anche un'area di 12 mila metri quadrati dove si svolgeranno tutte le iniziative di animazione ideate ad hoc. Insomma - continua Gabriele Sola - mi piacerebbe che alla fine della kermesse la gente si porti via da Varese la sensazione di aver vissuto un Mondiale unico, appassionante e divertente. Sono convinto che se la città si lascerà coinvolgere, questo grande evento diventerà il miglior spot per il ciclismo e per il nostro meraviglioso territorio".

I NUMERI
Saranno 1.000 i corridori in gara, rappresentanti di 55 nazioni. Gli accrediti richiesti sono 5 mila e la kermesse ciclistica verrà seguita e raccontata in tutto il mondo da 1.015 giornalisti. Il Mondiale per Varese sarà anche un'importante vetrina televisiva, tanto che le ore di diretta previste sono 236 e si stima che davanti al monitor si siederanno 400 milioni di telespettatori. A questi si dovranno poi aggiungere gli appassionati che invece invaderanno il capoluogo per seguire dal vivo le gare. I numeri in questo caso parlano di 500 mila persone per la gara clou e di 1 milione di tifosi "spalmati" su tutta la settimana iridata.

CALENDARIO ED EVENTI
Sarà l'orologio a scandire la prima parte della settimana mondiale. Si parte martedì 23 settembre con la prova a cronometro Under 23, mercoledì 24 toccherà alle donne e giovedì 25 è in programma la cronometro Elite uomini. Per quanto riguarda le gare in linea, saranno sempre i più giovani a fare da "apripista" (venerdì 26 settembre), sabato 27 invece le strade si coloreranno di rosa con la prova Elite donne e domenica 28 la gara più attesa, ovvero quella Elite uomini. Ma non di solo ciclismo vivrà il Mondiale varesino. Per tutta la settimana, infatti, il palco del Cycling stadium ospiterà una serie di eventi di intrattenimento. Già sabato 20 settembre si respirerà aria di festa con l'inaugurazione del Cycling stadium e la finale del concorso Miss Mondiale. Lunedì 22, sempre all'ippodromo, si terrà la cerimonia di apertura della kermesse. Spettacoli di cabaret, musica, concerti e premiazione di concorsi caratterizzeranno le serate iridate. Sabato 27, alla vigilia della gara più attesa, come vuole la tradizione dei Campionati del mondo di ciclismo, a Villa Recalcati, ci sarà il Gran Galà di chiusura organizzato dalla Provincia di Varese. Insomma, non si può certo dire che manchino gli ingredienti per vivere alla grande i giorni iridati.

IL PRONOSTICO DI GIANNI BUGNO

Visto dall'alto "è un percorso selettivo e che diventa duro dopo che lo si ripete più volte". Gianni Bugno il circuito mondiale l'ha potuto osservare dall'elicottero durante la tappa varesina del Giro d'Italia e si è fatto un'idea ben precisa: "Questo tracciato è stato pensato per regalare emozioni. Chi vincerà sarà un campione vero. Servono resistenza, capacità di andare forte in salita, coraggio per affrontare le discese e il passo giusto per i pochi tratti in pianura. Insomma solo un corridore completo può fare bene su queste strade". E' questo l'identikit del possibile vincitore dei Mondiali 2008 e tutti gli indizi, per Bugno, portano a un nome: Paolo Bettini. "Non è un pronostico, ma una speranza - spiega l'ex campione - Qui a Varese mi piacerebbe veder vincere un italiano. Paolo è forte, un lottatore nato, che non rinuncia alla battaglia nemmeno quando non è in condizione". E proprio Bettini ha già fatto vedere di avere la gamba giusta per affrontare "l'ottovolante" della Città Giardino. Un sali e scendi continuo, con dentro Montello e Ronchi, pendenze non vertiginose, ma che alla lunga possono far diventare di legno i muscoli delle gambe: "Ma a decidere la fuga buona - commenta Bugno - potrebbe anche essere una discesa". Gianni Bugno da qualche anno è sceso di sella, ma non ha problemi ad ammettere che "un Mondiale, su un circuito così ben pensato, mi sarebbe proprio piaciuto correrlo"

AMARCORD DEL MONDIALE 1951

Quelli che… il primo Mondiale a Varese l'hanno visto a colori affollando i bordi delle strade del capoluogo e quelli che…, divorati dalla passione per il ciclismo, hanno pagato 2 lire per ammirare i campioni sfrecciare e Ferdy Kúbler trionfare. Era il 3 settembre del 1951 e di quella Varese Mondiale ne parla Alessandro Stocchetti, uno degli organizzatori del grande evento e che, in barba alle sue 88 primavere, in bicicletta ci va ancora, “con una Bianchi che mi ha regalato Fausto Coppi - precisa con orgoglio - Di tanto in tanto, pedalo lungo viale Europa". Tra Stocchetti e la bicicletta l'amore è sbocciato presto: “Ho iniziato a correre nel 1935 e ho vinto 6 gare da Allievo e 3 nei Dilettanti". Altrettanto presto però la storia d'amore con i pedali si è bruscamente interrotta a causa della guerra: “Sono dovuto partire e quando sono tornato la gamba non andava più. Ho smesso di pedalare, ma non di amare questo sport". Stocchetti cambia punto di vista sul ciclismo e dalla sella passa “dietro" la scrivania. Nel 1948 fonda il Veloclub Varese: "Luigi Ganna mi forniva le biciclette e per la mia squadra hanno corso Morettini, Maspes, Messina e Pesenti oltre a tanti giovani pescati in provincia". L'idea di affidare l'organizzazione del Mondiale a Stocchetti venne al presidente della Binda e la società organizzatrice nacque al Caffè Firenze di piazza Repubblica: “Fu lì che mi venne affidato anche l'incarico di cassiere. Ricordo che all'ippodromo e lungo il circuito sono arrivati quasi 300 mila persone. Ogni spettatore pagava 2 lire e sul percorso c'erano almeno 150 bigliettai arrivati da Milano per l'occasione". Stocchetti nel 1951 fu anche “il grande fratello" della Nazionale italiana: “Dovevo “sorvegliare" gli azzurri nel ritiro di Velate a Villa Sorriso - racconta - C'erano tutti i campioni di quel periodo: Magni, Bartali e anche Coppi, che però due giorni prima della gara diede forfait". L'ultima immagine di Stocchetti sul Mondiale del 1951 è dedicata alla città: “Ancor oggi mi ricordo la grande euforia che in quei giorni regnava a Varese, ma anche l'impegno di tutti per realizzare il grande evento. Sono emozioni che non posso dimenticare e che spero di rivivere anche a settembre. Questa volta però, da spettatore". I

IL PUNTO DI VISTA DI "EL DIABLO" CHIAPPUCCI

Visto da “fuori", “perché non faccio parte dell'organizzazione dell'evento, posso dire che questo Mondiale rappresenta il giusto tributo a Varese, culla di grandi ciclisti". Chi parla è Claudio Chiappucci, campione che non ha bisogno di presentazioni e che ha saputo regalare alla gente emozioni indimenticabili. Soprattutto quando la strada iniziava a salire: “Quando andavo via, diventava difficile per tutti venirmi a prendere e io ero abituato a sopportare fatiche mostruose". Idealmente Chiappucci si rimette in sella “perché correre un Mondiale in casa propria è una fortuna che non mi è mai capitata". Il percorso lo conosce bene: “Tecnico, nervoso e molto impegnativo", tanto che sceglie la tattica che meglio conosce, ovvero quella dell'attacco: “Chi vuol vincere a Varese deve subito fare la corsa e cercare di lasciare indietro i corridori più veloci per non avere brutte sorprese alla fine". Poi c'è l'arrivo, dentro il catino dell'ippodromo: “Un'idea originale, nuova per questo sport e pensata ad hoc per rendere il finale palpitante. Non so come sarà, io i traguardi li ho sempre tagliati sull'asfalto, ma credo che il pubblico potrà godersi un grande spettacolo".

06/13/2008

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