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L'intraprendenza supererà l'incertezza


Di competitività del sistema Italia e del futuro del made in Italy si è parlato sabato 24 aprile in un convegno organizzato dall'Unione degli Industriali della Provincia di Varese e dal Club Ticino del Rotary International, presso l'Università Cattaneo-LIUC di Castellanza. Ad aprire il convegno è stato il presidente dell'Unione Industriali Alberto Ribolla, che ha evidenziato la "grande importanza della provincia di Varese nei settori meccanico e tessile, nello stampaggio a caldo, nella lavorazione delle materie plastiche e nell'azienda chimica", con dati molto positivi rispetto al trend nazionale: "una percentuale molto bassa di disoccupazione, pari all'1,6% tra la forza lavoro maschile giovane, e un export cresciuto del 6% dal 2002 al 2003 e costituito per quasi il 20% da prodotti ad alta tecnologia". Una congiuntura positiva in cui non mancano comunque dei problemi, quali "il costo del lavoro molto elevato, la difficoltà di reperire manodopera, il cambio a favore del dollaro, i prodotti contraffatti e la concorrenza dei Paesi emergenti". Cosa serve al sistema Italia per risollevarsi dalla stagnazione? Secondo Ribolla "occorrono regole certe che siano applicate in un quadro normativo basato sulla trasparenza. Siamo contro barriere doganali e clausole di salvaguardia, bisogna staccarsi dalla cultura del declino e voltare pagina, incentivare le imprese all'internazionalizzazione, individuare grandi temi di innovazione e ricerca a livello nazionale e investire in formazione ad alti livelli. E tutto questo va fatto in fretta, perché il tempo stringe".
Flavio Radice è poi intervenuto spiegando il ruolo dell'Istituto nazionale per il Commercio Estero, di cui è consigliere. "L'ICE è un ente pubblico - ha detto - ed è uno strumento per l'internazionalizzazione delle imprese e per la promozione del made in Italy. In Italia tutti si vogliono occupare di commercio estero, ma ogni entità ha un suo compito specifico. Inoltre la diplomazia commerciale nel nostro Paese deve fare un salto di qualità".
L'economista, nonché presidente di Autostrade Spa, Gian Maria Gros-Pietro ha posto l'attenzione sul fatto che "tutti i Paesi industrializzati hanno perso quota nell'export in seguito all'affacciarsi sulla scena economica di molti Paesi emergenti, l'Italia però più degli altri. Questo perché noi siamo sopra il 10% in prodotti che a livello mondiale non crescono, come le calzature, e siamo invece assenti o bassissimi nei prodotti che crescono tanto, come l'information tecnology. Vi sono poi condizioni negative che non attraggono investimenti e siamo deficitari per quanto riguarda la burocrazia legata alle imprese e le infrastrutture. Le imprese - ha aggiunto - vanno indotte ad aumentare la loro capacità produttiva, ma lo faranno solo in condizioni positive di lungo periodo. Dobbiamo essere in grado di mettere più tecnologia e innovazione nella produzione".
"Il problema è di natura congiunturale - ha esordito il Ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano (nella foto) - siamo in un punto di passaggio tra una fase di depressione e una di espansione, ci troviamo in fase di stallo e le imprese sono in equilibrio tra l'incertezza verso il futuro e l'intraprendenza. La ripresa ci sarà quando l'intraprendenza supererà l'incertezza. Tuttavia in un quadro generale non positivo si registrano cose stupefacenti, come l'aumento del tasso di natalità delle imprese e la creazione di occupazione. La scommessa fatta dall'Italia negli anni Cinquanta con la firma del trattato di Roma continua ancora oggi: allora scegliemmo di competere con Pesi molto più forti e ce l'abbiamo fatta, oggi ci stiamo confrontando con nuovi Paesi emergenti. Per di più abbiamo rinunciato allo strumento del deprezzamento della moneta, cui l'Italia in passato ricorreva per prendere una boccata d'aria, anzi ora c'è l'apprezzamento dell'euro". Il ministro ha poi ricordato quanto fatto dal Governo in questi anni, tra cui appunto il decreto sul made in Italy. "Tutto quello che il Governo fa - ha concluso - lo fa scommettendo sulle imprese. Premieremo i progetti innovativi con incentivi, perché il profitto ha la sua giustificazione nell'innovazione".

Un servizio di consulenza per la tutela della proprietà intellettuale

La tutela e la valorizzazione della proprietà intellettuale, e quindi del patrimonio tecnologico e commerciale, rivestono un ruolo strategico fondamentale nel panorama delle attività di gestione aziendale. E in questo un aiuto alle imprese può venire anche dall'Unione degli Industriali della Provincia di Varese che, nell'ambito delle proprie iniziative finalizzate a supportare le imprese nella gestione delle diverse problematiche quotidiane, offre la possibilità di usufruire gratuitamente della consulenza, a carattere preliminare e orientativo, di un esperto in proprietà industriale che è a disposizione delle imprese associate previo appuntamento telefonico (Tel. 0332 215000).

05/06/2004

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