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Carnovali detto il Piccio, l'ultimo romantico

Novanta disegni e un grande amore, quello dello scrittore luinese, Piero Chiara, per il pittore di Montegrino, anticipatore della Scapigliatura e del Divisionismo, in mostra al Castello di Masnago.

Fu un bagno, un bagno fatale, uno dei tanti che si concedeva, non si sa se per pura passione o per necessità terapeutiche - pare fosse afflitto da una pruriginosa malattia della pelle - a tradire nell'estate del 1873 l'esperto nuotatore Giovanni Carnovali, detto il Piccio, di professione artista. Il corpo venne ripescato alcuni giorni dopo e consegnato agli amici che piansero sinceramente la scomparsa di quell'uomo che aveva fatto del fiume quasi una seconda casa. Aveva lasciato ancora bambino le sponde del Verbano - era nato nel 1804 nella parte alta del luinese, a Montegrino Valtravaglia - per raggiungere i gorghi padani, inseguendo la sua arte nel riflesso dell'acqua.
Carattere molto particolare, aveva un modo tutto suo di rapportarsi col suo prossimo, che s'era abituato alla furtiva presenza di quell'uomo allampanato e selvatico lungo gli argini del Po.
Forse un po' voyeur, si sussurrava di lui. Ma quale artista non guarda?
Lui, il Piccio, guardava. Eccome. Guardava le belle bagnanti per fissarne a matita le morbide forme. Guardava i paesaggi, le matasse acquerellate dei cespugli, le macchie di verde tenero sui tronchi snelli dei salici. Guardava per piacere innato e per necessità di lavoro. Fu tanto innamorato del suo fiume, di quel mondo insieme domestico e primordiale a portata di mano, da farne il suo laboratorio en plain air. Né mai riuscì ad allontanarsene, fino ad annegarci la vita.
E' per questo motivo che i curatori della mostra sul Piccio promossa al Castello di Masnago, Serena Contini e Pierluigi De Vecchi, hanno accolto con favore la fantasiosa proposta di allestimento di Paolo Zanzi. I disegni del Piccio, circa novanta, realizzati in anni di laborioso lavoro, sembrano scorrere nell'acqua azzurrina e chiara, come pesci nell'acqua, sotto strutture lignee che richiamano i paranchi.
Acquisiti nel 1966 dal Comune di Varese, appartenevano a un altro voyeur, il voyeur della vita Piero Chiara, che li acquistò a sua volta nel 1965 da un collezionista privato.
Se il Piccio passò la vita ad osservare, a sua volta Chiara osservò lui, a distanza di anni. Lo mise sotto la lente di ingrandimento della sua innata curiosità di scrittore, non solo per empatia di uomini nati attorno alla stessa terra. Gli piaceva, non è difficile immaginarlo, forse proprio per il comune interesse di quell'occhio malizioso d'artista allenato a rubare immagini: di donne, di vecchi, di paesi - i tanti visitati nel suo peregrinare di instancabile camminatore - di acque, di volti.
Tratti guizzanti di matita, tracce di misteri, attimi di vita impressi sulla carta alla velocità di un lampo. Come non potevano non colpire Chiara fino all'innamoramento prima, all'amore definitivo poi? E' dunque la storia di questo grande amore, di uno scrittore per un altro artista della sua terra, che si racconta nella mostra allestita al Castello di Masnago con il contributo della Regione Lombardia, il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero per i Beni e le Attività culturali. Legata idealmente alla rassegna realizzata la scorsa primavera a Cremona, curata dallo stesso De Vecchi, se ne distacca per il suo specifico contenuto.
Già esposti nel '96, subito dopo l'acquisizione nel fondo Chiara, i disegni collezionati dallo scrittore di Luino, che li considerava "piccoli capolavori tra le meraviglie del disegno italiano dell'Ottocento”, vengono ora riproposti, accompagnati dai tanti testi che egli dedicò a più riprese al conterraneo artista, considerato l'ultimo romantico, anticipatore della Scapigliatura, del Divisionismo e anche del Futurismo. Il Corriere della Sera e altri giornali accolsero spesso gli articoli di Chiara, sempre più invaghito del suo pittore via via che la conoscenza-iniziata nel 1952, con la prima mostra varesina a Villa Mirabello e il primo scritto su di lui - andava approfondendosi. Le ricerche di Serena Contini e Pierluigi De Vecchi - che si sono avvalsi della collaborazione della Associazione Amici di Giovanni Carnovali di Montegrino - offrono ora nuovi spunti di studio e indagine agli amanti del Piccio. Sono in mostra anche interessanti documenti originali recuperati dai curatori, come l'atto di nascita, nonché alcuni ritratti del Piccio provenienti dalla Galleria d'arte Moderna di Milano.
Il catalogo di Silvana Editoriale si avvale di testi di Pierluigi De Vecchi, Maria Piatto, Serena Contini, Valerio Guazzoni, Emanuela Bertoni. Con la premessa di Federico Roncoroni e una raccolta di testi di Chiara dedicati all'artista di Montegrino.

Il Piccio
nella collezione di disegni e nelle carte di Piero Chiara
14 dicembre 2007-2 marzo 2008
Castello di Masnago - via Cola di Rienzo, 42 - Varese
Da martedì a domenica 9,30-12,30/14.00-18.00
Terzo sabato di ogni mese chiusura posticipata ore 22.00

01/18/2008

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