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Dove Venere fa ancora il bagno

Cascate, salti, scivoli d'acqua. Una scoperta bucolica, poco nota e… rinfrescante, a nord come al sud del Varesotto.


Cinquanta, cento metri di salto nel vuoto, fra rocce strapiombanti e un fragore cupo che, dopo lunghi periodi di pioggia, incute persino timore. Così a Ferrera, lungo il fiume Margorabbia; a Brinzio, nell'alto corso del torrente Rancina; a Cittiglio, dov'è il torrente San Giulio; lungo la Valganna, tanto alle famose Grotte quanto alle meno note Forre; e persino dove meno te lo aspetteresti, vale a dire lungo l'asta tranquilla del Ticino. "Salti d'acqua", li definiscono i più prudenti. "Cascate", preferiscono indicarle i più avventurosi. Meravigliosi fenomeni naturali che, nella terra varesina delle industrie e dell'urbanizzazione diffusa, richiamano alla mente paradisi perduti, memorie bucoliche, Veneri al bagno.
Può essere un'idea, questa di andare alla scoperta delle cascate (preferiamo chiamarle così) di casa nostra in una stagione di piogge come la primavera. Idea un po' temeraria, forse, proprio perché un semplice torrente che pareva innocuo può diventare all'improvviso arrogante e presuntuoso; ma piena di fascino e, presa qualche piccola precauzione, appagante come poche.
TRA MARGORABBIA E RANCINA
A nord dell'abitato di Ferrera, fra Valcuvia e Valganna, il Margorabbia (immissario del Tresa poco prima che questi si getti nel Verbano a Germignaga) forma una cascata che i locali chiamano Fermona; è un balzo improvviso, poco dopo essere sfociate le acque da una condotta forzata, di circa trenta metri, in un tripudio arcadico di vegetazione che certo qui non ha mai sete e che fa sentire lontani dal mondo conosciuto. Un tempo il fenomeno era ben conosciuto, come dimostrano i ricordi degli anziani e qualche cartolina replicata sui libri di storia locale.
La cascata del Pesegh si trova nella valle a ovest di Brinzio, poco oltre la confluenza tra il torrente Valmolina e il rio Frivola. Formata dal torrente che proprio qui inizia a chiamarsi Rancina, raccoglie le acque di un bacino idrografico di quasi sette chilometri quadrati ed è alta circa venticinque metri: tutto ciò la rendono particolarmente spettacolare dopo i temporali, tanto da servire un tempo come forza motrice per la vicina filanda, di cui rimangono poveri resti fatiscenti. Siamo nel territorio del Parco Regionale Campo dei Fiori e la cascata è inserita nell'area di un Monumento naturale, dove è facile incontrare il merlo acquaiolo e l'airone cenerino.
A DUE PASSI DAL LAGO MAGGIORE
A Cittiglio, seguendo l'antica strada che scavalca con un ponte in pietra il torrente San Giulio, nei pressi dell'abitato, si incontrano una dopo l'altra tre cascatelle incassate nell'intatto vallone inciso fra le rocce; quando è abbondante, l'acqua può anche raggiungere i due metri d'altezza alla fine dei "salti", così da consentire persino qualche tuffo davvero temerario. In ogni caso, anche in piena estate, la temperatura dell'acqua è di quelle che scoraggiano.
La Valganna è nota per la cascata che, in pieno inverno, a volte ghiaccia costituendo motivo di attrazione turistica; ma, oltre la piccola grotta di facile accesso che contorna la cascata, c'è dell'altro: blocchi di travertino che ora il Parco Campo dei Fiori ha posto sotto tutela. E non è tutto. Poco più avanti, oltre la breve galleria automobilistica, inizia la Val Fredda, che si collega alla Valganna attraverso due cascate di circa dodici metri complessivi entro una forra, o canyon che dir si voglia, a pareti parallele e verticali. Il luogo è tanto spettacolare quanto poco conosciuto. Il rio che forma i due salti ha acque tanto pulite da ospitare un ricco popolamento ittico, comprendente lo Scozzone (Cottus gobio) e la Trota fario (Salmo trutta), mentre nei pressi si riproduce la salamandra giallo-nera. L'area è Monumento naturale e presto sarà attrezzata per la visita.
LUNGO IL TICINO "TRANQUILLO"
Infine (ma altre scoperte non sono da escludere) la cascatella del Panperduto, com'è detto il tratto dov'è stata costruita l'opera di presa del Canale Villoresi. Attraversato il Ticino percorrendo la carrozzabile che conduce da Somma Lombardo a Varallo Pombia, guadagnata la sponda piemontese si prende a sinistra per una strada non asfaltata che conduce al ristorante e, da lì, in breve alla cascata: in realtà uno scivolo costruito allo scopo di rallentare la corrente che un tempo rovesciava i barconi carichi di merci (perso il carico, perso il guadagno del barcaiolo: da qui il termine Panperduto) ed agevolare il deflusso verso il canale.
Il casello di guardia del Villoresi posto all'inizio del canale stesso, uno dei diversi caselli costruiti lungo il suo percorso, ha la funzione di regolare il pescaggio dell'acqua dal Ticino e di controllare lo stato del canale per i primi quindici chilometri. Qui viene misurata costantemente la portata del fiume, che in condizioni normali è di circa 10 metri cubi al secondo. Nei periodi di piena la portata sale a circa 500/700 mc/s. In alcuni casi, quando le piogge si fanno particolarmente insistenti, la portata aumenta, anche sensibilmente. La punta più elevata degli ultimi tempi si è registrata nell'ottobre del 2000, quando la portata salì a ben 2.500 mc/s. Una quantità d'acqua impressionante, che allo scivolo di Panperduto precipita fragorosamente. La nuvola d'acqua è alquanto suggestiva, specie se colpita dal sole radente.

Il travertino della Valganna
Una serie di manufatti per la captazione delle acque, realizzati all'inizio del secolo scorso, hanno alterato profondamente lo stato originario dell'area a ridosso delle Grotte di Valganna. Ora un progetto del Parco Campo dei Fiori, possibile grazie ad un finanziamento di Unione Europea e Regione Lombardia nell'ambito del Progetto Life, cercherà di ristabilire l'ambiente naturale, caratterizzato dalla presenza di una roccia particolare, il travertino, originata dai sali cartonatici presenti nelle acque. In oltre trecentomila anni di lavoro, hanno formato un blocco alto venti metri e largo cinquanta che ospita fauna e muschi particolari: l'ambiente è detto delle "sorgenti pietrificanti". L'intervento, tuttora in corso, permetterà di abbattere i caselli di captazione in cemento, formare cascatelle e permettere alle acque di tornare a defluire come un tempo in un'area di circa tre ettari.
A tavola

Il ristorante Grotte di Valganna, in territorio di Induno Olona (0332-200166), pur completamente rinnovato, è uno dei luoghi storici della villeggiatura tra Otto e Novecento, sorto nei pressi della Fontana degli Ammalati, ovvero la cascata d'acqua che si diceva possedere facoltà terapeutiche. La cucina è quella tipica italiana, con abbondanti primi piatti da gustare anche all'aperto (ma solo nella bella stagione, perché il freddo della zona è proverbiale!). Con venti euro a testa ce la si può cavare. A Ferrera, poco distante dalla cascata, troviamo la trattoria "Del Cacciatore" (0332-716.290), dove il nome stesso induce a pensare a succulenti piatti a base di selvaggina. Il menù è semplice e curato, la spesa è contenuta attorno ai venti-venticinque euro.
A Cittiglio è il ristorante "La Bussola", con menù alla carta e possibilità di mangiare anche soltanto una pizza. C'è un certo via vai ed è meglio prenotare (0332-602.291). Il ristorante "La Cascata", in località Panperduto di Varallo Pombia, propone un menù proiettato verso la cucina piemontese: affettato di salumi misti e crescentine al crudo, crespelle della casa, pappardelle al coniglio e risotto ai funghi porcini, ma anche grigliata mista alla brace e lepre in salmì con polenta. A poco più di venti euro, ma è consigliata la prenotazione (0321-921.308).

03/27/2003

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