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Pro e contro la Saronno-Seregno

Una ferrovia che sembrava dimenticata e che, invece, sarà riattivata. Per la città di Saronno, una grande occasione, che, tuttavia, non incontra il favore dei cittadini.

Dopo molti anni d'immobilismo, tanto da sembrare un binario morto e dimenticato, la ferrovia Saronno-Seregno sta per essere rimessa in funzione e l'iter, per la definizione del progetto, è in fase conclusiva. Grande è la soddisfazione degli ecologisti e dei moltissimi pendolari che potrebbero usufruire di questa tratta ma ci sono diversi ostacoli da superare. Le Ferrovie Nord, che gestiranno la futura Saronno-Seregno, hanno ipotizzato anche che, in futuro, ci potrebbe essere la possibilità di connettere Seregno con la ferrovia che va a Bergamo, creando quindi un nuovo passante a nord di Milano.
Il condizionale però è d'obbligo perché, nella città degli amaretti, c'è stata una levata di scudi da parte dei cittadini che possiedono le case prospicienti quella che ritenevano, a torto, una linea quasi disattivata e che temono di veder deprezzate le aree dove sorgono le loro abitazioni e, inoltre, di dover sopportare un traffico di oltre 300 treni al giorno rispetto ai due o tre convogli merci che attualmente transitano sull'unico binario. Per questo si sono costituiti in comitato e hanno avuto l'appoggio del sindaco Pierluigi Gilli, del deputato del Collegio, onorevole Airaghi e dell'assessore provinciale saronnese Rienzo Azzi.
Pur considerando l'importanza della riattivazione di questa linea ferroviaria, soprattutto come valida alternativa al traffico automobilistico, i tre esponenti politici hanno espresso un parere alternativo poiché ritengono che l'attuale percorso ferroviario possa effettivamente penalizzare la città. Hanno quindi formulato l'ipotesi, espressa anche alla Regione Lombardia, che le Ferrovie Nord studino un diverso tracciato, fuori dal perimetro urbano con un'intersezione alla stazione di Saronno Sud. Nel comunicato congiunto, i tre politici respingono le eventuali strumentalizzazioni e auspicano un intervento a tutela delle aspettative, augurando altresì che la rinnovata Saronno-Seregno possa diventare una vera occasione per tutta la città e non un ennesimo problema.
Dal 1958 la linea ferroviaria in questione, lunga 14,3 chilometri e che interessa i saronnesi solo nel tratto finale, è utilizzata per un traffico di due o tre treni merci al giorno, alimentati a diesel poiché negli anni '70, è stata tolta la linea elettrificata. In quest'arco di tempo, sono sorte molte costruzioni al punto che, attualmente, sono rimasti pochissimi gli spazi liberi. Purtroppo, non sono stati considerati gli svantaggi di costruire a ridosso di quella che era, pur sempre, una linea ferroviaria che le Ferrovie Nord, proprietarie del tracciato, avrebbero potuto riattivare. Ora, gli abitanti di questo popoloso quartiere che hanno acquistato quegli immobili prospicienti la ferrovia, sono furiosi e hanno chiesto, attraverso il portavoce del loro comitato, che le Nord blocchino il progetto. Effettivamente questo progetto stravolgerebbe in parte l'attuale assetto della città e i punti cruciali della controversia, sono la realizzazione di un sottopasso in via Piave, in sostituzione dell'attuale pas
saggio a livello, e un transito presumibile di oltre 300 treni al giorno tra pendolari e merci. I vantaggi sono sicuramente fuori discussione per quanto concerne la celerità dei collegamenti tra Monza, Bergamo e Malpensa e si alleggerirebbe il traffico viario sia nell'autostrada dei laghi sia sulla varesina che sulla Saronno-Monza. Il futuro è ancora tutto da scrivere giacché la proposta alternativa, fatta dal Comune di Saronno, è al vaglio dei diretti interessati, vale a dire le Ferrovie Nord.

11/21/2002

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