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Il Catasto di Maria Teresa si digitalizza

La vecchia cartografia della provincia, risalente al Catasto Teresiano conservato nell'Archivio di Stato di Varese, viene sottoposta a procedimento di digitalizzazione. Le nuove tecnologie al servizio della conservazione della memoria storica.

L'Archivio di Stato di Varese è una istituzione abbastanza recente. Sebbene la sua nascita venne sancita nel 1939, fu realizzato nella castellanza di Casbeno, in via Col di Lana n. 5, nel 1963 come sezione di archivio di Stato per poi trasformarsi in archivio di Stato.
Tra il materiale documentario, conservato nella struttura varesina e più frequentemente consultato, appare la produzione cartografica antica. In Lombardia, la cartografia dei catasti pre-unitari, il Catasto cosiddetto Teresiano, seguito dal Catasto Lombardo - Veneto e dal Nuovo Catasto italiano, rimane una fonte fondamentale per studiare l'ambiente dal punto di vista fisico, geoantropico, storico ed economico.
Nelle mappe, oltre alla rappresentazione degli abitati, si trovano segnalazioni relative a insediamenti pre-industriali, quali i mulini, le fornaci, i vari tipi di coltivazione, e inoltre sono evidenti le trasformazioni dei luoghi dovute ai mutamenti dei corsi d'acqua. Queste raffigurazioni, analizzate insieme ai dati inclusi nei registri catastali, i sommarioni, offrono una visione d'insieme della situazione dell'attuale provincia di Varese nel Settecento e nei primi decenni dell'Ottocento.
Già da tempo l'istituto si è impegnato ed è stato all'avanguardia in una politica di digitalizzazione selettiva dei fondi archivistici, agendo anche attraverso iniziative progettuali. Dal 1997 si è avviata la sperimentazione dell'acquisizione a colori in formato digitale della cartografia catastale del cosiddetto Catasto teresiano mediante un progetto, denominato Area virtuale (Inventariazione informatizzata e digitalizzazione a colori delle mappe del fondo “Catasto c.d. Teresiano”), che ha costituito uno degli sforzi più impegnativi compiuti dall'istituto al fine di elaborare moderni mezzi di consultazione, che evitassero una continua manipolazione degli originali.
L'intervento prevedeva l'abbinamento dei files digitali alla contemporanea inventariazione della serie condotta con strumenti informatici e con modalità descrittive di nuova concezione, un punto di partenza per ulteriori proposte. Per la schedatura delle mappe si è reso necessario creare uno schema specifico, che tenesse conto delle regole generali per la descrizione della documentazione e della catalogazione dei materiali cartografici a stampa.
Le carte riprodotte sono il risultato di una grande opera iniziata nel Settecento e conclusasi nel secolo successivo, nota come Catasto Teresiano, perché, pur essendo stato avviato dall'imperatore Carlo VI nel 1718, fu attuato successivamente durante il regno della figlia Maria Teresa d'Austria. Tra queste mappe vi sono anche le copie realizzate nel primo Ottocento, che si rifacevano però a quelle originali settecentesche, cui subentrarono quelle del Catasto Lombardo - Veneto.
Le operazioni del rilevamento delle varie località vennero avviate nel 1721 e proseguirono fino al 1723. Venivano eseguite due tipi di mappe: la mappa originale e la mappa ridotta. La prima era quella elaborata, in scala 1:2000, dai geometri in campagna contemporaneamente al rilevamento del territorio. Da questa tavola veniva mutuata una copia con la medesima scala, da conservare presso l'Ufficio del censo, nella serie delle mappe copia, da cui derivò una successiva serie di copie, in scala ridotta, eseguita con più eleganza dai disegnatori della stessa amministrazione; di queste ultime, un esemplare veniva mantenuto in ufficio, mentre l'altro veniva ceduto alle stesse comunità.
Il progetto Area virtuale è nato da un'esigenza di carattere conservativo: il continuo prelievo del materiale cartografico antico, la sua consultazione da parte dei fruitori dell'archivio varesino e la duplicazione mediante fotocopiatrice rischiavano infatti di provocare danni irreversibili alle mappe.
Il fondo comprende registri e fogli di mappa, oltre alle mappe in rotolo: sono le mappe copia manoscritte, riguardanti l'attuale territorio provinciale di Varese, acquerellate, di varie dimensioni, abbellite da decorazioni. Le tavole in foglio, in scala 1:2000, denominate mappe di prima stazione, disegnano l'intero comune censuario e sono suddivise in un numero variabile di fogli, ad esempio in 36 per la mappa dell'area comunale di Varese. Oltre a queste, appaiono le mappe d'insieme, in scala 1:4000 oppure 1:8000, che configurano il comune in un solo foglio, spesso incollate su un supporto di tela e arrotolate attorno a un cilindro di legno, da cui il nome di mappe arrotolate, e le mappe di seconda stazione, che descrivono unicamente i fabbricati.
Il progetto Area virtuale è stato quasi completamente finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali nel 1997, ma ha goduto anche del contributo economico dell'amministrazione comunale di Ispra, del Rotary Club di Tradate e del Rotary Club Sesto Calende – Angera “Lago Maggiore”. Attualmente risultano già riprodotte le mappe relative ai distretti di Varese, Busto Arsizio, Gallarate, Saronno e parzialmente di Gavirate. Il prodotto finale consiste nella creazione di CD-ROM, che sono costantemente messi a disposizione dei fruitori della Sala di studio dell'archivio varesino e che contengono un ricco apparato descrittivo, funzionale alle esigenze della ricerca.
Le immagini ottenute sono stampabili ad almeno 300 dpi su carta normale o speciale sia tramite stampante comune, ink-jet o laser, sia tramite plotter o in quadricromia.
A distanza di vari anni dall'avvio della sperimentazione, l'evoluzione tecnologica nell'ambito della conservazione del patrimonio documentario e librario, unita alle nuove esigenze e raccomandazioni per il trattamento dei files digitali, impone di procedere alla revisione del progetto, così da tener conto delle nuove metodologie di acquisizione.

06/16/2006

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