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Ritorno agli antichi splendori

Villa Bregana di Carnago, una dimora settecentesca recuperata alle mutate esigenze del territorio.


Maestosa ed imponente è rimasta per più di mezzo secolo nascosta dietro un altrettanto maestoso ed imponente cancello di lamiera e ferro battuto che la celava alla vista dei passanti sulla strada che porta il suo nome. Ora quel cancello è stato aperto e Villa Bregana è ritornata agli splendori di una volta, quando era casa di villeggiatura dei signori di città, che in estate si rifugiavano nel Varesotto in cerca di quiete e di frescura. Comfort che la villa, adagiata sulla collina tra Carnago e Solbiate Arno, offriva con certezza, come si legge nella descrizione del territorio carnaghese, scritta nel 1870 dal cavaliere Paolo Minonzio, medico e fisico, per quindici anni nella condotta di Carnago. "Aria pura, clima dolce, ameni paesaggi, viste deliziose, incantevoli prospetti, limpide fonti in alto ed appiedi delle colline, le perenni e correnti acque dei fiumi Arno ed Olona. Dovunque chiari indizi di fertilità e di vita; e fiori, frutti, prodotti d'ogni sorta della terra e tutto ciò, insomma, che può concorrere a rendere il soggiorno in un paese sommamente piacevole, delizioso e salubre".
Proprio in quest'ambiente che incantava i nobili milanesi, è sorta Villa Bregana, che in origine era Cascina Bregana, così come attestano le mappe del Catasto Teresiano del 1722. Allora era di proprietà della nobile famiglia Carabelli di Carnago ed era sorta come casa colonica per lo sfruttamento delle risorse agricole. Si trovava a poche decine di metri dal confine con il territorio di Solbiate Arno, tanto che nell'evoluzione subita nel corso degli anni, l'edificio è andato a porsi a cavallo tra i due comuni. Intorno aveva ed ha tuttora un parco con imponenti sempreverdi ed alberi a foglia caduca, separato da cinte murarie dal terreno agricolo circostante. La cascina venne trasformata in villa per soddisfare lo stato di benessere e di prestigio delle facoltose famiglie (Cattaneo, Mantegazza, Porro, Riganti, Ferrario) divenute proprietarie per eredità o per vendita. Nel 1939 la villa passò, per successione testamentaria, alla Famiglia Scatti di Lecco. Le sorelle Scatti (Lina, Lucia, Francesca e Giuseppina), utilizzavano la residenza di Carnago come luogo di villeggiatura estiva. Erano nubili e senza eredi, pertanto decisero di far lascito della proprietà alla congregazione religiosa delle Suore Misericordine di Lecco, per adibirla a casa di riposo per suore, sacerdoti e persone anziane. Villa Bregana non ha mai avuto tale funzione, è rimasta chiusa e silenziosa per decenni, fino a quando, di recente, la Curia, proprietaria di diritto, ha venduto la dimora settecentesca ad un privato. Vi è stato poi un successivo passaggio di mano ed è stata acquistata da alcuni soci che ne hanno deciso il recupero, fondando la società "Villa Bregana gestioni Srl".
Poco più di tre anni fa sono iniziati i lavori di restauro, con il dichiarato intento di trasformare il nobile caseggiato in albergo, ristorante e centro congressi, strutture di servizio quasi assenti in un territorio fervido di attività produttive industriali. Si è trattato di un vero e proprio restauro, perché tutto quanto era recuperabile è stato fatto rinascere con fedeltà quasi maniacale, mettendo in evidenza i percorsi storici dell'edificio, conferendo agli ambienti un fascino particolare. Il risultato: un felice connubio tra la memoria storica e l'innovazione tecnologica. Tracce del passato sono rimaste ben evidenti in molti ambienti. Nella sala convegni si calpesta un pavimento in cotto del Settecento, mentre si ha sulla testa un soffitto in travi di legno risalenti all'epoca della costruzione, nella sala lettura l'elemento caratterizzante è un camino in pietra di Viggiù, la volta a vele e i mattoni a vista della cantina sono forse le testimonianze più antiche del fabbricato. Poi qua e là, nella reception, nei corridoi o nella sala convegni, dalle pareti si affacciano mattoni in cotto o ciottoli di fiume per ricordare le origini della villa. Carico di storia anche il parco di 20.000 metri quadrati, ideale per passeggiate e momenti di relax. L'area verde dalle dolci ondulazioni, è popolata di maestosi alberi di magnolie stellate, di mimose, di tuie centenarie, alcune con tronchi giganteschi e dalla grossa circonferenza. I percorsi portano anche ad un'antica lunga scalinata che sale verso la collina, esaltata nelle ore notturne da un'illuminazione a scomparsa che le conferisce una suggestiva scenografia, pertanto si presta ad eventi di gran classe, come possono essere delle sfilate di moda. Sono stati ripristinati anche un pomario di meli antichi ed un'area dedicata alle essenze officinali. Con l'accurato recupero è stata creata una struttura alberghiera raffinata. Attualmente il complesso dispone di 25 stanze che diventeranno 40 con il progetto di ampliamento in fase di studio, che prevede tra l'altro anche il recupero di un fienile, decorato con elementi in stile gotico, dove sarà possibile ricavare delle suite oppure delle aree idonee ad alloggiare piccoli gruppi. In previsione vi sono anche due sale per videoconferenze con circa 300 posti. Il ristorante dispone di due sale, dove possono trovare posto fino a 400 commensali. La cucina, gestita dalla stessa proprietà del noto ristorante "Al Passatore" di Varese, riesce a soddisfare i palati più esigenti. Il complesso alberghiero è stato inaugurato ufficialmente lo scorso settembre, ma già aveva contribuito a quel rilancio del turismo del Varesotto che da più parti si auspica. Ha infatti ospitato molti dei partecipanti al "Cartoon Forum", la manifestazione che ha posto Varese e la sua provincia al centro dell'attenzione internazionale, il ritiro del Novara Calcio, matrimoni, cene di note società sportive ed altri eventi. Convenzioni tra la "Srl" che gestisce il complesso alberghiero ed i Comuni di Carnago e Solbiate Arno, permettono l'utilizzo pubblico della sala convegni o di alcune aree del parco, che hanno dato spazio a concerti e manifestazioni culturali. Ora chi passa da via Bregana, sa che dietro lo storico ed imponente cancello si trova una struttura storica recuperata alle mutate esigenze del territorio.

01/15/2004

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