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Le fortificazioni del Seprio

Parte dai centri del Seprio il viaggio di Varesefocus alla scoperta dei castelli, rocche e fortificazioni in provincia di Varese: tra storia e curiosità, alcune perle, più o meno note del nostro territorio.

CastelseprioCon il nome di Seprio si indica quella parte del territorio varesino attraversata dal fiume Olona e dalla via del Sempione. L'antica Sibrium è stata un'importante via di comunicazione per i commerci tra l'Europa centrale e la pianura padana. E non solo: ad Arsago Seprio, infatti, fu costruito il complesso in stile romanico della Basilica di S. Vittore con il Battistero di S. Giovanni, tra i più significativi dell'epoca in Lombardia.
Testimonianza del valore strategico ed economico della zona sono alcune opere fortificate a controllo e segnalazione dei traffici e dei movimenti che avvenivano in questo territorio di passaggio tra nord e sud. Esso era organizzato nel cosiddetto Contado del Seprio, una vasta contea rurale che comprendeva l'attuale provincia di Varese, si estendeva dal Lago di Como all'alto milanese, dalle valli ticinesi al Verbano, fino alle porte di Novara. Questo contado nasce per volontà di Carlo Magno, dotato di una certa autonomia e con rilevante potere politico e militare; Castrum Sibrium, l'attuale Castelseprio, ne è il centro principale e distretto amministrativo presieduto da un comitato.
Apprestamento militare di epoca romana, costituito da una serie di torri circondate da un'ampia cinta muraria, Castelseprio si trova in una posizione elevata che domina tutta la vallata dell'Olona.
Dopo la dominazione dei Goti e dei Bizantini, con i Longobardi vive un periodo di progresso e sviluppo: diventa un vero e proprio borgo con case, palazzi e chiese, ha la facoltà di battere moneta, è sede di mercato e pieve religiosa. Intorno al 1.100 ha inizio una lenta decadenza per Castelseprio, che, nel secolo successivo, viene investito dalle lotte tra i Torriani e i Visconti per la conquista della Signoria in Milano. Nel 1287 Ottone Visconti, divenuto signore di Milano, rade al suolo il castello e le fortificazioni, facendo eccezione per gli edifici religiosi e ordinando negli statuti milanesi che “il borgo sia tenuto distrutto in perpetuo".
Collegata a Castelseprio da un perimetro murario di cui rimangono alcune tracce, è la torre di Torba, antico avamposto militare di epoca tardo romana che aveva funzioni di sbarramento e di difesa alla valle. Inoltre doveva controllare il pagamento dei pedaggi doganali per chi si recava a Castelseprio.
Ai visitatori, Torba si presenta come un complesso ben più articolato: dietro alla possente torre si scorge la chiesa romanica dedicata a Santa Maria e un edificio allungato che ospitò un monastero femminile.
Al primo e al secondo piano della torre, infatti, si trovano resti di affreschi di carattere religioso risalenti all'VIII secolo i quali documentano la mutata funzione che a quel tempo ebbe Torba, divenuto luogo di preghiera di una comunità di monache benedettine.
Gli affreschi rappresentano figure di monache che pregano, oltre a un Cristo in trono e ad una Madonna con Bambino e Santi.
Il complesso monastico di Torba è stato acquistato nel 1976 da Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente del FAI (Fondo per l'Ambiente Italiano), donato poi l'anno successivo alla Fondazione che ne ha curato il restauro.
Il FAI organizza periodicamente manifestazioni al fine di valorizzare e far conoscere questo bellissimo luogo dove, immersi nel verde della natura, la storia e l'arte si incontrano felicemente.
Poco più a nord di Castelseprio e Torba, proprio sul corso dell'Olona, si trova Castiglione Olona conosciuta nella storia dell'arte per la committenza illuminata del Cardinal Branda Castiglioni (1350-1443), il quale, nei primi decenni del 1.400, fece del borgo “un'isola toscana in terra di Lombardia", facendo costruire edifici straordinari e chiamando a sé artisti di fama per la loro decorazione. Si deve tuttavia ricordare che sul colle sopra l'abitato, dove ora sorge la Collegiata, un tempo si trovava il castello di Castiglione Olona. Data la vicinanza a Castelseprio e a Torba, è ipotizzabile che questa fortezza facesse parte di quell'insieme di punti fortificati di avvistamento e controllo lungo il fiume. Originario del 1.000, il castello apparteneva ai “da Castiglione", famiglia di cui il borgo era feudo: esso seguì le altalenanti vicende del casato fino alla sua totale distruzione ad opera delle armate sforzesche nel 1521. Percorrendo la salita che porta al colle, dove ci sono la Collegiata e il
Battistero, il visitatore può vedere ancora conservato il portale d'ingresso in mattoni dell'antico castello con le tracce delle chiusure a saracinesca e a ponte levatoio. Si notano qua e là resti delle mura perimetrali e si ritiene, secondo tradizione, che sull'area del campanile e del Battistero ci fossero torri del fortilizio scomparso.

Bellezze da scoprire a Castelseprio
Il sito di Castelseprio è stato “scoperto" intorno agli anni '40 da Giampiero Bognetti, docente universitario di Storia del diritto italiano, importante cultore di storia dei Longobardi. I misteriosi affreschi della chiesa di Santa Maria Foris Portas, insieme ai resti degli edifici civili, militari e religiosi dell'antico castrum, meritano senza dubbio una visita. All'uscita Solbiate Arno dell'autostrada dei laghi A8 Milano-Varese, proseguire per Castelseprio. Il parco archeologico si trova a circa un chilometro dall'abitato omonimo. Telefono: 0331.820438; orari: martedì-sabato ore 08.30-19.20; domenica e festivi ore 09.30-18.20. Ingresso libero.
Entro il recinto degli scavi, il visitatore potrà vedere ciò che rimane della basilica di S. Giovanni Evangelista con adiacente cisterna e campanile-torre, un battistero con due fonti battesimali, una chiesa dedicata a S. Paolo, oltre ai resti del castello, delle torri e delle mura che proteggevano Castelseprio. Appena fuori si trova la chiesa di Santa Maria Foris Portas, il cui nome deriva dal fatto di essere stata costruita “fuori dalle porta" del borgo tra il V e il IX secolo. L'edificio, ora di proprietà della Provincia di Varese, è significativo sia dal punto di vista architettonico (pianta rettangolare ad aula unica, preceduta da atrio, con tre absidi disposte a trifoglio) sia per gli affreschi in esso conservati.
La scoperta degli affreschi, di altissima qualità artistica, risale al 1944. Essi hanno suscitato un vasto dibattito critico da parte di studiosi e storici dell'arte per la loro datazione. L'ignoto esecutore del ciclo ha rappresentato sulle pareti dell'abside centrale episodi dell'infanzia di Cristo tratti dai Vangeli Apocrifi.

Bellezze da scoprire a Torba
Il complesso di Torba si trova a Gornate Olona (Va); uscita Solbiate Arno e poi seguire per Castelseprio e Torba. Telefono e fax: 0331.820301; e-mail: faitorba@fondoambiente.it Orari: marzo-settembre ore 10-18; da ottobre a metà dicembre e mese di Febbraio ore 10-17. Aperto tutti i giorni tranne i lunedì e i martedì non festivi. Martedì si accettano gruppi e scolaresche su prenotazione. Ultimo ingresso: mezz'ora prima della chiusura. Possibilità di visite guidate.
Parcheggio nelle vicinanze. Bookshop, bar e ristorante all'interno del complesso.
“Il Refettorio" è il ristorante nel Monastero aperto tutti i giorni da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18 e dalle 19.30 alle 24, ideale per colazioni di lavoro, ricevimenti, cene aziendali. Degustazione di vini con stuzzichini. Si organizzano cene a tema con intrattenimento musicale medioevale (liuto e ghironda) e ricette tipiche dell'epoca; per chi lo desiderasse sono previste durante la serata visite guidate all'interno delle stanze della torre e della chiesa secolare del monastero. Prossimi appuntamenti: 14 febbraio 2006 cena di San Valentino; 25 e 26 marzo 2006 giornate fai di primavera; 2 aprile 2006 manifestazione Torba Fiori giunta alla 18° edizione.
Per chi volesse visitare gli altri beni del FAI in zona: Torre di Velate e Villa Panza a Varese; Villa della Porta Bozzolo a Calzuigno (Va).

Bellezze da scoprire a Castiglione Olona
Per chi ama l'arte Castiglione Olona è l'ideale: in questo piccolo centro sono infatti concentrati gioielli architettonici e artistici di valore inestimabile. Il Palazzo del Cardinal Branda, la Chiesa di Villa, la Collegiata con il suo Museo e il Battistero sono assolutamente da non perdere. Artisti come Masolino da Panicale, Lorenzo Vecchietta e Paolo Schiavo hanno affrescato questi ambienti testimoniando l'apertura culturale di cui si era fatto promotore Branda Castiglioni.
Le antiche sale del Palazzo dei Castiglioni di Monteruzzo ospitano dal 2004 il Museo d'Arte Plastica (MAP) dove sono esposte 55 opere realizzate con la plastica tra il 1969 e il 1973 da importanti artisti. Si ammirano lavori di Giacomo Balla, Enrico Bai e Man Ray. Questo palazzo è costruito ai piedi del Castello di Monteruzzo, il quale è stato recentemente restaurato: inaugurato lo scorso 29 ottobre, è sede della nuova Biblioteca Civica e di un Centro Congressi.
Ogni prima domenica del mese si svolge nelle vie del borgo la Fiera del Cardinale, vivace mercatino dell'antiquariato, dove si può curiosare tra bancarelle colme di pizzi e merletti, di vecchi libri e cartoline d'epoca, di mobili e oggetti restaurati.

L'origine del nome Seprio presume un Sebrio (rispetto al quale Sibrium o Seprio rappresentano forme iperlatinizzate o dotte) da una formazione celtica Segobrigum, costituito da sego “forte, vigoroso" e brigum “rocca".
Castelseprio: rocca-forte romana vicino alla quale si forma un vicus ossia un piccolo villaggio. Dopo la caduta dell'impero romano d'Occidente nel 476 e le invasioni barbariche si forma un vero e proprio castrum. Una carta del 715 cita per la prima volta dell'esistenza di Vico Severo, cioè di Vico Seprio, (da cui la denominazione dialettale “Visévar") antico nome dell'abitato fino al 1842, quando divenne Castel Seprio. Fonti del 721 e del 735 parlano invece del castrum.

01/20/2006

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