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Eurochocolate: Varese si prepara a un'invasione di dolcezza

La manifestazione ha, tra gli altri, l'importante obiettivo di presentare Varese come una città in grado di ospitare eventi di grande attrazione, che coinvolgono sì il pubblico locale ma che hanno un forte richiamo anche dal punto di vista del turismo extraregionale.

Dal 13 al 16 dicembre i profumi e i sapori del cosiddetto "cibo degli dei" si diffonderanno tra piazza Monte Grappa, piazza Repubblica, le castellanze e il centro storico di Varese. Eurochocolate, manifestazione nata a Perugia 7 anni fa (la prima edizione fu nel 2000), dopo aver toccato Torino, Pisa, Napoli e Modica arriva a Varese con una cinquantina di bancarelle assolutamente deliziose!
Se da una parte l'attesa della manifestazione mette l'acquolina in bocca, in molti si pongono delle domande: e il problema del traffico in città? è bastato il mercatino di San Martino e i negozi aperti il 12 novembre a paralizzare il centro di Varese. Che cosa può succedere in dicembre con lo shopping di domenica, la corsa al regalo e le attrazioni dedicate a praline e gianduiotti?
Perché, allora, non spostare l'anno prossimo Eurochocolate al Sacro Monte o, ancora meglio, organizzare una festa del cioccolato tutta "made in Varese", riservata ai nostri impareggiabili pasticcieri? Lo propone Denis Buosi, 42 anni, grande artista del cioccolato e titolare di una delle poche aziende artigianali presenti alla festa di Eurochocolate a Perugia (sette quintali di cioccolatini venduti in otto giorni).
"Intendiamoci, l'idea di Eurochocolate è ottima ma il suo tallone d'Achille è forse proprio il problema del traffico, soprattutto se paragoniamo Varese a Perugia - spiega Buosi, l'unico cioccolatiere lombardo che figura sulla Guida del Gambero Rosso - La nostra città è piccola, invece Perugia si sviluppa in alto con la Rocca Paolina, le scale mobili e tutte le auto parcheggiate sotto. Salgono solo i mezzi pubblici e le persone a piedi. A Varese, anche immaginando di utilizzare il parcheggio dell'Iper con i bus navetta, come si fa con il caos di Natale?".

COME A PERUGIA
Ecco allora la proposta del cioccolatiere di Venegono Superiore, magari attuabile nel 2008: "Da noi ci sono almeno cinquanta pasticcieri che producono cioccolato e si potrebbe allestire l'evento con l'aiuto degli industriali, degli artigiani e della Provincia. La funicolare e i bus navetta trasportano la gente a Santa Maria del Monte, sarebbe bellissimo a Natale, gli espositori preparano le bancarelle, il contesto è suggestivo, a ogni Cappella una manifestazione. Si potrebbero organizzare due eventi l'anno, uno sotto Pasqua e l'altro in inverno".
Vedremo nel 2008. Intanto per quest'anno Eurococholate Christmas, organizzato in collaborazione con il Comune di Varese e il patrocinio di numerosi enti, contagerà l'intera città con una serie di eventi ed iniziative ispirate al tema del cioccolato che permetteranno sicuramente di apprezzare le numerose produzioni di cioccolato italiane ed internazionali.
Come ogni edizione della più famosa festa del cioccolato, anche Eurochocolate Christmas avrà un suo Special Event, che, questa volta, sarà il "Chococircus". Nella centrale Piazza della Repubblica si aprirà, dunque, il tendone del circo itinerante più goloso del mondo, firmato Eurochocolate.
Il ChocoCircus non sarà solo un momento ludico di intrattenimento per i più piccoli e le loro famiglie, ma anche un laboratorio per insegnare e raccontare, divertendo, la storia del cioccolato e delle sue diverse applicazioni, grazie al simpatico cast formato da circensi e attori.
Il progetto ChocoCircus nasce dall'idea di promuovere la cultura del cioccolato in modo nuovo e curioso e di stimolare nei consumatori la conoscenza e la difesa del cioccolato, valorizzando la tradizione italiana, portata avanti anche grazie alla fortunata esperienza di Eurochocolate.

500 ANNI DI STORIA DALL'AMERICA A VARESE
La storia del cioccolato si è sviluppata nell'arco di 500 anni a partire dal 30 luglio 1502, quando Cristoforo Colombo ricevette in dono i primi baccelli di cacao durante un viaggio nel Nuovo Mondo. Sempre nel '500 l'arciduchessa d'Austria ospite della corte dei Gonzaga a Mantova scrisse una ricetta per Carlo V - el Rey mi Senor - in cui parla di "quattro libre di cacao puro tostato e mondato, sei di zucchero, un'oncia di cannella, un'altra di polvere di cannella e una di polvere di sandalo".
Il gianduja torinese nacque durante l'occupazione napoleonica quando i pasticcieri torinesi, dovendo razionare la polvere di cacao sempre più scarsa, la sostituirono con la polvere di nocciole tostate delle Langhe che, unita al cacao, allo zucchero e al latte originò la famosa pasta gianduia, dal nome della maschera torinese, con la forma del tricorno di Gianduia, e i gianduiotti ad opera di Caffarel.
Tra il 1816 e il 1819 lo svizzero Cailler fece apprendistato a Torino prima di tornare in Svizzera e aprire una bottega da cui 60 anni dopo nascerà la Nestlè. Uno dei simboli della Torino golosa è il "bicerin", preparato e servito bollente variando la percentuale delle sue componenti, cioccolata, latte e caffè. In pieno Risorgimento, fu denominato "bicerin d'Cavour" perché il primo ministro piemontese ne era ghiotto. Persino Alexandre Dumas ne fece menzione nel 1852 nei suoi "Racconti di viaggio". Al 1920 risale il brevetto di Sartori per fabbricare le uova di Pasqua vuote e inserirvi la sorpresa, mentre prima si producevano soltanto piccoli ovuli pieni.
Il cioccolato nella tradizione gastronomica italiana non è legato soltanto ai dolci e alla pasticceria. Lungo tutta la penisola, numerose sono le ricette di pietanze che usano il cacao o il cioccolato come ingrediente fondamentale. Solo per fare qualche esempio, ecco il cinghiale al cioccolato tipico della cucina maremmana, la "lepre in civet" della tradizione piemontese, i numerosi salmì della tavola lombarda, la coda alla vaccinara romanesca e, nella gastronomia napoletana, le melanzane al cioccolato e il sanguinaccio.
Per quanto riguarda l'industria e l'artigianato del cioccolato, l'Italia vanta capitali d'indiscusso prestigio, da Torino con i suoi gianduia ai baci di Perugia alla tradizione cioccolatiera napoletana, fino a Ragusa dove esiste la tradizione di un cioccolato lavorato a freddo. Per non parlare del Museo della Cioccolata che si trova nel piccolissimo borgo di Norma, in Ciociaria e dell'arte cioccolatiera e dell'industria varesina, ottimamente rappresentata dal marchio Lindt & Sprungli di Induno Olona, ma che vede presente anche la Irca di Gallarate nel settore dei semilavorati per la pasticceria.

11/21/2007

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