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A cavallo sulle tracce della "piccola Inghilterra"

Battere la sella tra gli ultimi lembi di brughiera e i boschi secolari a nord del capoluogo per tenere viva una tradizione che deve fare i conti con la stasi economica


Al passo, al trotto o al galoppo, scoprire il Varesotto in sella ad un cavallo è un modo diverso per grandi e piccini di entrare a contatto con la natura e di conoscere i monumenti storici, artistici, naturali di una provincia che bene si presta a questo genere di attività sportiva e di tempo libero. Un modo diverso, dicevamo, ma con radici storiche ben precise.
I RICORDI DELLA CACCIA ALLA VOLPE
Ci fu un tempo, dalla metà dell'Ottocento e sino alla seconda guerra mondiale, in cui un angolo del nostro territorio era chiamato addirittura "la piccola Inghilterra", e non a torto. A Casorate Sempione, nel bel mezzo della brughiera che dagli ultimi colli prealpini corre sino a ridosso della zona urbanizzata milanese, si ricordano ancora l'ippodromo e la pista di Sant'Umberto, luoghi di ritrovo di appassionati anche d'alto lignaggio. L'Annuario per il 1950 della Società Milanese Caccia a Cavallo riporta, sotto una nitida fotografia di campagna gallaratese scattata nell'estate 1890, la seguente didascalia:"Re Umberto I all'appuntamento del Ciglione della Malpensa. Lo seguono il Barone Costanzo Cantoni, il Conte di Torino, il Conte Felice Scheibler e il Conte Giacomo Durini di Monza. Re Umberto aveva 46 anni. Frequentava le cacce milanesi durante i periodi di dimora nella Villa Reale di Monza; il giorno precedente alla caccia soleva alloggiare alla villa Masnada di Casorate Sempione. Il Conte di Torino aveva 20 anni ed era S. Tenente in Nizza Cavalleria allora di guarnigione a Milano. Il Barone Cantoni, fondatore del grande cotonificio di Castellana, è stato il secondo Master della Società. Il Conte Scheibler ha costituito la Società nel 1882 e ne è stato il primo Master".
Linguaggio ed immagini consegnati ormai al passato, compresa quella caccia alla volpe che rappresentò per molti decenni il fior fiore delle attività sportive (ma anche e soprattutto sociali) della nobiltà di mezza Europa.
IL CAVALLO A PENSIONE
Ancora oggi Casorate Sempione vanta in provincia il maggior numero (una mezza dozzina) di maneggi ed allevamenti, con punte di assoluta eccellenza per quanto riguarda aziende come la notissima Le Querce 2000, la cui direttrice Livia Danese è riuscita nell'impresa di portare alcuni cavalli alla fase finale delle ultime olimpiadi. Ma sempre a Casorate si può scegliere tra il Gruppo Equestre della Brughiera, il San Gallo, la Scuderia della Capinera: si lascia il fedele quadrupede a pensione, che può essere all'inglese o completa; nel primo caso, 350 euro mensili bastano al puro e semplice mantenimento, nel secondo il proprietario del cavallo lo trova sempre pronto all'uscita, pulito, nutrito e sellato, ma il costo sale a 600 euro. Poi non c'è che la brughiera tutt'attorno dove battere la sella, anche se le zone edificate si espandono anno dopo anno e quelle verdi non sono ormai che un pallido ricordo delle campagne estese a perdita d'occhio del tempo dei Savoia.
PUNTARE SULLA QUALITA'
Insomma i costi non sono propriamente a portata di tutte le tasche ed è per questo che più d'uno dei conduttori di maneggi (per l'allevamento il discorso è diverso) parla apertamente di crisi del settore: "Non c'è dubbio che stiamo attraversando un brutto periodo in conseguenza della crisi economica generale - assicura Alfredo Bellardi, con cavalli mezzosangue olandesi e italiani a Galliate Lombardo e Gornate Olona -, per cui un'attività sportiva e ricreativa come la nostra è tra le prime ad essere messa da parte. La soluzione per rimanere a galla e non rischiare di chiudere, come hanno fatto in molti, è puntare tutto sulla qualità, tanto del servizio offerto al cliente, quanto dei cavalli stessi".
Mentre reggono bene allevamenti e scuole di equitazione, in crisi appare soprattutto l'offerta di passeggiate per quanti non hanno il cavallo in proprietà, ma lo prendono a noleggio: discorso che ha dato i suoi frutti negli Anni Ottanta, ma che ora rappresenta un costo eccessivo per i maneggi dal momento che i cavalli rimangono inutilizzati cinque o sei giorni su sette. E tuttavia è ancora possibile godere di una passeggiata in sella ad un buon cavallo, docile e paziente, limitandosi al costo della singola uscita con istruttore, che si aggira attorno ai 15-20 euro l'ora. Vi proponiamo due alternative, una per la campagna del Varesotto centro-meridionale, l'altra per i monti della fascia settentrionale.
IN SELLA TRA BRUGHIERA E MONTAGNA
Si può partire dal Seprio Centro Ippico di Gornate Olona, presso Cascina Tuss, e puntare verso Castelseprio e Torba, in visita ai famosi scavi archeologici comprensivi del Castrum trecentesco e della chiesa di Santa Maria foris portas nonché dell'ex-Monastero, oggi proprietà del Fondo per l'Ambiente Italiano, con affreschi dell'VIII secolo. La zona è ancora ampiamente verde, tranquilla, ricca di boschi, solcata dal fiume Olona, suggestiva specie nelle giornate primaverili ed estive, quando è tutto un tripudio di vegetazione.
Spostandosi verso il nord della provincia si può scegliere la Valceresio, dove tra i più noti è il Centro Ippico "La Monda" di Arcisate, completo di scuola d'equitazione con istruttore federale (i costi si aggirano attorno ai 150 euro per dieci lezioni), maneggio coperto, campo in sabbia, rettangolo in erba, paddocks per cavalli in riposo o in cura. Da qui ci si dirige con monta all'inglese, quindi prettamente sportiva, verso la montagna: l'Alpe Tedesco, Marzio, Boarezzo sono le mete più ambite, immerse nel silenzio di boschi secolari dove ci si può ancora illudere di vivere lontano dal traffico e dall'inquinamento.

DOVE PRANZARE CON IL CAVALLO AL SEGUITO

Suggerire possibilità di soste gastronomiche avendo un cavallo al seguito non è faccenda tra le più semplici, anche se non mancano locali semplici e con poche pretese sparsi qua e là lungo le strade meno trafficate, ma che spesso osservano orari di apertura limitati e sono per lo più stagionali.
Dunque è meglio il fai-da te, anche se una proposta non la vogliamo lasciar cadere proprio per le caratteristiche specialissime che presenta. Se c'è un luogo, infatti, che sembra creato apposta per il cavaliere… affamato, questo è il Refettorio del Monastero di Torba. Intendiamoci: le ultime suore lasciarono il vetusto edificio tre secolo fa e, quindi, si parla di refettorio in senso ormai soltanto storico. Ma tutto, interno ed esterno, hanno conservata in gran parte l'atmosfera del tempo in cui l'unica alternativa possibile al"cavallo di San Francesco", ossia i propri piedi, era un cavallo in carne ed ossa. Dunque via alle zuppe d'orzo, alle carni bianche e rosse, alle frittate di verdura, alle crostate di frutta, servite in luce soffusa e in un ambiente foderato di legno e con luce soffusa. Un gioiellino, insomma, che costa attorno ai trenta euro e che non ha più d'una quarantina di coperti: perciò meglio prenotare, tenendo conto che il lunedì il locale è chiuso.

01/16/2003

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