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La vitale necessità di fare arte

A Gemonio, una mostra dedicata a Vittorio Tavernari. I temi, le tecniche, i materiali dello scultore - pittore.

Donna che si sveste, 1945, legno, cm 60 x 30 x 30Tra gli scultori degli ultimi cinquant'anni, quelli "che hanno salvato la scultura, nell'idea di Michelangelo, dall'invasione barbarica", Vittorio Tavernari (1919-1987) rappresenta "uno dei più colti, sensibili, illuminati". Il giudizio, di Raffaele De Grada, è contenuto in una testimonianza dell'illustre critico alla mostra, curata da Claudio Rizzi, che il Comune di Gemonio e il Museo Civico Floriano Bodini hanno dedicato all'artista.
De Grada ricorda anche come Tavernari fosse negli anni del dopoguerra una personalità emergente, segnalata già allora da Marco Valsecchi e Carlo Ludovico Ragghianti, e uno di quelli che seppero opporre alla crisi di grandi come Arturo Martini - che, convertitosi alla pittura, riteneva la scultura "una lingua morta"- la vitalità della sua arte. La sua mano di "scultore nato", mentre scavava nel legno ascoltava il pulsare del cuore dell'uomo, mentre carezzava il bronzo toccava la vita. Fu proprio quella vitale necessità di fare arte - e la crescente maestria - a condurlo, com'è noto a chi ha seguito il suo percorso d'artista, agli onori del Museo di Arte Moderna di New York, che acquistò l'opera "Grande torso femminile" nel 1962, alle numerose biennali di Venezia, alla grande antologica parigina al Museo Rodin nel 1973. Consacrando a livello internazionale la fama del riservato artista nato a Milano nel 1919, e divenuto varesino negli anni Quaranta. Fu un critico del "Figaro", Cogniat, ad avvicinare la sua scultura, per quella irrinunciabile ricerca della luce, e per la accumulazione di frammenti nelle superfici scolpite, alla pittura degli impressionisti.
Claudio Rizzi, in occasione della presentazione, ha dichiarato la propria soddisfazione per una mostra pur limitata nella quantità delle opere proposte - a fronte della vasta produzione di Tavernari - ma certo esaustiva nella rappresentazione del percorso d'artista. I temi, le tecniche, i materiali cari a Tavernari - scultore ma anche pittore - sono pressoché tutti presenti a Gemonio. Disegni, tempere, chine, legno e bronzo, trovano espressione nelle intense Maternità (e si veda la drammatica tempera degli anni '60), nei grandi e piccoli Torsi, nei Cieli, negli Amanti e nelle Crocifissioni presenti a Gemonio, opere che hanno segnato ciclicamente il percorso artistico dell'allievo prediletto di Francesco Wildt. Dalla rassegna emerge con evidenza l'interesse di Tavernari e l'ispirazione costante per la figura femminile, identificabile con quell'attenzione e amore per l'umanità e la vita che occuparono il primo posto nella sua idea di che cosa l'arte dovesse rappresentare. "Io sono -scriveva e confessava a se stesso nel '73 - uno di quelli che credono all'arte come sorgente di vita". Forse il merito di una mostra contenuta ma significativa come questa sta nell'immediatezza e nella nitidezza di un tracciato che arriva diritto all'occhio e al cuore del visitatore. E rivela senza equivoci il messaggio di Tavernari, che è innanzitutto un inno alla vita e la dichiarazione di una sublime religiosità d'artista, che, partendo dal ventre della donna, attinge l'apice della vicenda umana nella rappresentazione della crocifissione. "Io faccio scultura perché mi è congeniale per esprimere me stesso nella contemporaneità. Spero che tutto il mio lavoro abbia una coerenza ed esprima la mia vita nel mio tempo… Non voglio dettare niente, solo esprimermi. Mi è tanto difficile capire perché vivo".
Se l'intento della mostra era, come pare, soprattutto quello di proporre l'opera di Tavernari, fin qui fissata in una dimensione, come ben dice Rizzi, di "colta riservatezza" a un pubblico più vasto, la formula scelta a Gemonio ci sembra adeguata e incoraggiante. Una visita alla mostra (fino all'8 febbraio), potrebbe esser l'occasione per avvicinare, ma anche riavvicinare - nel contesto di un museo raffinato e vivace e, come s'annuncia, ancora in via di ampliamento - alcuni esempi significativi delle fondamentali tappe dello straordinario percorso artistico di Vittorio Tavernari.

A cura
di Claudio Rizzi,
testimonianza
di Raffaele De Grada
Museo Civico Floriano Bodini, Gemonio - tel. 0332 604276
dal 20 dicembre all'8 febbraio 2004
Orari: mercoledì, sabato e domenica 10.30-12.30
e 15-18.30; visite guidate per scolaresche
su prenotazione. Ingresso a pagamento.

01/15/2004

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