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Un cuore, una camicia…e un tuffo nel blu

Le oasi naturalistiche, i monumenti d'arte più importanti, i lidi balneabili, i ristoranti più celebri. Uno sguardo alle bellezze di un lago che fece, e fa ancora oggi, innamorare schiere di poeti, scrittori, musicisti e sognatori.

Costa Smeralda? No, lago Maggiore!STENDHAL: UN CUORE, UNA CAMICIA E IL LAGO
Spettano al grande romantico francese la pagine più belle sul Verbano. Con le quali farsi accompagnare fra chiese e castelli.
"Se hai in sorte un cuore e una camicia, vendi la camicia e va a vedere le rive del lago Maggiore": chi ricorda più che Henri Beyle, in arte Stendhal, fu funzionario dell'amministrazione imperiale napoleonica? La sua opera romantica, che anticipa di quasi un secolo il realismo e lo psicologismo di fine Ottocento, nulla ricorda di timbri e carte e burocrazia; è letteralmente innamorata del Bel Paese e non manca di pagine piene di passione per il Verbano, amato del resto anche da Dickens e Byron, da Chateaubriand e Dumas, da Wagner e, scusate se è poco, da Dostojevskij. Schiere di poeti, scrittori, musicisti, sognatori disposti a vendersi la camicia e a spalancare il cuore, come fa ancora Stendhal: "Che cosa dire del lago Maggiore se non compiangere coloro che non ne sono innamorati?".

LA ROCCA D'ANGERA E IL MUSEO DI RANCO
Eppure, per lunghissimi decenni le sponde lombarde del lago, maggiore fra i tanti che caratterizzano il territorio dell'Insubria, non sono state valorizzate come avrebbero meritato. Tanto che ancora oggi si parla di "sponda magra" per distinguerla da quella, piemontese o anche ticinese, che le sta di fronte. Certo meglio esposte al sole, ma anche fortunate ad avere avute amministrazioni più pronte a coglierne il valore turistico, e non soltanto: Felice Cavallotti visse a Dagnente, Cesare Correnti a Meina, i fratelli Cairoli a Belgirate, Alessandro Manzoni a Lesa, Antonio Rosmini a Stresa... Eppure, basta un veloce sguardo alla cartina per rendersi conto che i motivi d'orgoglio (naturali, storici, artistici) non mancano anche al Varesotto che s'affaccia, timido, sul Verbano.
Ad iniziare da Angera e dalla sua Rocca Borromea fatta costruire nel XII secolo dagli arcivescovi di Milano a controllo del lago, allora importante via d'acqua commerciale; il maniero, in parte rimaneggiato nei due secoli successivi, conserva in gran parte il fascino originario (tanto da essere stato utilizzato una decina d'anni fa per le riprese dei Promessi Sposi del regista Nocita) e custodisce un originale Museo della Bambola con pezzi di grande valore. A proposito di musei, a soli tre chilometri (in comune di Ranco) è quello dei Trasporti che Francesco Ogliari, il maggiore storico del settore, ha riempito di velociferi, diligenze, locomotive, tram e quant'altro testimonia in questo campo il cammino compiuto dall'uomo negli ultimi cento anni.

Santa Caterina del SassoL'EREMO DI SANTA CATERINA E IL MUSEO DI CERRO
Oltrepassata Ispra, nota per il suo Centro Europeo delle Ricerche, eccoci ad un'altra perla storico-artistica, ma anche di fede cristiana: è l'eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro, così detto per il masso che, staccatosi dal monte a strapiombo sul lago, sfondò secoli addietro il tetto della chiesa e si fermò a pochi centimetri dall'urna con le spoglie del beato Alberto Besozzi, un avido mercante che in epoca medioevale imprecisata ebbe salva la vita da un violento nubifragio mentre attraversava il lago e che per quel fatto si convertì a vita eremitica sul luogo dove ora si erge l'eremo, abitato da una comunità monastica, affascinante come pochi altri per la posizione, il silenzio, il raccoglimento.
Ancora seguendo la strada lacuale eccoci in pochi minuti a Cerro con il suo Museo della Ceramica, testimone della secolare lavorazione in loco della terraglia e, oltrepassato il golfo di Laveno teatro dello storico scontro armato tra Austriaci e Garibaldini, lasciamo la strada provinciale per fare sosta nell'incantevole porticciolo di Caldè, sovrastato dalla chiesetta dedicata a Santa Veronica; quindi incontriamo Porto Valtravaglia col suo bel lungolago e, una decina di chilometri dopo, Luino, una delle tre "capitali" varesine del lago con Angera e Laveno.

LA LUINO DI CHIARA E SERENI
La cittadina è conosciuta per il suo secolare mercato del mercoledì, per le belle chiese del Carmine e di San Giuseppe, per aver dato i natali a Vittorio Sereni e Piero Chiara, così come negli immediati dintorni nacquero Bernardino Luini e Giovanni Carnovali, detto Il Piccio.
Carrellata troppo asciutta, tiranno lo spazio, che giocoforza dimentica altre testimonianze importanti e, fra tutte, le numerose chiese romaniche specchiate sul lago: un invito a scoprirle da soli durante le prossime giornate d'estate.

Un tuffo dove l'acqua è più blu
La situazione era davvero triste tra gli Anni Settanta e Novanta, quando i livelli d'inquinamento superavano qualsiasi soglia d'accettabilità. Ma da qualche anno, grazie all'attivazione di nuovi impianti di depurazione, le acque del lago Maggiore stanno tornando pulite e, quindi, balneabili.
Una visita alle bellezze lungo l'ottantina di chilometri su cui si sviluppa la sponda varesina del bacino, può dunque comprendere anche una bella nuotata. Se state attenti alle indicazioni turistiche (scritte bianche su sfondo marrone), le occasioni per una sosta non mancano, ma le spiagge migliori (anche perché attrezzate), quelle con l'acqua più pulita, si incontrano nella zona centro-settentrionale, diciamo da oltre Laveno al confine. Ad esempio citiamo Ranco, Pino, Tronzano e Brezzo di Bedero. Con un po' di attenzione (siamo su un lago di origine glaciale, perciò s'inabissa velocemente) il divertimento è assicurato.
E la tintarella anche.
Dove trionfa il pesce di lago
Un buon pranzo o un semplice spuntino "vista lago"? Esiste solo l'imbarazzo della scelta. Ci limitiamo a qualche indicazione sicura. A Ranco è d'obbligo dare un'occhiata al famoso "Sole" (chiusura lunedì e martedì, tel. 0332-976507), dove lasagne agli scampi, tortini di salmone, petti di piccione e altri piatti d'alta cucina fanno del locale uno dei vertici della cucina italiana. Ottimo anche il vicino "Belvedere" (chiuso il mercoledì, tel. 0332-976609) con piatti di lago in cui primeggiano il luccioperca e il persico. A Portovaltravaglia si può pranzare all'"Isolabella" (chiusura il mercoledì, tel. 0332-547111), dove sfavillano i tortelloni di pesce persico e il coregone ripiego; nella vicina Caldè è il più abbordabile (quanto a prezzi) "La Vela", dove fra involtini di pesce spada e carpaccio di salmone si può gustare anche una buona zuppa di pesce di mare. A Luino segnaliamo la caratteristica "Tavernetta" di via Cavallotti (tel. 0332-532969), con piatti della tradizione locale e servizio si
mpaticamente rustico, e naturalmente il famoso "Camin" (tel. 0332-530118, chiuso il lunedì) con piatti a tutto pesce, di lago e di mare, a prezzi adeguati. Infine, per una bella insalatona originale, un assaggio di persico o una buona pizza provate il "Lido" (tel. 0332-560498), a Maccagno, direttamente affacciato su una delle baie più calde di tutto il lago Maggiore.

06/26/2003

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