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Un Museo di plastica

A Castiglione Olona il primo museo in Italia dedicato alla plastica, realizzato partendo da un'idea della Mazzucchelli 1849 Spa e grazie all'impegno del Comune, che ha restaurato il Palazzo dei Castiglioni di Monteruzzo, nel cuore del paese, per farne la sede della nuova realtà.

Giacomo Balla, Stilizzazione di foglia, 1971, sicoglass
L'idea di per sé è molto semplice: accogliere nella propria azienda, leader nel settore della plastica, giovani artisti e maestri di fama a sperimentare la nuovissima gamma di polimeri e trasformare con la propria sensibilità gli ultimi ritrovati sintetici.
Spesso, si sa, dalle semplici idee nascono i grandi progetti, e così da quella intuizione di Ludovico e Franco Castiglioni, al timone della Mazzucchelli di Castiglione Olona, a cavallo degli anni Settanta, nasce il laboratorio del Polimero Arte.
Quattro anni di intensa attività artistica, dal 1969 al 1973, in cui nell'antico borgo medioevale Man Ray, Enrico Baj, Giacomo Balla e molti altri si alternano per lavorare a nuove opere in plastica.
Oggi quella importante collezione, di oltre cinquanta pezzi, costituisce il primo importante nucleo del nuovo Museo Arte Plastica MAP realizzato grazie alla sensibilità e all'impegno del Comune di Castiglione Olona, che ha restaurato Palazzo dei Castiglioni di Monteruzzo, nel cuore del paese, dando vita al primo museo in Italia interamente dedicato ad opere realizzate in plastica. Curato da Rolando Bellini e valorizzato da un particolare allestimento da Sara Frattini, il Museo accoglie su due piani le opere di: Carla Accardi, Filippo Avalle, Enrico Baj, Giuliana Balice, Elvio Becheroni, Valentina Berardinone, Gianni Colombo, Medeiros De Lima, Camillian Demetrescu, Marcolino Gandini, Peter Gogel, Mario Guerini, Hsiao Chin, Fluvia Levi Bianchi, Anna Marchi, Smith Miller, Sante Monachesi, Giulia Napoleone, Edival Ramosa, Hilda Reich, Bruno Romeda, Giovanni Santi Sircana, Tino Stefanoni, Guido Strazza e Kumi Sugai, Giacomo Balla e Man Ray, insieme alle nuove acquisizioni di Vittore Frattini, Carlo Giuliano, Marcello Morandini e Giorgio Vicentini.
L'inaugurazione del Museo
Pur avvalendosi dei medesimi materiali sintetici gli artisti sono riusciti ad esprimere le loro idee e a realizzare le proprie creazioni riuscendo spesso a individuarne le nascoste proprietà formative.
Come ben spiega Gillo Dorfless "E' molto interessante notare come - pur utilizzando materiali stesso identici o analoghi - ogni artista abbia saputo evidenziare le sue caratteristiche personali giungendo spesso - se non sempre - a creare oggetti decisamente inediti rispetto a quello che era il panorama artistico del momento".
Da quella prima esperienza la Mazzucchelli coinvolge, negli anni successivi, architetti, designer industriali e stilisti in diversi progetti, che portano alle mostre: "Dalla Tartaruga all'Arcobaleno" per la XVII Triennale di Milano nel 1985, "Scenes de Mode, Scenes du Monde" alla Grand'Arche de La Defense a Parigi 1992 e "L'occhiale in plastica: voglia di colore, voglia di design" al Palazzo delle Stelline a Milano 1999.
Il nuovo Museo rientra nel patrimonio artistico del Comune di Castiglione e farà parte del Polo Museale comprendente, oltre al MAP, il Palazzo Branda e il Castello di Monteruzzo e avrà futuro sviluppo andando ad occupare l'intero complesso del Palazzo dei Castiglioni di Monteruzzo e le sue adiacenze.
Il Museo sarà visitabile dal martedì al sabato dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00, domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00. Dal 1 ottobre al 31 marzo, domenica mattina chiuso. Ingresso Euro 2,50 intero, Euro 1,50 ridotto. Il biglietto è unico per la visita ai Musei del Comune di Castiglione Olona (Palazzo Branda Castiglioni, Museo Arte Plastica).

Dai pettini alle palline da ping-pong, una storia di successi

Fondata nel 1849 dal capostipite Santino Mazzucchelli, che cominciò l'avventura imprenditoriale fabbricando pettini e bottoni di osso, corno e tartaruga, è diventata, a partire dagli anni '20, punto di riferimento in Italia per la produzione della celluloide, antesignana delle attuali materie plastiche.
Cresciuta in dimensioni e tecnologie, dagli anni '40 in poi ha occupato un posto di primo piano in Italia sia nella produzione di materie plastiche: acetato, polistirolo, vinile, sia nella produzione di oggetti finiti: pettini, occhiali, bambole, giocattoli, palline da ping-pong, tutti con marchio Samco e, ancora, pavimenti in linoleum Domosic e sci Maxel. Alla fine degli anni '80 la Mazzucchelli sceglie di dedicarsi esclusivamente alla produzione di lastre e granuli di acetato di cellulosa per occhiali e bigiotteria. Crea la sua prima base di produzione in Cina e si espande con importanti partecipazioni in altre società italiane ed europee. Oggi il Gruppo Mazzucchelli - che conta 600 persone impiegate nelle sue fabbriche di Castiglione Olona e di Vengono Superiore in provincia di Varese e in quelle di Shangai e Shenzhen in Cina - si presenta come il principale fornitore sia di materie plastiche che di componenti metalliche per l'industria mondiale dell'occhialeria.

La sede del Museo: Palazzo Castiglioni di Monteruzzo

Il Palazzo, costruito tra il XII e il XV secolo, apparteneva ad un ramo laterale della famiglia Castiglioni, quello di Monteruzzo. Sorge in prossimità dell'antica cinta difensiva del borgo, ai piedi dell'omonimo Castello. La sua origine è certamente medioevale, databile attorno al XII / XIII secolo. Il corpo occidentale, accessibile attraverso un portale quattrocentesco, affrescato e recante lo stemma del casato Castiglioni di Monteruzzo, appare oggi completamente trasformato. Il secondo corpo, invece, conserva il suo aspetto originale: l'edificio, raggiungibile oltrepassando un semplice portale voltato a tutto sesto, si apre su un cortile detto "Corte del Doro", dal nome del fruttivendolo che qui abitò ed ebbe bottega. Questa parte del palazzo è stata acquistata nel 1984-85 dal Comune di Castiglione Olona, che ha effettuato i lavori di restauro della struttura architettonica e degli affreschi. Il Palazzo aveva subito, nel tempo interventi di adattamento alle diverse esigenze dei suoi abitanti, così le pareti, prima del restauro, apparivano coperte da più mani di calce e, inoltre, erano stati praticati nelle mura nuovi passaggi e canne fumarie, oltre ad altre manipolazioni di servizio. I restauri hanno riportato alla luce cicli pittorici di gusto tardogotico, realizzati tra XV e XVI secolo, da ignoti artisti lombardi alle dipendenze dei Signori di Monteruzzo, maestranze locali ma di pregio.

06/10/2004

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