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E lo "sportello unico" non decolla

Sempre nella direzione di rendere più attrattiva la provincia di Varese, si muove il cosiddetto "sportello unico" che si rivolge alle imprese. Si tratta di una struttura che dovrebbe realizzare una semplificazione delle procedure amministrative che riguardano le attività produttive. Non più mesi e mesi di attesa e, soprattutto, di trafile burocratiche presso molteplici amministrazioni pubbliche, per poter avviare una nuova attività produttiva o ampliarne una già esistente. Un unico sportello, invece, presso ogni comune, al quale l'imprenditore si può rivolgere una volta per tutte lasciando allo stesso sportello il compito di acquisire, da tutte le altre amministrazioni competenti, i permessi necessari a completare l'iter autorizzatorio. In linea con quanto stabilito dal Ministero delle Funzione Pubblica, la Provincia di Varese ha dato vita ad un proprio progetto di coordinamento: un'iniziativa importante, sia perchè sprona e aiuta i comuni, anche quelli di più piccola dimensione, sia perchè evita duplicazioni di sforzi e dispersione di energia assicurando, nel contempo, unitarietà di indirizzo nel dare pratica attuazione alla legge istituitiva dello sportello unico. Il coordinamento della Provincia vede l'adesione di un terzo dei 141 Comuni del Varesotto, ma anche degli enti interessati ai rilasci dei permessi, come Asl, Prefettura, Camera di Commercio e Vigili del Fuoco. In virtù di tale iniziativa un primo risultato si è già ottenuto: lo stanziamento dal Ministero di 250 milioni, finalizzati alla creazione di una rete (sia pure sperimentale) di sportelli unici sul territorio. Questo "progetto-pilota" riguarda per ora una quarantina di comuni e altrettanti sono in procinto di finalizzare la propria adesione. Insomma, un progetto promettente anche se i risultati stanno ritardando parecchio e non solo in provincia di Varese: infatti, dopo l'introduzione dello sportello unico con il decreto del Presidente della Repubblica n. 447 del 1998, neppure l'obiettivo fissato dal Governo nell'estate scorsa al momento del varo del piano di azione per accelerare la sua entrata in funzione è stato centrato. Fino a questo momento, meno del 50% dei comuni italiani vi ha provveduto. Nel frattempo, prima ancora di riuscire a far funzionare gli sportelli unici, qualcuna pensa già a farne strumenti di promozione, cioè di marketing territoriale. Sarebbe meglio, forse, che gli sportelli unici cominciassero finalmente a funzionare assolvendo il proprio compito fondamentale, quello cioè di evitare all'imprenditore perdite di tempo per impiantare nuove fabbriche. L'idea che gli sportelli unici possano fare anche promozione sta bene, ma senza dimenticare che non basta uno sportello per fare marketing territoriale se, prima, non sono state create le condizioni per rendere attrattivo un territorio: aree industriali attrezzate, infrastrutture di trasporto adeguate, autostrade informatiche, una formazione professionale al passo con l'evoluzione della tecnologia. E poi - ma questo compete al potere centrale, anzichè agli enti locali -
un fisco più leggero per le imprese e un mercato del lavoro meno rigido. Insomma, un ambiente competitivo, che possa essere attraente per il business.

06/21/2001

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