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Non si ammazzano le idee

Marco Biagi, Massimo D'Antona, Ezio Tarantelli. Quanti altri intellettuali dovranno essere sacrificati sull'altare delle riforme economico-sociali nel nostro Paese? E perché in Italia nel mirino del terrorismo finiscono proprio i fautori di questo tipo di riforme? Il terrorismo, infatti, non è purtroppo una nostra prerogativa esclusiva. Altrove, però, le cause sono diverse: odi etnici, irredentismi, scorciatoie politiche. Prima di cercare una risposta, non facile, è il caso di ricordare che tutti i tre studiosi ricordati erano persone che rivestivano un ruolo tecnico e che collaboravano con governi di diversa colorazione politica. Tutti stavano contribuendo, nella loro qualità di esperti di questioni giuridiche ed economiche, a disegnare nuovi modelli per la regolamentazione del mercato del lavoro: un'esigenza avvertita dagli ultimi governi che si sono succeduti, anche da quelli retti da una maggioranza politica diversa da quella attuale.
All'indomani dell'assassinio ci si era aspettato che le contrapposizioni venissero messe da parte. Invece, così non è stato: subito sono riaffiorati i distinguo e si sono confermate le posizioni di sempre. E aver visto Marco Biagi tirato da una parte e dall'altra non è stato un bello spettacolo.
Probabilmente, è questo atteggiamento di intransigenza, mescolato ad una diffusa cultura anti-mercato, ad indurre qualcuno a radicalizzare la contrapposizione al punto da ricorrere alla P38. Ma le cattive prediche - sia chiaro - non sono quelle contro il mercato e le sue regole, scritte e non scritte, perché ognuno è libero di credere ciò che vuole.
Le cattive prediche sono quelle che giustificano l'animosità in luogo del corretto confronto e chiunque abbia funzioni educative - genitori, insegnanti, ideologi - farebbe bene a domandarsi se abbia, in qualche tempo e in qualche misura, lasciato intendere che possa esserci uno spazio di legittimazione, anche ridotto, alla violenza.
Bisogna insegnare che la violenza è una forma di debolezza. Le idee sono più forti della violenza con la quale le si vorrebbe annientare. Credere di combattere le idee ammazzando i pensatori, è una pura follia. Le idee hanno una forza propria e, se buone, finiscono sempre per imporsi. Prima o poi.

Marino Vago

03/28/2002

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