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La Cina: un mercato con un miliardo di potenziali clienti.

Un incontro per approfondire la conoscenza di un mercato in grande sviluppo ma ancora in gran parte misterioso.

vita notturna nella strada dei "Grandi magazzini"Le prospettive di sviluppo sono di grande interesse. Quello cinese è un mercato con un miliardo di potenziali acquirenti in cui la crescita del PIL, prodotto interno lordo, è stata dell'8,2% nel corso del 1999 mentre le previsioni parlano di ulteriore incremento: dall'8,4% del 2000 al 9,0% del 2002. L'argomento "Cina" è stato al centro di un incontro dedicato alle opportunità ma anche ai problemi che caratterizzano l'economia di quel Paese promosso dal Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Dopo la presentazione dell'iniziativa a cura del Presidente del Gruppo Giovani Claudio Conti, la giornata di studio ha visto l'intervento di Umberto Larizza e Alberto Canetta, consulenti della Ambrosetti s.r.l., la società di servizi per le imprese costituita e diretta da Alfredo Ambrosetti.
Claudio Conti"La Banca Mondiale indica la Cina come la più importante realtà industriale del mondo già sin dall'immediato futuro - ha spiegato Alberto Canetta - Viene spontaneo chiedersi come abbia potuto un Paese di più di un miliardo di persone cambiare radicalmente il percorso della sua storia, come abbia potuto determinarsi un fenomeno che, per la sua vastità, non ha forse precedenti nella vicenda umana: la trasformazione in un breve volgere di tempo di un'immensa nazione contadina depressa, che solo trent'anni fa poteva subire una carestia con decine di milioni di morti, in un Paese che ha saputo dare alla sua popolazione, se non ancora la ricchezza, certamente l'orgoglio di un presente migliore del passato e la speranza in un futuro caratterizzato dalla stabilità".
Proprio la stabilità appare, per la popolazione cinese, un valore superiore (superiore in tempi recenti anche all'anelito di libertà di piazza Tien An Men) che non va mai messo in dubbio o in pericolo e che ha dato alla Cina quattromila anni di storia. E così la leadership governativa continua a essere riformista nei toni, dedicandosi più alla trasformazione economica che a quella politica. Certamente, ancora oggi, per entrare sul mercato cinese sono necessari notevoli investimenti di risorse finanziari e umane, ma tutti gli analisti ritengono che, sul lungo periodo, gli investimenti gestiti correttamente non potranno che fruttare in modo copioso. Se per i cinesi gli oggetti del desiderio degli anni Settanta erano l'orologio, la macchina da cucire e la bicicletta, oggi i nuovi oggetti simbolo sono la televisione, il frigorifero e il videoregistratore cui, nell'ultimo periodo, si sono aggiunti il computer, il telefonino, il condizionatore e l'automobile. Molti poi sognano anche scarpe e abbigliamento italiani e, con la recentissima conquista della proprietà di una casa, anche arredi provenienti dall'Italia.
negozi d'antiquariato"La nuova rivoluzione economica basata su una diffusa adozione di tecnologie informatiche - ha aggiunto Alberto Canetta - facilita enormemente l'aggiornamento tecnologico di quei Paesi che possono contare su risorse umane facilmente qualificabili, pronte cioè per la loro formazione di base o per particolari situazioni del contesto ad apprendere e applicare anche complicate nuove discipline".
vita quotidiana nelle strade di PechinoPechino è così già oggi esportatrice di prodotti a tecnologia sofisticata: dai computer agli schermi a cristalli liquidi. Le strade della città sono invase da CD e CD-ROM a prezzi stracciati e tecnologicamente perfetti. E' proprio grazie alla qualità delle sue risorse umane che la Cina può prospettare davanti a sé, attraverso una sempre più diffusa adozione di tecnologie soft, una strada che aumenti l'occupazione e le permetta di ridurre rapidamente il gap con le società occidentali. Per contro, la Cina sa di dover impostare, almeno sul piano economico, un sistema meno rigido, più adattabile all'evolversi delle esigenze, capace di rinnovarsi continuamente. Esattamente come è in grado di fare il sistema Italia, capace soprattutto di coinvolgere creativamente le risorse umane. La tecnologia italiana non è fatta solo di macchine che sono facilmente importabili o riproducibili ma è il frutto di un insieme di capacità e specializzazioni che, ben coordinate, portano al risultato finale.
piazza Tien An Men"Ci sono delle prerogative italiane che potrebbero permetterci una collaborazione assolutamente straordinaria con i cinesi. E loro lo sanno bene. Hanno un particolare amore per l'Italia: ci conoscono molto meglio di quanto noi conosciamo loro - ha concluso il consulente dell'Ambrosetti s.r.l. - Le donne sognano la nostra moda; i maschi invece hanno incominciato ad apprezzarci guardando le partite di calcio che sono trasmesse frequentemente in televisione con anche, nell'intervallo degli incontri, dei documentari sull'economia e la società italiana. E poi noi, ai loro occhi, siamo una nazione che non ha mai aggredito nessuno, al contrario degli statunitensi che sono visti come dei mostri spaventosi che vogliono dominare su tutto e tutti. Il rapporto dei cinesi con l'Italia è quindi assolutamente privilegiato: tocca alle imprese trasformare questa situazione in un vantaggio competitivo di rilievo su un mercato che appare tra i più promettenti al mondo".

05/08/2000

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