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Sulle sponde del Ceresio, fra Liberty e castagne

Una domenica d'autunno alla ricerca di vecchie ville, atmosfere lacustri e buoni frutti del bosco. Un angolo di Varesotto dove arte e natura si fondono assieme.

Art Nouveau, ovvero Modern Style, Modernisme, Secession. Parole diverse per definire ciò che in Italia siamo soliti chiamare Liberty, lo stile architettonico che ha nell'ornamento d'ispirazione floreale il suo carattere distintivo. L'Europa ne è piena, dalla Finlandia alla Lettonia, dalla Scozia all'Austria, dalla Spagna al Belgio, dalla Slovenia alla Norvegia alla Francia all'Ungheria e, naturalmente, al Bel Paese. La Commissione Europea ne ha fatto addirittura motivo per uno specifico Progetto che accomuna tutti i Paesi dell'Unione.
E Varese? Tutti conoscono le ville e il grande complesso alberghiero di Campo dei Fiori, veri e propri simboli della migliore stagione turistica varesina. Pochi si ricordano che lo stile informò di sé anche le valli a nord del capoluogo e la zona del Ceresio in particolare, dove una passeggiata autunnale fra l'azzurro del lago, il verde dei boschi e il grigio delle volute Liberty o addirittura tra i fossili di un museo unico nel suo genere, può accontentare i gusti di tutta la famiglia.

STAZIONI DEL TRAM, VILLE E LAGO
Le ex-stazioni del tram, anzitutto, datate al 1915-16. Alcune recuperate alla funzione pubblica o privata, altre purtroppo dimenticate a se stesse. A Ponte Tresa, dove inizia il nostro itinerario, ve ne sono almeno tre: lungo la strada provinciale in località Piacco, in via Ungheria, in via Ardena. Piccole costruzioni originali nella forma, coi grandi comignoli svettanti, gli elementi decorativi in ferro battuto, i rivestimenti che alternano mattoni, intonaco e cemento. A questo punto può essere molto piacevole fare quattro passi in riva al Ceresio: la passeggiata lungolago verso la frazione di Lavena costituisce una sorpresa. Poco più di un chilometro di lunghezza, lontana dalla strada e dai rumori, fra parchi e giardini, porticcioli e insenature, offre anche la possibilità di una sosta ristoratrice. La Svizzera è appena al di là della stretta, due colpi di remi appena. Dopo Lavena si giunge in pochi minuti d'auto a Porto Ceresio, dove si può percorrere per intero le sole vie Matteotti, con la Villa Mentana-Maffei al numero 52 e il piccolo edificio abitativo al numero 16, e Roma, con le Ville Vitale al numero 1 e Margherita al 41. Esempi di un passato glorioso, di quando le ricche famiglie dell'imprenditoria milanese si facevano costruire sontuose dimore per villeggiare al lago per lunghi mesi, tra giugno e ottobre inoltrato.

UN SAURO CHE FA STORIA
Il paese non è proprio sull'itinerario, ma meno di dieci minuti d'auto valgono la pena di immergersi in un angolo forse ancora poco noto agli stessi varesini. Parliamo del Museo Paleontologico di Besano (0332-916.260) tanto importante da aver dato il nome di Besanosaurus ad un ritrovamento fossile di un rettile unico nel suo genere (lo si può ammirare in una riproduzione fedelissima oppure dal vivo al Museo di Scienze Naturali di Milano). I primi scavi iniziarono nel 1878 ad opera nientemeno che del famoso abate Stoppani, quello del “Bel Paese” per intenderci, inteso sia come libro sia come formaggio; dopo una lunga attesa, ripresero nel 1970 e fu una scoperta dietro l'altra: il paese si trova sui resti di un vero e proprio mare estintosi 22 milioni di anni fa. Da quel mare iniziarono ad emergere, e ancora emergono, fossili particolari: non solo ammoniti e molluschi, com'è facile trovare anche altrove, ma scheletri di rettili e di pesci su cui studiano ormai generazioni di scienziati. Un patrimonio che, catalogato e arricchito da materiale didattico, è a disposizione del visitatore.


IN CERCA DI CASTAGNE E PANORAMI MOZZAFIATO
Ma se la voglia di camminare è tanta allora tornate a Porto Ceresio. Dopo l'arte, il lago e la storia è il momento del bosco, che proprio nei mesi autunnali offre da queste parti il meglio di sé. La Via Verde Varesina, ben fornita di tabelle segnaletiche, ci offre la possibilità di immergerci nel verde e, data la stagione, di raccogliere castagne. Le indicazioni si diramano dalla stazione ferroviaria o dall'imbarcadero verso il lido per raggiungere via Monte Generoso; da qui si prosegue in direzione di Cuasso al Piano per raggiungere dopo circa tre quarti d'ora la frazione Pogliana di Bisuschio, dove la mulattiera sfiora l'acquedotto comunale e, superando un accentuato dislivello lungo le pendici del monte Minisfreddo, conduce in circa un chilometro e mezzo all'Alpe Strologo, oltre i seicento metri di quota.
Ci si può fermare alla sorgente oppure proseguire per l'Alpe del Tedesco e il Poncione di Ganna sino alla forcella, posta a quasi mille metri. Le possibilità sono diverse, a seconda del tempo a disposizione e delle capacità. Se si vuole percorrere interamente l'itinerario della 3V occorre muoversi per tempo, in quanto la partenza (stazione di Porto Ceresio) e l'arrivo (castello di Frascarolo ad Induno Olona) distano fra loro venti chilometri percorribili fra le cinque e le sei ore di cammino. In ogni caso, il sentiero è abbastanza semplice, immerso nel bosco ceduo e perciò ricco di faggi e castagni, spesso capace di regalare splendidi panorami sulla catena alpina e, naturalmente, sul Lago di Lugano o Ceresio che dir si voglia.

Lavarelli e pesce persico a due passi dal lago

La passeggiata a lago che unisce Ponte Tresa alla frazione di Lavena è davvero un incanto in tutte le stagioni, paradiso per gli occhi e... per le orecchie. E così la tentazione di concedersi una sosta più lunga che non quella per un semplice caffè è grande. Un paio di indirizzi giusti possono allora stimolare l'appetito, com'è il caso dell'Hotel Du Lac (0332-550.308) o dell'Osteria del Lago (0332-550108), entrambi con accesso sia dalla strada provinciale sia dalla passeggiata. In entrambi i casi è il pesce di lago a farla da padrona, ma non mancano i risotti e la pasta fatta in casa così come una gustosissima pizza. Ampie possibilità di scelta anche a Porto Ceresio, dove in via Mazzini al Lido si incontra il Ristorante Da Bruno (0332-917038), dove si può assaggiare un'autentica rarità, la bottarga di lago; quand'è stagione (e la presente lo è senz'altro) non mancano piatti a base di polenta, magari da intingere nei sughi che profumano di lago. In piazza Bossi è la Trattoria del tempo perso (0332-917136), curiosa denominazione per un locale in posizione centrale che ha nella pasta fatta in casa il suo punto di forza, ma dove lo chef non disdegna proporre la cucina di altre regioni d'Italia.

09/23/2004

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