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2004, tra incognite e speranze

Le interviste ai rappresentanti del mondo imprenditoriale, artigianale e commerciale della nostra provincia. Gli alti e bassi del 2003 e le speranze per l'anno nuovo.

Le prospettive economiche per il 2004 viste da alcuni attori del tessuto economico locale sono un ritratto in chiaro-scuro, un insieme di tasselli in cui tante sono ancora le incognite da risolvere, mentre l'auspicio è per tutti lo stesso: che l'economia cresca e con essa l'occupazione.

Alberto Ribolla, presidente dell'Unione Industriali della Provincia di Varese
"Veniamo da un 2003 che si è rivelato, per il sistema economico del nostro paese, uno degli anni più difficili dell'ultimo decennio. La realtà produttiva della provincia di Varese, grazie alla sua caratterizzazione multi-distrettuale, ha sostanzialmente tenuto, pur manifestando segnali di affaticamento come, ad esempio, l'aumento della cassa integrazione guadagni, cresciuta del 10 % rispetto al 2002. Anche le esportazioni varesine sono cresciute, in controtendenza rispetto all'andamento medio italiano, che ha registrato, dopo appunto dieci anni di saldo positivo della bilancia commerciale, una inversione di tendenza. Tuttavia, anche in provincia di Varese l'export del terzo trimestre ha segnato un rallentamento rispetto ai primi due trimestri dell'anno. Ciò significa che la capacità auto-propulsiva della nostra provincia si è attenuata. Si tratta di un avvenimento che conferma tutte le preoccupazioni espresse negli ultimi tempi e che, si spera, possa rappresentare il punto morto inferiore di una ripresa che è già in atto in diverse aree del mondo e che, fino a questo momento, è rimasta estranea a buona parte dell'Europa.
Prima della fine dell'anno ho avuto uno scambio di informazioni con diversi colleghi imprenditori che sono a capo di imprese che hanno intense relazioni commerciali con l'estero. Le testimonianze raccolte indicano concordemente che sono in forte crescita vaste e importanti regioni come l'Asia - dove, oltre alla Cina, anche l'India registra una crescita costante, ancorché inferiore in entità, oltre a tutto il Sud Est Asiatico e al Giappone - poi l'Australia e gli USA, nei quali sta riprendendo, dopo i consumi, anche il ciclo degli investimenti.
L'aggancio della ripresa potrebbe essere quindi a portata di mano, ma le imprese europee ed italiane in particolare si trovano fortemente penalizzate da un anomalo rapporto di cambio euro/dollaro - con una quotazione dell'euro cresciuta dall'inizio dell'anno del 30% - che è insostenibile e che impone a questo punto interventi da parte dell'autorità monetaria europea. La preoccupazione della Banca Centrale Europea in ordine alla necessità di tenere sotto stretto controllo l'inflazione, anche per via dell'introduzione dell'euro, era condivisibile. Ora, però, la priorità deve essere la crescita dell'economia e l'allargamento dell'occupazione".

Giorgio Merletti, presidente dell'Associazione Artigiani della Provincia di Varese - Confartigianato
"L'anno che si è chiuso è stato un anno di luci e ombre per i diversi comparti produttivi dell'artigianato varesino, influenzati ciascuno da fattori differenti. Si pensi ad esempio all'edilizia e al suo indotto: in questo caso hanno giocato a favore la presenza di agevolazioni specifiche per il settore e il cattivo andamento della Borsa che ha spinto a concentrare gli investimenti sul mattone, confermando la solidità degli investimenti immobiliari e facendo crescere il loro mercato. Al contrario alcuni colleghi che operano in altri comparti, come la meccanica, mi hanno confermato di avere avuto un andamento della produzione altalenante e molto variabile anche all'interno dello stesso trimestre.
Nel complesso si può comunque dire che il lavoro non è mancato, soprattutto per chi situa la sua produzione in posizioni di nicchia e punta su alti valori aggiunti in termini di tecnologie e know how. Direi che questo ragionamento resta valido anche per l'anno che si è appena aperto.
Inoltre questo discorso è tanto più vero per le aziende artigiane che lavorano con l'estero, in un rapporto che è spesso di subfornitura rispetto ad imprese maggiori. In un contesto globalizzato come quello attuale se il prodotto offerto è a basso valore aggiunto esiste la difficoltà di far fronte a una concorrenza giocata, da imprese di altri paesi, su prezzi sempre più bassi. Io non ho una ricetta per risolvere questo nodo. Certo è che lavorare sulla qualità e sul valore aggiunto è di per se' una risposta che alcune nostre aziende hanno messo in campo al fine di guadagnare posizioni e competere.
Per il 2004 auspico che ci possa essere lavoro per noi e per i nostri collaboratori e che la "ciliegina della ripresa economica" non ci sia proposta per l'ennesima volta. Vorrei anche che la provincia di Varese potesse continuare a guadagnare posizioni nelle classifiche nazionali".

Carlo Bottinelli, presidente di Uniascom - Unione delle Associazioni Commercianti della Provincia di Varese
"L'aumento del costo della vita, accanto a fattori economici legati allo scenario internazionale, ha negativamente influenzato l'andamento dei consumi nel nostro paese. Il tutto ha fatto registrare un calo delle vendite nel corso degli ultimi 12 mesi trascorsi, compreso il periodo delle festività natalizie. La disponibilità di spesa da parte delle famiglie non è stata al passo rispetto al galoppare dei costi, che hanno riguardato in primis le tariffe pubbliche. Un andamento che non sembra essere rimasto alle nostre spalle. Basti pensare, ad esempio, ai recenti rincari di inizio anno, come quello subito dal costo delle autostrade. La prima conseguenza di ciò è che le possibilità di spesa del consumatore vengono assottigliate, in un momento in cui, al contrario, sarebbe necessario incentivarle. Comunque per l'anno che si apre guardiamo con fiducia ai segnali di ripresa economica che provengono dal comparto industriale e che potrebbero rimettere in moto l'intero sistema. Un sistema che, nella nostra zona, ha risentito ancora di più della crisi. Per il comparto del commercio al dettaglio che opera nella fascia di confine con la Svizzera, il 2003 è stato anche un anno di riduzione dell'afflusso di acquirenti stranieri, segno che l'andamento dei prezzi è stato davvero sfavorevole.
Per concludere, è fuori di dubbio che restano delle incognite sul futuro dei consumi e del commercio nell'anno appena iniziato. Non giovano ad esempio le prospettive internazionali, segnate da conflitti e da tensione per il terrorismo, così come una forte incidenza sulla propensione alla spesa è giocata dai recenti fatti che hanno interessato il mondo della finanza italiana. Indubbiamente, infatti, al di là del potere d'acquisto reale, una grande discriminante delle decisioni di spesa è esercitata dall'atteggiamento psicologico delle persone. Tuttavia sono convinto che occorre davvero avere fiducia e sperare in tempi migliori".

01/15/2004

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