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Ronchi Varesini, un brindisi Igt

Dopo oltre un secolo, la rinascita della viticoltura varesina grazie al riconoscimento ufficiale dell'Indicazione Geografica Tipica (Igt).


Alla notizia alzerebbe il bicchiere per un brindisi perfino Carlo Porta, che ai vini varesini dedicò immortali rime in dialetto. L'11 ottobre 2005, il ministro delle Politiche agricole ha emanato il decreto che riconosce l'Indicazione Geografica Tipica (Igt) dei vini Ronchi Varesini ed ha approvato il relativo disciplinare di produzione. La consacrazione è arrivata dieci giorni dopo, il 21 ottobre, con la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale e sarà celebrata il 5 dicembre con una grande festa.
Per la provincia di Varese è un sogno che diventa realtà, la rinascita ufficiale della viticoltura dopo oltre un secolo d'abbandono. Una tappa storica per le organizzazioni agricole che si sono impegnate a fondo in questo progetto (Coldiretti, Unione Agricoltori e Cia), per i produttori che ci hanno creduto, per l'Università Statale di Milano che ha lavorato sodo e, naturalmente, per la Camera di Commercio di Varese e Villa Recalcati che hanno investito 200mila euro in tre anni.Già la vendemmia 2005 potrà essere messa in commercio con la sigla Igt per i produttori che ne fanno richiesta. E' il terzo bersaglio centrato in pochi mesi, dopo la conquista della denominazione d'origine protetta (Dop) per il gorgonzola e per la formaggella del Luinese.
In provincia di Varese sono attualmente una cinquantina i produttori che si cimentano con uve e tini. Dispongono, tutti insieme, di una ventina di ettari vitati. Solo due aziende, però, commercializzano i vini con propria etichetta. Settantasei sono i Comuni che il disciplinare autorizza a produrre vini Igt, fra cui il capoluogo. Non mancano le sorprese: sono esclusi i territori cittadini di Gallarate, Saronno, Luino e Busto Arsizio, un tempo ricchi di vigneti ma oggi votati all'industria e al terziario. Il decreto ministeriale prevede la tutela dei vini bianchi, fermi e frizzanti, dei rosati e dei rossi. Per i bianchi non esistono particolari prescrizioni sulle uve, se non che devono essere prodotte "in ambito aziendale con vitigni a bacca bianca non aromatica, idonei alla coltivazione per la provincia di Varese". Una definizione molto generica. Più strette le indicazioni per i vini rossi e rosati. Qui il legislatore prevede che le uve debbano provenire "per almeno il 60% dai vitigni a bacca nera Barbera, Merlot, Nebbiolo e Croatina". Per il restante 40%, il decreto lascia mano libera alla sensibilità dell'enologo.
Le cantine di Angera e del Basso Verbano producono già da un paio d'anni vini bianchi fermi e frizzanti, utilizzando uve riesling, malvasia, trebbiano, chardonnay, pinot grigio e altre varietà minori. Sono vini di buona stoffa, equilibrati e intensi, con gusto e profumi ricchi. Le enoteche li apprezzano, i ristoranti li abbinano volentieri ai piatti di pesce di lago, trote e persici. Per quanto riguarda i vini rossi e rosati, i produttori si erano già indirizzati verso uve barbera, merlot, nebbiolo e croatina per il 60%, integrandole con vitigni scelti fra pinot nero, bonarda, vespolina, uva rara e freisa per il restante 40%. Anche in questo caso, i vini piacciono anche se c'è ancora spazio per migliorare. La Igt è il primo passo dell'auspicabile rilancio turistico e ambientale del Varesotto: "Essa dà la possibilità al territorio di svilupparsi sotto il profilo agricolo e a chi vuole d'investire - dice Fernando Fiori della Camera di Commercio - L'agricoltura deve avere il suo spazio anche in una provincia industrializzata come la nostra. E' stupenda l'idea di riqualificare i terreni incolti con una bella vigna, di ripopolare i nostri ronchi con tralci e pampini. Non saremo mai l'Oltrepò Pavese, ma il vino può essere un elemento trainante per il sistema Varese, l'originale contributo degli agricoltori al comparto produttivo. E' la conferma che abbiamo svolto un buon lavoro investendo molti soldi dal 2001 sui prodotti tipici, miele, fiori, asparagi e vino".
Soddisfatto Bruno Specchiarelli, l'assessore provinciale all'Agricoltura che si è dedicato con entusiasmo alla riscoperta del tipico: "La conquista della Igt ha un grande valore sociale e per l'ambiente, significa tutelare il territorio contro la cementificazione - spiega - In soli tre anni siamo passati da un'attività semiabbandonata al riconoscimento della Igt. E non è finita: entro la fine dell'anno consegneremo il disciplinare di produzione degli asparagi e di alcune varietà di fiori varesini".
Vendemmia 2005: ottima annata
Le belle notizie non arrivano mai sole. Con l'annuncio della Igt, è stato reso noto il felice esito della vendemmia 2005: "Per il secondo anno consecutivo abbiamo avuto un'annata buona per qualità e quantità - annuncia il produttore Franco Berrini, titolare dell'azienda Cascina Piano ad Angera, tre ettari vitati di cui due operativi - La produzione è tutta sana, con elevata gradazione zuccherina. Le uve sono sopra i 12 gradi, addirittura 13 per l'Angliano, una selezione di Nebbiolo e Croatina che invecchia dieci mesi in barrique e affina per altri sei in bottiglia. Abbiamo raccolto 150 quintali d'uva nei vigneti di proprietà e altri 30 dai contadini d'Angera. Produrremo circa 15-18 mila bottiglie".
Quali prospettive apre la Igt per chi aspira a produrre vini? "E' chiaro che aumenta il valore dei terreni - spiega Ignazio Bonacina, direttore della Coldiretti - In questi giorni, riceviamo le telefonate di molte persone che vorrebbero impiantare vigne. Ma la Regione Lombardia ha già assegnato le quote per il 2005 e chi non ha già i terreni denunciati, deve comprare i diritti da chi li vende. Non è facile. Si deve andare per conoscenze o attraverso gli uffici regionali".
Ottenuta la Igt, il problema è ora quello di "purificare" i vigneti, impiantando solo quelli indicati nel disciplinare. "La quantità di prodotto disponibile è limitata - ricorda Riccardo Speroni, direttore dell'Unione Agricoltori - Sono quindi destinate a restare senza risposta simpatiche richieste che ci arrivano dall'America, come quella di un commerciante che ci ha chiesto 5 mila bottiglie di Ronchi Varesini Igt. Bisogna allargare la produzione e comprare i diritti costa caro".
I 76 Comuni autorizzati a produrre Igt
La zona di produzione delle uve per i mosti e i vini Ronchi Varesini Igt comprende i comuni di Albizzate, Angera, Arcisate, Arsago Seprio, Azzate, Barasso, Bardello, Besano, Besnate, Besozzo, Biandronno, Bisuschio, Bodio Lomnago, Brebbia, Bregano, Brunello, Buguggiate, Cadrezzate, Cairate, Cantello, Caravate, Carnago, Caronno Varesino, Casale Litta, Casciago, Castelseprio, Castiglione Olona, Castronno, Cazzago Brabbia, Clivio, Comabbio, Comerio, Crosio della Valle, Daverio, Galliate Lombardo, Gavirate, Gazzada - Schianno, Golasecca, Gornate Olona, Inarzo, Induno Olona, Ispra, Jerago con Orago, Laveno Mombello, Leggiuno, Lonate Ceppino, Lonate Pozzolo, Lozza, Luvinate, Malgesso, Malnate, Mercallo, Monvalle, Morazzone, Mornago, Osmate, Ranco, Saltrio, Sangiano, Sesto Calende, Solbiate Arno, Somma Lombardo, Sumirago, Taino, Ternate, Tradate, Travedona - Monate, Varano Borghi, Varese, Vedano Olona, Venegono Inferiore, Venegono Superiore, Vergiate, Viggiù e Vizzola Ticino.

11/18/2005

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