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Per il Varesotto un "treno" da non perdere

Il Nuovo Polo fieristico porta con sé anche una serie di opportunità di business per un vasto indotto di servizi. Che la provincia di Varese può essere in grado di offrire, se quelle opportunità saprà e vorrà cogliere.

Villa Panza, una delle "perle d'arte" del VaresottoUn "treno" da non perdere. La fiera di Rho-Pero non è solo un centro espositivo, ma anche un'opportunità economica per tutto ciò che ruota attorno alle manifestazioni. Alberghi, residence, centri di ricerca, iniziative imprenditoriali e turismo: sono tutti stimoli economici che possono derivare da un insediamento internazionale come quello che il nuovo Polo costituirà dal 2 aprile prossimo. Data la contiguità territoriale e la paternità del principale collegamento (l'aeroporto di Malpensa), la provincia di Varese ha l'ambizione di giocare un ruolo da protagonista nel business della ricettività territoriale legata all'insediamento, ma corre invece il rischio di stare a guardare.
Ubicata alle porte del territorio varesino, la nuova Fiera è sotto la tutela dell'area provinciale di Milano. Questo comporta un inevitabile controllo da parte del capoluogo lombardo (che non a caso ha collegato l'area con ben due fermate della metropolitana), ma anche del territorio circostante, vale a dire paesi e cittadine attorno a Rho. E' il cosiddetto "Rhodense", che sotto la guida della Camera di Commercio di Milano si è già posto più di un interrogativo su come sfruttare al meglio l'opportunità del centro espositivo.
Così è nato l'"Osservatorio sull'indotto locale del nuovo Polo fieristico di Rho-Pero", che ha formalizzato dieci progetti per lo sviluppo sulla base di ricerche condotte dal Politecnico di Milano e intitolati "Scenari delle trasformazioni attendibili e desiderabili, le opportunità territoriali". Si tratta di un monitoraggio completo, reso noto più di un anno fa, con la rappresentazione della dotazione locale - nei comuni di Arese, Bollate, Cornaredo, Garbagnate, Lainate, Pero, Pogliano, Pregnana, Rho, Settimo e Vanzago - di aziende (divise per settori merceologici), trasporti, strutture per il terziario (e in particolare l'istruzione), servizi sociali e con uno zoom finale sulle opportunità turistiche e culturali, riassumibili nel dato delle 32 ville storiche da utilizzare a scopi congressuali. Un monitoraggio completo, per mettere sul piatto le potenzialità effettive di un'intera zona e non farsi trovare impreparati alle novità.
Nel dossier di presentazione di questa ricerca c'è solo una voce "varesina": l'università Cattaneo di Castellanza è infatti menzionata tra gli atenei che gravitano nell'area del polo fieristico. Inutile chiedere dati e analisi sulla provincia di Varese alla Fondazione Fiera, ci si sente rispondere con il concetto "città infinita" per descrivere la continuità territoriale tra Varese e Bergamo, oppure che "Malpensa è la porta principale per la nuova fiera": tutto vero, ma quando si tratta di capire quali opportunità potrà cogliere dal prossimo 2 aprile il Varesotto, i buoni propositi devono tradursi in progettualità concreta. E, in proposito, la Camera di Commercio di Varese fa sapere che sta iniziando a lavorare a un'analisi di tipo statistico sull'impatto economico-territoriale.
E' evidente che il nodo Rho-Pero non possa prescindere dallo scalo lombardo di Malpensa, ma è altrettanto evidente che la provincia di Varese è in grado di offrire molte altre attrattive oltre l'aeroporto. Si tratta di presentarle in modo organico e concreto, per inserirsi da subito nell'indotto legato alla Fiera. Uno studio dell'università Bocconi di Milano (datato 2003) sostiene che il nuovo Polo a regime avrà un impatto economico sulla Lombardia quantificabile in 1,9 miliardi di euro, di cui il 64 per cento in servizi alle persone: davvero un treno da non perdere, ma prima che sia troppo tardi bisogna prenotare un posto.

01/14/2005

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