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In bici tra vestigia longobarde, santuari e castelli

Il territorio compreso tra Arsago Seprio, Somma Lombardo e verso il Ticino, tra Coarezza e Golasecca, offre moltissime testimonianze artistico culturali, da scoprire piacevolmente con un giro in bicicletta.

La cascina San Giuseppe a CoarezzaL'itinerario ciclo-escursionistico che vi proponiamo prende il via da Arsago Seprio e conduce alla riscoperta di una parte del nostro territorio abitata fin dall'epoca preistorica. Lasciata l'automobile prima del centro di Arsago, ci si dirige verso l'oratorio romanico dei Santi Cosma e Damiano percorrendo via Mazzini, subito dopo la chiesa di S. Maria in Ponticello; si prende quindi lo sterrato che stacca sulla destra giungendo, dopo circa un chilometro, alla radura dove sorge l'oratorio. Mentre si pedala attraverso il bosco si può immaginare come dovesse apparire Arsago quando con i Romani divenne un punto di riferimento religioso e commerciale per le popolazioni vicine. Poi arrivarono i Longobardi e due popoli diversi intrecciarono qui la loro storia, i loro costumi e le loro tradizioni. Per saperne di più a tale proposito, consigliamo la visita del Museo Archeologico di Arsago e della necropoli longobarda antistante. Raggiunto l'oratorio campestre, si torna da dove siamo venuti e, seguendo le indicazioni stradali per Somma Lombardo, si raggiunge San Vittore, il significativo nucleo religioso romanico del XII secolo dall'estetica schiettamente lombarda. La sua individuazione è facilissima: la basilica e il battistero presentano una consequenzialità spaziale molto particolare, come se riassumessero l'intera vita del cristiano intorno ad un piccolo spazio erboso. Il battistero si presenta come un essenziale prisma ottagonale sormontato da un tiburio marcato da profonde archeggiature; all'interno si respira un'aria di solenne mistero, forse per suggestione delle spesse muraglie e della cupola emisferica che sigillano lo spazio tutto intorno. L'attigua basilica merita una visita per i bei capitelli di età tardo romana che sormontano le colonne delle navate; mentre la torre campanaria, un monolite massiccio, spicca con la sua mole alle spalle della basilica e porta, proprio sulla cima, alcune campane di diverse dimensioni simili ad una scultura bizzarra.
Lasciato quindi San Vittore percorrendo via Marconi, si entra nel comune di Somma Lombardo. La nostra strada passa dalla frazione di Mezzana Superiore, così chiamata, come racconta il prevosto Giuseppe Selva, perché posta più a nord dagli altri dieci comuni che in Italia portano lo stesso nome. Qui, sulla destra, si incontra il Santuario della Madonna della Ghianda, o meglio della "Gianda”, voce dialettale lombarda che significa quercia, costruito tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento su progetto di Pellegrino Tibaldi per volere di San Carlo Borromeo. Il Santuario sorge al posto dell'antica cappella che celebrava il luogo in cui si tramanda che la Vergine fosse apparsa ad una pastorella sordomuta sanandola dal suo difetto. Racconta quel miracolo l'affresco attribuito a Michelino da Besozzo che troviamo all'interno del Santuario, proprio dietro l'altare: sulla volta è dipinta una giovane Madonna col Bambino insolitamente seduta sui rami della grande quercia come su un trono, circondata dai 12 Re e dai 12 Profeti. All'interno del Santuario inoltre, a formare le cosiddette Cappelle dei Giudei, si notano le notevoli statue lignee che raccontano momenti della Passione di Cristo, commissionate prima, e poi rifiutate, dalla fabbrica del Sacro Monte di Varese.
Lasciato il Santuario, si prosegue in direzione del centro di Somma Lombardo. Prima però è possibile visitare la prepositurale di Santo Stefano, dove troviamo il trittico attribuito a Marco D'Oggiono, allievo di Leonardo Da Vinci, e le due tavole attribuite al Bramantino. Proseguendo poi per via De Amicis, si attraversa la ferrovia e si giunge in Piazza Visconti, proprio davanti alla facciata nord del Castello Visconteo che con la sua mole articolata incombe sulla grande strada del Sempione, voluta da Napoleone per collegare Milano e Parigi. Il Castello, sorto nel XI secolo, ampliato dai fratelli Francesco e Guido Visconti a metà Quattrocento e gradatamente trasformato da avamposto strategico a villa signorile, è oggigiorno apprezzabile grazie alle visite guidate che si organizzano a partire dal mese di Aprile. Sulla destra invece troviamo la cancellata con gli stemmi della famiglia che permette di accedere al parco del Castello dove, tra le molte specie secolari, spicca un immenso e rigoglioso cedro del Libano. Prima di proseguire in direzione del fiume Ticino consigliamo, a chi volesse compiere una breve digressione, la visita del Santuario del Lazzaretto, un luogo molto riposante posto due chilometri a nord del centro abitato, raggiungibile seguendo la via Bianco che costeggia la ferrovia.
Proseguendo invece da Piazza Visconti per l'antica strada napoleonica, che oggi porta il nome di A. Da Somma, dopo cinquecento metri si volta a sinistra seguendo le indicazioni per Golasecca e si continua tenendo la direzione, anche dopo aver tagliato il trafficato Corso Europa. Il paesaggio è particolarmente suggestivo: si pedala circondati da campi punteggiati da immobili aironi grigi e, poco distante, scorre docilmente il Ticino. Proprio in queste terre affacciate sul fiume sono state trovate numerose testimonianze della loro antica abitabilità in alcuni insediamenti preistorici risalenti alla prima Età del Ferro, conosciuti oggi come Civiltà di Golasecca, e su questi stessi campi venne combattuta la leggendaria battaglia tra Scipione e Annibale agli inizi del III secolo a.c.
Raggiunto il centro di Golasecca, che si affaccia a balcone sul Ticino, si può proseguire prendendo l'alzaia del fiume e seguirne il corso, oppure pedalare lungo la strada principale fino a giungere, dopo una ripida discesa, alla frazione di Coarezza. Questo paese sorto intorno al IX secolo, oltre ad offrire una vista suggestiva del Ticino, invita, dopo aver fiancheggiato le cappelle della Via Crucis, alla piccola ma ben proporzionata chiesa di San Rocco, che servì da lazzaretto durante la peste del 1630.
Lasciato quindi l'abitato di Coarezza, la strada prosegue salendo dolcemente con un lungo rettilineo tra i campi, supera sulla destra la Cascina di San Giuseppe, dal torreggiante aspetto neo-medievale, per poi attraversare una bella pineta e ritornare ad incrociare la strada prima percorsa. Si seguono ora le indicazioni per Somma Lombardo, poi per Arsago Seprio e la nostra facile escursione ciclistica termina dove è partita, dopo aver attraversato una piccola parte di provincia che, ancora una volta, ci ha offerto tanta inaspettata bellezza.

02/23/2007

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