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Ville Ponti: prestigio ed efficienza

Varesefocus propone in questo numero il primo di due articoli dedicato alle Ville Ponti, antichi e suggestivi edifici che - immersi in un parco secolare sulla collina di Biumo Superiore - dominano la città di Varese e che sono stati acquistati negli anni '60 dalla Camera di Commercio. Ne è sorto un Centro Congressi che - gestito oggi da Promovarese, azienda speciale della Camera di Commercio - coniuga l'obiettivo di valorizzare queste costruzioni di grande prestigio e fascino con quello di un servizio ad alto livello ed efficienza così da sostenere al meglio lo sviluppo del sistema economico della nostra provincia. In particolare, questo primo articolo entra nel dettaglio della storia e delle bellezze artistiche nonché architettoniche proprie di Villa Andrea. In un prossimo numero di Varesefocus, invece, si approfondiranno le caratteristiche della Villa Napoleonica.

Il dipinto su tela di notevoli dimensioni (cm 400 x 280) esposto nella sala sul lato est del piano rialzato di Villa Andrea Ponti, ben rappresenta, emblematicamente col suo significato storico, l'humus culturale dell'uomo che, nella seconda metà dell'Ottocento, scelse il colle di Biumo Superiore, castellanza di Varese, per edificarvi la sua dimora estiva.
Era costui il lungimirante industriale Andrea Ponti (1821-1888), laureatosi in Legge a Pavia nel 1847, appartenente ad un'antica famiglia di imprenditori di Gallarate che nel settore tessile avevano raggiunto gradi di eminenza con collaudata capacità operativa aperta all'adozione delle più avanzate tecnologie dell'epoca.
Alessandro Focosi (1836-1869), pittore tardo-romantico allievo prediletto di Francesco Hayez, è l'autore del quadro che, nel 1868, gli valse il primo premio nel concorso di pittura istituito nel 1866 dal ministro Broglio.
Nel dipinto è rappresentato lo storico episodio accaduto nel 1614, divenuto simbolo precorritore del Risorgimento italiano, che vide il "piccolo" duca di Savoia Carlo Emanuele I (1562-1630) scacciare sdegnosamente l'ambasciatore di Spagna, inviatogli dal "grande" Ferdinando III con l'ingiunzione a ritirarsi dai territori del Monferrato recentemente occupati dal battagliero sovrano piemontese. La reazione di Carlo Emanuele I di fronte alla "prepotenza" del re di Spagna è efficacemente illustrata dal gesto sprezzante con cui il duca scaglia ai piedi dell'ambasciatore le insegne dei Toson d'oro. Si pensi, infatti, che tale onorificenza rappresentava il prestigioso riconoscimento con cui venivano insigniti dal re di Spagna i sovrani di Stato.
L'episodio raffigurato, simbolo del futuro riscatto dei popolo italiano rimasto per secoli diviso e soggetto al dominio straniero, trova uno sviluppo culturalmente significativo negli affreschi del salone d'onore della villa attraverso i quali Andrea Ponti, non appena stata raggiunta l'unità politica dei Paese, volle che fosse esaltato il genio italico nelle sue molteplici espressioni di scienza, di arte, dei lavoro ed in genere di ogni stimolante azione volta a "seguir virtute e canoscenza".
L'opera fu affidata a Giuseppe Bertini (1825-1898) che a Biumo Superiore, nella casa avita ove tuttora hanno dimora i suoi discendenti, trascorreva lunghi periodi dell'anno. L'artista aveva raggiunto l'apice del successo personale come pittore e raffinato uomo di cultura nel 1860 allorché gli fu affidata la cattedra di pittura all'Accademia di Brera (che manterrà fino alla morte), succedendo nell'incarico a Francesco Hayez.
E' infatti nel salone d'onore della villa ottocentesca che il Bertini seppe esprimere la sua più significativa genialità artistica nella tecnica dell'affresco. Al centro della parete prospiciente l'ingresso, sopra il portale da cui si accede ai piani superiori, si presenta la figura di un genio alato che, con liturgica solennità, intreccia il serto della gloria ai grandi che hanno illustrato l'Italia cooperando, con il loro lavoro e le loro scoperte, al progresso dell'umanità.
Al centro del soffitto due figure femminili, in delicato abbraccio, simboleggianti rispettivamente la Scienza e la Verità, richiamano all'osservatore la soffusa luminosità del Tiepolo. Nell'alto delle pareti, in altrettanti tondi a fondo d'oro, sono affrescate le figure allegoriche della Chimica, della Fisica, della Meccanica e della Musica. Sulle pareti in quattro grandi composizioni sono raffigurati, in sequenza cronologica, episodi storici esaltanti personalità che con il loro ingegno hanno onorato l'Italia nel mondo.
Il primo affresco ci mostra Guido d'Arezzo che dirige un coro di giovinetti alla presenza di Papa Giovanni XIX (circa 1030), segue Cristoforo Colombo che a Barcellona (aprile 1594), di ritorno dall'America, è accolto trionfalmente dai reali di Spagna. Il terzo episodio ci presenta Galileo Galilei che a Venezia con il suo telescopio (agosto 1609) fa osservare il firmamento al doge Leonardo Donati. Fra i presenti l'artista ha raffigurato in abiti di senatore veneziano l'architetto Giuseppe Balzaretto, progettista della villa. Infine ecco il grande lombardo Alessandro Volta che, con dignitosa semplicità presso l'Istituto di Francia a Parigi (novembre 1801), illustra al primo console Napoleone Bonaparte le peculiarità della pila da lui inventata nel 1799.
Due monumentali statue in bronzo, allocate ai lati del portale, che rappresentano rispettivamente Dante, opera dello stesso Bertini e Michelangelo, dello scultore locale Odoardo Tabacchi (1836-1905) chiudono il ciclo laudativo degli italiani illustri.
Andrea Ponti affidò il progetto della villa a Giuseppe Balzaretto (1801-1874), celebre non solo per le realizzazioni in campo architettonico ma anche quale artista di giardini. A lui si deve infatti, tra l'altro, l'ideazione del giardino pubblico di Milano. Il Balzaretto progettò la villa a tre piani ispirandosi a modelli del rinascimento lombardo e veneto, sia per il motivo dominante costituito dalla bifora a tutto sesto coll'occhio circolare al frontone dell'arco, simile a quella dei Palazzo Vendramin-Calergi sul Canal Grande, sia per l'attico a balaustre coronato da bassi obelischi sormontati da sfere che finiscono in punta.
Su tale arca sorgeva precedentemente una villa, progetto del Pollak, appartenuta ai De Cristoforis e successivamente agli Arpegiani e, prima che questa, una chiesa ed un convento di Carmelitani Scalzi, venuti a Varese nel 1676. Rare vestigia dell'antico convento sono ancora riscontrabili presso le ex scuderie, ora trasformate in capiente struttura di ristorazione.
I lavori di costruzione della villa procedettero a rilento protraendosi dal 1858 al 1870 anche a causa degli avvenimenti politici e militari che contrassegnarono gli anni di preparazione all'unità d'Italia.
Tale progetto prevedeva originariamente, quali elementi di mediazione tra l'imponenza dell'edificio e l'ambiente circostante, la realizzazione ai suoi lati, longitudinalmente, di due costruzioni a serra le quali avrebbero contribuito, con le pareti a vetro e con la collocazione di piante da interno a "diluire" la massa muraria inserendola gradatamente nel verde.
Delle costruzioni a serra furono poste purtroppo solo le fondamenta costituenti oggi due ampie terrazze con aiuole centrali largamente utilizzate durante le pause congressuali.
Sì, perché la villa, acquistata dalla Camera di Commercio nel 1961, è stata destinata a sede congressuale soprattutto per ospitarvi manifestazioni di ordine economico e sociale al servizio delle associazioni imprenditoriali e di categoria, delle istituzioni e dei multiformi organismi culturali sia pubblici che privati.
Conservata intatta nella sua struttura architettonica e pure, in parte, nell'arredamento originario, la villa ha subito la sola trasformazione al secondo piano ove, nel rispetto dello stile, è stato ricavato un ampio salone destinato ad iniziative convegnistiche, mentre al primo piano i locali sono stati adattati per usi polivalenti in modo da poter ospitare uffici di vario genere, a seconda delle esigenze, come sala stampa, segreteria od altro come pure mostre, esposizioni o per tenervi riunioni di studio e di lavoro.
Andrea Ponti oltre che intraprendente pioniere industriale, ardente patriota, sensibilissimo promotore di opere ispirate a solidarietà sociale, fu raffinato uomo di cultura con profonda competenza conoscitiva anche nel campo dell'arte come ne attesta la sua amicizia con artisti dell'area lombarda che egli seppe accostare commissionando interventi decorativi per la sua villa valorizzandone le specifiche doti personali. Oltre al Bertini vediamo, infatti, la presenza a Biumo Superiore di Alessandro Rinaldi (1837-1890), soldato di Garibaldi, pittore tardo romantico che su quattro tele, in altrettante lunette sopraporta, ha raffigurato scene di vita in villa richiamanti lo stile del più noto Tranquillo Cremona.
Un altro artista, pure soldato garibaldino, celebre per aver nelle sue opere ampiamente raffigurato battaglie risorgimentali alle quali partecipò personalmente, è il milanese Sebastiano De Albertis (1828-1897). Di lui è presente un dipinto col ritratto dello stesso Andrea Ponti.
Di notevole rilievo è inoltre il quadro che raffigura, in età avanzata, Giuseppe Ponti, padre di Andrea opera di Mosè Bianchi (1840-1904), pittore eclettico che spaziò dal tardo romanticismo all'espressionismo, pure egli soldato garibaldino nella campagna del 1859.

Un Centro Congressi all'avanguardia

Il "Centro Congressi Ville Ponti" trova sede in tre suggestive costruzioni di epoche diverse: Villa Andrea, Villa Napoleonica e le Sellerie. Tutte sono immerse in un parco d'essenze rare ampio ben 56mila metri quadrati. Il Centro ospita prestigiose manifestazioni di vario carattere e d'interesse culturale: congressi, convegni, seminari, corsi d'aggiornamento, concerti, colazioni, cene di gala…
La posizione strategica
Situato a soli 25 chilometri dall'aeroporto di Malpensa e a non più di 10 dalla Svizzera, il Centro dispone altresì di un largo parcheggio in grado d'ospitare fino a 600 automobili.
Incontri fino a 1.500 persone
Il complesso del Centro Congressi Ville Ponti può ospitare incontri fino a 1.500 partecipanti e lo scorso anno sono state ben 280 le manifestazioni accolte.
Villa Andrea
Le sue vaste sale - con quel fascino che solo i palazzi ricchi di storia possiedono - presentano raffinati décor a stucco, preziosi arredi d'epoca, sfarzosi lampadari di Murano e una collezione di capolavori di pittura e scultura di autorevoli artisti della Scuola Lombarda.
  • Dieci sale con capienze che variano dalle 10 alle 200 persone
  • Buffet in piedi fino a 1.000 persone, sedute fino a 850 persone
La funzionalità delle sale congressi con la raffinatezza ed esclusività degli ambienti destinati al catering.
Villa Napoleonica
Così denominata per il richiamo allo specifico stile architettonico, quest'edificio del XVII secolo presenta intatti i muri perimetrali. Un intervento al corpo interno ha permesso la creazione al piano terreno di un moderno salone congressuale.
  • Dodici sale con capienze che vanno dalle 10 alle 430 persone
  • Buffet in piedi fino a 500 persone, sedute fino a 350 persone
Le Sellerie
A poca distanza dalle due ville sorge questa suggestiva costruzione settecentesca, che oggi ospita piccole riunioni, servizi di catering e mostre d'arte completando al meglio l'offerta del Centro Congressi.
  • Quattro sale con capienze che vanno delle 10 alle 100 persone
  • Buffet in piedi fino a 400 persone, sedute fino a 250 persone
Le sue sale presentano uno degli ultimi esempi ancora conservati di "tetto a nove" con l'incrocio di enormi travi sapientemente disposte che garantisce elasticità al tetto.

L'impegno della Camera di Commercio

Dopo l'acquisto nel 1961, la Camera di Commercio varesina ha fatto delle Ville Ponti una realtà congressuale ad altissimo profilo. Da tre anni, poi, lo gestisce direttamente attraverso la sua azienda speciale Promovarese. Un forte impegno che continuerà anche nell'immediato futuro con una serie d'interventi già previsti e destinati a garantire un ruolo d'avanguardia al Centro Congressi valorizzando ulteriormente quegli elementi ambientali e architettonici che fanno delle Ville Ponti un luogo unico per fascino e bellezza.

11/21/2002

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